(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 mar. - Agire non solo sui
turisti stranieri ma anche sulla "tolleranza sociale" che certi
Paesi hanno nei confronti della prostituzione minorile. Anche il
mondo della cooperazione internazionale si impegna nel tentativo
di arginare il turismo sessuale nei confronti dei minori. Un
fenomeno che nella Repubblica dominicana riguarda circa 25 mila
bambini e tra i 20 e i 35 mila in Colombia. La Direzione generale
per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari
esteri, ad esempio, ha investito "circa 650 mila euro in tre anni
in un progetto che riguarda la Repubblica dominicana:
prevenzione, assistenza e riabilitazione delle vittime,
attraverso piani educativi e inserimenti socio-lavorativi dei
ragazzini, campagne di comunicazione verso la gente del posto per
far passare il messaggio 'tolleranza zero', promozione del
turismo sostenibile" sia nei confronti delle agenzie di viaggio
italiane sia nei confronti dei tour operator locali. A parlare e'
Chiara Venier della Direzione ministeriale per la cooperazione
allo sviluppo.
Ma e' importante agire anche "sui bambini, sulle famiglie,
sulle scuole e sulle istituzioni locali, soprattutto la' dove non
ci sono leggi contro lo sfruttamento sessuale dei minori a scopo
commerciale", dice Luis Mendez Jinemez, presidente di Ecpat (End
child prostitution pornography and trafficking) per la Repubblica
dominicana.
L'occasione per affrontare il tema e' stato il convegno
"Poverta' e sfruttamento sessuale dei minori nei viaggi. Cosa
puo' fare la cooperazione tra i popoli?", organizzato a Roma da
Ecpat Italia. L'appuntamento fa parte di un progetto europeo che
da una parte vede coinvolti anche Germania, Olanda, Austria ed
Estonia e dall'altra pure Kenya, India, Filippine, Sud Africa e
Costa Rica.
Un argomento che recentemente, a gennaio, ha visto la sentenza
della Corte europea di Strasburgo condannare Cipro e Russia
(paese di destinazione e paese d'origine) al risarcimento dei
danni per la morte di una ragazza vittima della tratta, mentre a
febbraio il comune di Roma ha firmato, prima citta' al mondo, un
Codice di condotta contro il turismo sessuale.
Nella Repubblica dominicana "il 47% della popolazione ha meno
di 20 anni, solo sei bambini su dieci finiscono gli studi, l'11%
delle famiglie sono costituite da ragazzini che hanno appena
compiuto 15 anni, mentre il 20,3% delle nascite avviene da madri
che sono ancora minorenni. Inoltre lo sfruttamento del lavoro
coinvolge circa 435 mila under 18 e gli squilibri economici tra
la popolazione sono notevoli", spiega Mendez Jinemez. Su questo
terreno e' facile che attecchisca la prostituzione minorile. "E
se le ragioni sono poverta', tolleranza sociale - secondo l'Ilo
la maggior parte dei clienti del sesso sono dominicani - e
mancata applicazione della legge, le vittime sono per la maggior
parte bambini abusati, che lavorano o legati al 'mito' di uscire
dal Paese attraverso un turista straniero", continua. Cosi' anche
le spiagge, le strade o i night dell'isola sono diventati luoghi
di adescamento. "Altro problema e' che molti turisti del sesso
sono occasionali e non si percepiscono come tali - spiega Mara
Clemente, dottoranda in Teoria e ricerca sociale all'Universita'
La Sapienza di Roma-: l'incontro con questi adolescenti che
vendono sesso a pagamento e' 'casuale', parte da una cena o da
qualche regalo, e solo alla fine arriva ad avere i connotati
della prostituzione minorile vera e propria. E la gran parte dei
bambini inizia questo percorso da solo, senza avere
organizzazioni criminali alle spalle".
(Wel/ Dire)