(DIRE) Palermo, 4 mar. - Dal primo gennaio 32 centri
socio-educativi finanziati dal comune di Palermo con fondi della
legge 285/97 sono rimasti senza il sostegno economico e dopo anni
di presenza e di impegno sul territorio adesso rischiano di
chiudere. Il motivo e' che il comune ha chiuso le convenzioni in
attesa dell'esito di un bando per il momento bloccato. Si tratta
in particolare di associazioni che con oltre 300 operatori si
sono attivate finora per 3 mila giovani coinvolgendo oltre 2.600
famiglie: un centro per minori disabili, 3 per minori immigrati,
14 per bambini da 6 a 12 anni distribuiti in tutta la citta', 14
per adolescenti da 13 a 18 anni. In una lettera l'appello al
sindaco e a tutta l'amministrazione comunale affinche' si faccia
carico del problema, accelerando i lavori della commissione di
valutazione e riattivando i centri in questo periodo di
"vacatio". Si chiede anche al presidente della regione di
intervenire nei modi e nelle forme che riterra' opportune.
"Dal primo gennaio oltre 3 mila ragazzi, oltre trecento operatori
sociali, animatori, educatori, psicologi impegnati negli oltre
trenta centri socio educativi di Palermo sono stati abbandonati
dal comune. Sono state chiuse le convenzioni in attesa che
venisse completata la nuova assegnazione dei servizi, lasciando
alla responsabilita' degli enti e degli operatori l'accoglienza
dei bambini e dei ragazzi - scrivono -. Ad oggi nulla si sa sui
tempi previsti dalla commissione per completare il lavoro di
valutazione dei progetti. Siamo a quasi novanta giorni dalla data
di scadenza del bando e le informazioni che ci giungono sono
sconfortanti: la commissione non si incontra da settimane. E'
tutto bloccato. Da chi, perche'?". "Le attivita' dei Centri in
questi due mesi sono comunque andate avanti sulle spalle degli
enti e degli operatori. La nostra buona volonta', il nostro
impegno, le nostre risorse non bastano piu'.
Giorno dopo giorno le attivita' vengono ridotte, alcuni centri
hanno gia' chiuso - continua la missiva -. E' inverosimile nel
momento in cui i nostri sforzi educativi avrebbero dovuto trovare
il massimo dell'impegno per sostenere i fragili percorsi di
scolarizzazione dei bambini e dei ragazzi che frequentano i
nostri centri, molti dei quali segnalati dai servizi sociali del
territorio, dai servizi sanitari, dai servizi della giustizia
minorile, dal tribunale per i minorenni. E' inverosimile in un
momento in cui il disagio, la devianza e la criminalita' minorile
sono in fortissima crescita, in un momento in cui stanno
riprendendo reati commessi da minori caratterizzati da una
violenza sempre maggiore, ma anche da un incremento di reati
direttamente connessi con l'acquisizione immediata di risorse
economiche utili anche al sostegno personale e familiare".
"Non dare continuita' all'azione dei centri in attesa
dell'esito del bando di affidamento dei nuovi servizi sta
spegnendo i motori dell'impegno educativo territoriale, e questo
non e' e non puo' essere un fatto privato. La nostra presenza sul
territorio era ed e' espressione dei principi costituzionali
della solidarieta', dell'eguaglianza, della sussidiarieta' e
dell'esigibilita' dei diritti fondamentali dell'Infanzia -
sostengono con forza -. Si rischia di delegittimare, depotenziare
e distruggere presidi sociali ed istituzionali essenziali per il
territorio e soprattutto per i territori piu' difficili della
citta'. Si rischia di disperdere un patrimonio incalcolabile, il
capitale sociale creato dai centri in quest'ultimo decennio:
relazioni, reti, professionalita', storie, iniziative, processi.
Un danno che diventa, ogni giorno che passa, sempre piu'
irreversibile".
La scelta di sospendere l'attivita' dei centri socio-educativi
al 31 dicembre e' stata una scelta gravissima, con gravissime
ripercussioni sociali, scolastiche, educative. La nostra
responsabilita' sociale ci ha portato a garantire, facendo sforzi
grandissimi, le attivita' dei centri. Nonostante la situazione
abbiamo avviato il campionato cittadino di calcio che coinvolge
ventiquattro centri ed oltre quattrocento ragazzi e stiamo
lavorando sulla programmazione di iniziative artistiche,
culturali, sociali.
(Wel/ Dire)