LO CHIEDONO ASSOCIAZIONI TERRE DES HOMMES E BAMBINISENZASBARRE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 mar. - Mamme detenute e
bambini in case famiglia protette. Lo chiedono, con un comunicato
congiunto, Terre des Hommes e Bambinisenzasbarre, che sostengono
insieme la campagna "Fuori i bambini dalle carceri italiane".
Terre des Hommes, organizzazione attiva da 50 anni nella
difesa dei diritti dell'infanzia, e Bambinisenzasbarre,
associazione impegnata da oltre un decennio nel sostegno, tutela
e mantenimento della relazione genitoriale in detenzione,
chiedono al Parlamento italiano di approvare rapidamente la
proposta di legge n. 18141 (proposta Bernardini) per accogliere
bimbi e mamme detenute in case famiglia protette.
"L'Italia- dichiara Federica Giannotta, responsabile advocacy
di Terre des hommes Italia- oggi costringe decine di bambini a
scontare una pena di cui non hanno colpa, rinchiusi in un carcere
ed impone a migliaia di altri di crescere lontano dalla propria
madre, perche' detenuta, in palese violazione con la Convenzione
Onu sui diritti dell'infanzia, che invece vorrebbe sempre
garantito e protetto il diritto del bambino a crescere con i
propri genitori, sempre". Per Lia Sacerdote, presidente
dell'associazione Bambinisenzasbarre, "la questione dei bambini
detenuti con la mamma e di quelle migliaia che entrano ogni
giorno in carcere per incontrare i propri genitori detenuti
rappresenta un tema di salute pubblica e responsabilita' sociale
che coinvolge tutti e ci indica che la prigione non interessa
solo chi sta dentro ma anche chi sta fuori- spiega- Sono 750mila
infatti i bambini che entrano ogni giorno nelle carceri europee
per incontrare i propri genitori detenuti, 75 mila ogni anno in
Italia sono separati da un genitore (o da entrambi) perche'
detenuti, 4.500 nella sola Lombardia, secondo un rapporto
Caritas, 2.500 secondo il ministero di Giustizia".
Benche' infatti la legge n. 40/2001 (la cosiddetta legge
"Finocchiaro"), sulla carta preveda il diritto alla detenzione
domiciliare speciale per le mamme detenute gia' condannate,
laddove sussistano talune condizioni (assenza di recidiva; non
pericolosita'; aver scontato almeno un terzo della pena; disporre
di un domicilio) , tali requisiti di fatto non ricorrono mai e
rendono praticamente inaccessibile un'alternativa al carcere per
la stragrande maggioranza delle detenute, soprattutto nella fase
dell'attesa di giudizio. Molte di loro infatti non hanno un
domicilio o sono ancora in attesa della pena definitiva o,
ancora, hanno commesso reati per i quali c'e' un pericolo di
recidiva (ad es. legati all'uso, spaccio di droga,
prostituzione).
Se il disegno di legge Bernardini venisse approvato,
finalmente si darebbe la possibilita' sia alle madri che oggi
sono in carcere con i propri bambini piccoli, sia a quelle che se
lo sono viste portare via di vivere accanto ai propri figli in
apposite "Case Famiglie Protette" almeno fino ai 10 anni di eta'.
Le due associazioni ricordano che il disegno di legge n.1814,
benche' goda del consenso trasversale di tutte le forze
politiche, e' fermo dal 2008 in Commissione Giustizia della
Camera, "nel silenzio e nell'indifferenza generale".
Terre des Hommes e Bambinisenzasbarre chiedono che riprenda al
piu' presto l'iter di approvazione della legge.
(Wel/ Dire)