(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 mag. - Colpisce soprattutto i
bambini fra i 4 e i 10 anni, determinando una deformita' della
colonna vertebrale, che si puo' presentare curvata innaturalmente
verso destra o sinistra, in avanti o indietro, quindi deformata
in modo tridimensionale. È la scoliosi giovanile.
Il problema tende a peggiorare con gli anni soprattutto con la
puberta', tra i 10 e i 13 anni e se non trattata adeguatamente
puo' richiedere la chirurgia. Ma esercizi riabilitativi e l'uso
di corsetti specifici possono aiutare a evitarlo, permettendo
anche di mantenere la correzione ottenuta.
A dirlo sono gli esperti dell'Isico, l'Istituto Scientifico
Italiano Colonna Vertebrale, fautori di due studi sull'argomento,
i primi in ambito italiano e tra i pochi a livello internazionale.
Un primo studio ha valutato 30 pazienti, trattati sia con
corsetto sia con corsetto ed esercizi, mentre il secondo ha
coinvolto 76 pazienti, suddivisi in tre gruppi a seconda della
gravita' della curva scoliotica. "Solo il 10,5 % dei ragazzi da
noi curati ha superato l'adolescenza con curve al di sopra dei
45° Cobb e se e' chiaramente emerso un naturale peggioramento (il
51,3% dei pazienti ha avuto un peggioramento oltre i 6° durante
la puberta'), il 92% dei ragazzi ha superato l'adolescenza
evitando l'intervento chirurgico" rivela la dottoressa Claudia
Fusco, fisiatra e ricercatrice Isico.
Sembra quindi che lo svolgimento di una ginnastica correttiva
stabilita con lo specialista e l'uso di un sorta di busto
ortopedico, adatto al singolo caso e modificabile in base
all'entita' del problema, permetta di controllare il naturale
peggioramento della scoliosi e anzi, arrivare a un miglioramento.
"Molto spesso l'approccio e' 'aspettare e vedere' cosa succede
dopo il picco puberale, ma partendo dalla conoscenza comune che
le scoliosi in puberta' hanno la tendenza a peggiorare, in base
ai nostri studi, il trattamento riabilitativo conservativo ha la
possibilita' di portare a dei risultati positivi, in grado di
essere mantenuti a fine crescita" spiega il dottor Stefano
Negrini, direttore scientifico di Isico.
(Wel/ Dire)