(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 mar. - Nei giorni scorsi, a
Milano, sono stati sgomberati alcuni campi abusivi che ospitavano
circa un centinaio di persone, tra cui molti bambini inseriti in
percorsi di sostegno educativo e frequentanti le scuole del
quartiere. Le famiglie con bambini hanno ricevuto aiuto e
accoglienza da altre famiglie dei compagni di scuola, per
favorire il mantenimento dei legami con l'ambiente sociale con il
quale avevano iniziato ad entrare in relazione e ad inserirsi.
Anche le maestre hanno manifestato la loro vicinanza ai bambini
sgomberati insieme alle loro famiglie in una lettera che ricorda
gli obiettivi del lavoro svolto nel contesto scolastico, teso a
valorizzare le capacita' dei bambini e a offrire loro pari
opportunita' di diritti. L'accesso all'istruzione rappresenta
ancora oggi un aspetto critico per i bambini rom, e in alcuni
paesi europei subiscono gravi discriminazioni perche' spesso
vengono inseriti in scuole per bambini con problemi particolari
senza che vi sia alcuna giustificazione. Secondo un recente
studio di Unicef in paesi come Albania, Bulgaria e Romania, tra
il 20 e il 40% dei bambini rom non sono nemmeno iscritti a
scuola. In Bosnia-Erzegovina addirittura l'80% dei bambini rom
non frequenta la scuola.Quanto alla situazione italiana essa e'
descritta dalla 'Relazione sulla condizione dell'infanzia e
dell'adolescenza': "Il popolo rom presente oggi in Italia puo'
essere, in prima battuta, suddiviso tra rom storici,
sedentarizzati e cittadini italiani (l'80% dei sedentarizzati rom
storici sono cittadini italiani) e i rom immigrati, provenienti
per lo piu' dall'Est Europa. In Italia, il gruppo piu' importante
numericamente, economicamente attivo e socialmente integrato, dei
rom storici e' costituito dai rom abruzzesi, con famiglie estese
ramificate in molte regioni, soprattutto del Centro e del Sud.
Dal primo gennaio 2007 non sono piu' cittadini extracomunitari,
in quanto la Romania e' entrata a far parte dei Paesi membri
dell'Unione Europea". Secondo le stime fornite dal ministero
dell'Interno, il loro numero si attesta complessivamente intorno
alle 150.000 unita'.
I minori d'eta' rappresentano circa il 50% della popolazione.
"Sono popolazioni che conosciamo poco anche dal punto di vista
qualitativo - prosegue la Relazione - aspetto questo che porta a
rafforzare stereotipi e pregiudizi intorno a loro." In alcune
importanti aree metropolitane italiane, anche grazie ai fondi
resi disponibili attraverso la legge 285/97, nel corso degli anni
sono stati finanziati progetti educativi finalizzati a favorire
l'integrazione e la continuita' nella frequenza della scuola,
attraverso attivita' di accompagnamento, mediazione
socio-culturale, laboratori didattici, sostegno scolastico,
supporto alle famiglie e lavori di rete con i servizi del
territorio.
(Wel/ Dire)