I MENO BRILLANTI FINISCONO AGLI ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 mag. - I piu' brillanti verso
i licei, i meno bravi verso gli istituti tecnici e professionali.
E' una sorta di meccanismo di autoselezione quello messo in
evidenza dal rapporto Istat 2010: nella scelta della scuola
secondaria da frequentare, infatti, i ragazzi italiani seguono un
copione conosciuto, che aumenta la forbice di conoscenze e di
competenze raggiunte nei diversi indirizzi scolastici.
L'Istat parla di una vera e propria autoselezione che orienta
le iscrizioni dei meno brillanti verso gli indirizzi tecnici e
professionali e quelle dei piu' capaci verso i licei: oltre il 55
per cento dei 14-17enni iscritti a un istituto professionale ha
conseguito la licenza media con giudizio "sufficiente" e solo il
3,8 per cento con "ottimo"; tra gli iscritti ai licei (classico,
scientifico e linguistico), invece, le rispettive quote scendono
al 24,8 e salgono al 26,4 per cento. I risultati scolastici sono
a loro volta correlati all'estrazione sociale della famiglia di
origine: quelli meno soddisfacenti, infatti, si riscontrano piu'
spesso nelle famiglie operaie (36,5 per cento) e in quelle in cui
la persona di riferimento e' un lavoratore in proprio (42,5 per
cento).
A livello europeo, la posizione dell'Italia nell'alta
formazione e' distante da quella di altri importanti paesi: nel
2007 hanno conseguito un titolo terziario (Isced 5 e 6) circa 60
persone (di qualsiasi eta') ogni mille giovani in eta' 20-29
anni, a fronte di un valore pari a 77 in Francia e valori
superiori a 80 nel Regno Unito e in Danimarca. La quota di chi ha
conseguito il titolo in discipline tecnico-scientifiche (S&T)
colloca l'Italia sotto la media Ue (12,1 a fronte di 13,8 per
mille 20-29enni), poco al di sopra di Spagna e Germania e molto
al di sotto di altri paesi di riferimento, come il Regno Unito e
la Francia, che vantano rispettivamente cinque e nove laureati in
S&T in piu', con differenze che salgono a nove e quindici se si
considerano i laureati maschi (14,8 ogni mille). Nel confronto
europeo la situazione e' lievemente migliore per le ragazze
italiane, tra le quali si rilevano 9,4 laureate ogni mille
20-29enni, un valore poco superiore alla media europea, ancorche'
inferiore di due punti rispetto a quello delle coetanee inglesi e
francesi.
(Wel/ Dire)