SAVE THE CHILDREN: "PUNIZIONI CORPORALI VIETATE PER LEGGE"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 mar. - Come viene concepita
l'educazione dei figli dai genitori italiani? E quali valori sono
ritenuti prioritari nella crescita dei ragazzi? Secondo Save the
Chidren, il 74 % degli italiani ritiene che i figli vadano
educati innanzitutto al "rispetto degli altri", ma importante e'
anche il rispetto di se', l'autostima (15%, percentuale che se
sollecitata, diventa del 42%), intesa anche come mezzo per il
raggiungimento di un traguardo e l'autoaffermazione. Per i
genitori stranieri, invece, emergono valori come la liberta' o il
perseguimento della felicita' che, in considerazione dei contesti
di provenienza, vengono considerati meno scontati e acquisiti,
oppure la cultura nella sua accezione di riscatto sociale, e
infine l'importanza della famiglia e della religione. I ragazzi,
invece, dimostrano una maggiore sensibilita' verso valori quali
la generosita' (media 26%), la curiosita' (20%), l'apertura verso
il prossimo (20%). Sono questi alcuni dei risultati che emergono
dalla ricerca di Save the Children sui sistemi educativi
familiari in Italia, realizzata da Ipsos, che racchiude alcuni
quesiti sui valori, i metodi e le punizioni che regolano il
rapporto genitore-figlio nel nostro paese.
Per quanto riguarda le punizioni, secondo i genitori quelle
piu' efficaci sono considerate l'imposizione di una restrizione
(in media il 71% dei genitori), "sgridare i figli con decisione"
(32%) e "costringerli a svolgere delle attivita' non gradite"
(21%). Tuttavia, tra i genitori con figli da 3 a 5 anni, un 14%
ritiene utile ricorrere alla sculacciata, percentuale che diventa
del 10% per chi ha figli dai 6 ai 10 anni. Metodi che seppur
praticati non sono certo frequenti. La pratica e', infatti, molto
ridimensionata rispetto al passato. In generale dalla ricerca
emerge che l'educazione impartita ai figli dai genitori e' una
combinazione di affetto (37%), dialogo (30%), regole (23%), e
sistemi di punizione (10%).
"I genitori italiani vivono il proprio ruolo educativo come un
continuo equilibrio tra la necessita' di stabilire delle regole e
porre dei limiti da rispettare, e quella di trasmettere amore e
fiducia", commenta Valerio Neri, direttore generale per l'Italia
di Save the Children. "Il superamento di tale dialettica tra
dimensione normativa e affettiva, secondo molti genitori, e'
mediato dalla comunicazione e l'ascolto. Ma, accanto a questa
posizione di equilibrio, ne esistono due contrapposte: quella di
chi teme di compromettere la relazione con il proprio figlio e
tende a farlo diventare il dominus della relazione, e quella di
chi invece, ancora utilizza la violenza per affermare la propria
autorita'".
Accanto a coloro che sono troppo indulgenti e non riescono a
fissare delle regole e farle rispettare, esiste infatti ancora
una media del 25% dei genitori italiani utilizza le punizioni
corporali, dallo schiaffo alla sculacciata, come metodo
correttivo. I genitori di oggi in media si descrivono come meno
severi rispetto ai propri (il 59% di essi, percentuale che arriva
al 68% fra i genitori con figli piu' grandi), apprezzano i valori
trasmessi dai loro genitori, ma meno i sistemi educativi
utilizzati che, seppur non autoritari, valutano troppo poco
orientati al dialogo. In media, in una scala da uno a dieci,
ritengono che il proprio grado di autorita' nell'imporsi ai figli
sia pari a 4,7, mentre la severita' delle punizioni e' pari a 4,
il dialogo raggiunge un punteggio medio di 8,5 e il grado di
autonomia dei ragazzi nel percorso di crescita sia di 7,4. Il
giudizio sugli altri genitori, tende invece a sottolineare la
troppa indulgenza con i figli (pari a 7 in una scala da 1 a 10),
con un eccesso di affettivita' che a volte danneggia il bambino.
Pur volendo prendere le distanze dal passato quando si
riflette sull'attualita' dei metodi utilizzati nella famiglia di
origine, quasi l'85% del campione li ritiene comunque non
superati (il 55% pensa siano del tutto attuali). Anche coloro che
hanno vissuto in famiglie dove il ricorso allo schiaffo era un
pratica usuale, ripensando ai metodi educativi dei propri
genitori ritengono che siano in parte ancora validi (44%) se non
addirittura completamente (31%).
Sempre per quanto riguarda le punizioni corporali, in
situazioni limite ben il 53% dei genitori italiani dichiara di
ricorrere alla punizione fisica, percentuale che tra i genitori
con bambini piu' piccoli sale al 63% e tra quelli di adolescenti
scende al 40%. Il restante campione dichiara di non aver mai dato
uno schiaffo ai propri figli, anche se di questi il 25% dichiara
di averne avuto la tentazione. "Secondo quanto affermano i
genitori italiani, la punizione fisica, quando utilizzata, sembra
costituire un vero e proprio codice di comunicazione non verbale,
il voler segnalare in modo inequivocabile che si e' superato un
limite estremo, ma e' anche una risposta ad un momento di
esasperazione, di spavento, il tentativo di uscire da uno stato
emotivo sgradevole", sottolinea Neri.
"Alla luce di questi dati- prosegue-, Save the Children, in
linea con le sollecitazioni provenienti a livello europeo ed
internazionale, intende promuovere anche in Italia un cambiamento
culturale, che coinvolga tutti i principali attori delle
istituzioni, della societa' civile, del mondo dei media ed ogni
singolo cittadino, volto alla tutela dei bambini contro qualsiasi
atto di violenza, anche all'interno del contesto familiare e se
utilizzato con intento educativo", ha dichiarato Neri. "È per
questo il 31 marzo, nel corso di una tavola rotonda che ospitera'
i maggiori esperti nazionali ed internazionali in materia,
lanceremo il primo Manifesto per un'educazione non violenta, che
ad oggi ha gia' raccolto le adesioni di alcuni dei piu'
prestigiosi esponenti della pedagogia, della neuropsichiatria
infantile, del mondo giuridico e dell'associazionismo, e che
intende essere la pietra miliare per un impegno concreto contro
qualsiasi atto che sia degradante o umiliante per un bambino, per
promuovere una cultura del rispetto della loro dignita' umana ed
integrita' fisica e mentale".
Secondo Save the Children, inoltre, e' necessario adeguare il
dettato normativo, richiamando espressamente il divieto di
utilizzare punizioni fisiche nell'educazione dei figli. Il
provvedimento consentirebbe all'Italia di fare un ulteriore passo
in avanti nella tutela dei minori, lanciando un messaggio chiaro
ed innovativo, cosi' come avvenuto in altri Paesi europei.
(Wel/ Dire)