PRIMA TAPPA A REGGIO E. CON BERSANI E D'ALEMA A POTENZA.
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 11 mar. - Incontri pubblici
in diverse citta' italiane, un appello che sta raccogliendo le
firme del mondo della cultura e dello spettacolo, una gomma da
cancellare da distribuire davanti alle scuole per dire che "Il
Governo cancella la scuola pubblica, il Pd sta con gli studenti e
gli insegnanti". E' la campagna che i democratici lanciano a
partire da oggi. L'appuntamento principale e' a Reggio Emilia,
citta' simbolo della "buona scuola", con il segretario Pier Luigi
Bersani. Contemporaneamente, tra gli altri, Dario Franceschini
sara' a Roma, Massimo D'Alema a Potenza, Anna Finocchiaro a San
Giovanni in Persiceto (in provincia di Bologna).
Visto che le "durissime battaglie" combattute dai parlamentari
del Pd non bastano, "abbiamo deciso di cambiare strategia- spiega
Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola del partito, in
conferenza stampa a Bologna- partiamo dal basso e andiamo ad
incontrare il mondo della scuola". Nelle "1.000 piazze per la
scuola", quindi, i militanti del Pd "denunceranno le gravi
condizioni in cui la scuola pubblica e' ridotta- spiega Puglisi-
e il caos che regna sovrano a causa del riordino degli indirizzi
nelle superiori", con tanto di "scippo di competenze alle Regioni
da parte del Governo". Tra gli effetti del riordino, Puglisi
prende ad esempio il nuovo liceo delle scienze applicate: secondo
il sito del Ministero, "l'unica fonte disponibile", ne sono
previsti 76 in Lombardia, 71 in Veneto, 24 in Emilia-Romagna,
solo 10 in Toscana "e nessuno a Firenze", sottolinea l'esponente
del Pd. Poi ci sono gli otto miliardi di tagli, mentre "i piu'
alti livelli di apprendimento si hanno dove piu' alti sono gli
investimenti sin dalla piu' tenera eta'", ricorda Puglisi.
Il Pd ribadisce inoltre il "no" al tetto del 30% di stranieri
nelle classi, chiede il ritorno del tempo pieno con le
compresenze e dell'obbligo scolastico a 16 anni: assolverlo con
l'apprendistato, afferma Puglisi, significa "istituzionalizzare
lo sfruttamento del lavoro minorile".
Il commento di Puglisi si affida ad una citazione di Pietro
Calamandrei, che diceva: "Se dovesse tornare un regime non lo
fara' con una nuova marcia su Roma o con i carrarmati- scandisce
la dirigente del Pd- lo fara' impoverendo i bilanci della scuola
pubblica". In attesa delle mobilitazioni di giovedi', il Pd ha
diffuso un appello "per una Scuola Pubblica che unisce e non
divide il Nord dal Sud- si legge nel testo- il bianco dal nero,
il ricco dal povero". Finora, tra le altre, sono arrivate le
adesioni di Sergio Zavoli, Giorgio Bocca, Margherita Hack,
Francesca Archibugi, Giuseppe Bertolucci, Cristina Comencini,
Vincenzo Cerami, Ivano Marescotti, Grazia Verasani, Lidia Ravera,
Sergio Staino.
L'iniziativa di Reggio Emilia sara' ospitata (non a caso) al
centro "Loris Malaguzzi", sede di Reggio Children, la societa' a
cui il Comune ha scelto di dare vita nel 1994 per gestire scambi
pedagogici e culturali con insegnanti, ricercatori e studiosi di
tutto il mondo. Al fianco di Bersani e Puglisi partecipera' anche
il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani,
candidato per un terzo mandato (che sara' protagonista di un
altro incontro il 16 marzo, nella sala Farnese del Comune di
Bologna). La campagna del Pd "testimonia la volonta' di
difendere, a tutti i livelli- sottolinea il segretario del Pd
emiliano-romagnolo, Stefano Bonaccini- la bonta' e il valore di
un certo tipo di scuola".
Per Bonaccini si deve parlare di "tagli" piu' che di
"riforme", sottolineando come questi vanno a colpire "una scuola
che in questa Regione e' sempre stata un punto di forza di un
welfare che, a sua volta, e' un fiore all'occhiello non solo
italiano ma europeo". Per competere "con i territori piu'
avanzati d'Europa e del mondo, come l'Emilia-Romagna vorra' fare-
aggiunge Bonaccini- e' necessario investire soprattutto su
scuola, saperi, ricerca e formazione, e' la competizione globale
che lo impone". Per Marilena Pillati, responsabile regionale
Scuola del Pd, "si sta pregiudicando il futuro dei ragazzi e
della nostra comunita'" perche' "si mettono in discussione non
solo diritti personali, ma anche lo sviluppo economico e la
coesione sociale di un territorio".
(Wel/ Dire)