(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 mag. - I mondiali di calcio
in Sud Africa rischiano di nascondere dietro un'immagine patinata
la realta' degli sgomberi contro i poveri e le condizioni misere
di chi vive ai margini.
Nel paese che fu dell'apartheid, sembra che la segregazione
non sia finita. E' quanto emerge da due diverse iniziative. La
prima e' la campagna "Mondiali al Contrario" che nasce proprio
con lo scopo di squarciare il velo sulla poverta' del paese e
porta in Italia dal 18 al 30 maggio alcuni attivisti del piu'
grande movimento sociale sudafricano, Abahlali baseMjondolo. Il
nome significa "quelli che vivono nelle baracche" in lingua zulu
e ha sede in piu' di 40 citta'. La seconda e' un rapporto di
Medici Senza Frontiere che denuncia le terribili condizioni di
vita dei rifugiati che arrivano in Sud Africa. Anche loro sono
spesso confinati in ghetti e sgomberati con la forza.
Philani Zungu, Thembani Ngongonna e una donna, Busisiwe Mdlalose,
sono tre leader del movimento dei baraccati che grazie
all'iniziativa di solidarieta' lanciata dai missionari Comboniani
di Castel Volturno, dalla testata "Carta" e dal documentarista
Michele Citoni faranno tappa in molte citta' italiane, ospiti di
associazioni e realta' sensibili ai temi dei movimenti politici
organizzati dal basso. I "Mondiali al contrario" saranno a
Caserta e a Castel Volturno il 18 , a Reggio Calabria il giorno
seguente, il 20 all'Aquila con il movimento delle carriole, il 21
a Pescara, il 22 a Pisa, il 23 a Verona, il 24 a Vicenza con i
comitati No Dal Molin,, il 25 a Milano, il 26 a Varese, poi in
Val di Susa e infine a Roma.
Filippo Mondini, missionario comboniano di base a Castel Volturno
dopo essere stato in Sud Africa dal 2004 al 2008 conosce bene la
realta' dei baraccati, con i quali ha vissuto per cinque mesi. La
racconta cosi': "Ci sono tantissimi topi e ogni anno diversi casi
di bambini mangiati dai topi. Non c'e' privacy e ne soffrono
soprattutto le donne. Le latrine sono buche comuni scavate nella
terra. Non c'e' mai silenzio, ne' elettricita'. D'inverno e'
freddissimo, d'estate c'e' un caldo atroce. La piaga degli
incendi e' terribile e c'e' un'altissima disoccupazione". Nel
paese con il piu' alto grado di urbanizzazione dell'Africa sub
sahariana, secondo Mondini, ci sono 180mila baraccati a Durban,
250mila a Cape Town e altrettanti a Johannesburg. Emerge uno
spaccato inquietante per i diritti umani nel paese che ospitera'
i mondiali di calcio. Da anni si verificano arresti dei ragazzi
di strada e operazioni di espulsione delle masse povere dal
centro verso le periferie dei "transit camp" con i container.
"Tutto per ripulire l'immagine delle citta' in vista dei
mondiali - dice ancora Mondini - i venditori ambulanti
allontanati dalle zone adiacenti allo stadio, i poveri tagliati
fuori". Un processo che va avanti da anni ed e' stato raccontato
dal missionario comboniano attraverso una serie di cronache messe
in rete.
Demolizioni di baracche a Durban decise dalla municipalita'
senza la necessaria autorizzazione della corte locale, violenze e
attacchi di milizie armate contro l'insediamento di Kennedy Road,
una delle piu' grandi baraccopoli di Durban, con piu' di
settemila abitanti. E' qui che nel 2005 e' nato il movimento
Abahlali BaseMjondolo.
La lotta che gli attivisti portano avanti non e' tanto per il
diritto alla casa e per l'accesso ai servizi di base, e' una
battaglia per la democrazia popolare. L'obiettivo del movimento
e' che le autorita' consultino i residenti degli insediamenti
(shack dwellers) prima di prendere decisioni che li riguardano.
L'abolizione dello "slum act" e' una delle vittorie dei
baraccati. Dopo un ricorso del movimento, la corte costituzionale
ha dichiarato incostituzionale la legge che permetteva alle
municipalita' di radere al suolo gli insediamenti senza l'ordine
di un tribunale. Un'altra battaglia e' stata quella per abolire
l'affitto per le baracche. In diversi insediamenti alcuni
attivisti sono stati minacciati di morte dagli ½slumlords» che
controllavano la baraccopoli. Molte volte il movimento ha fermato
demolizioni o sfratti, ha difeso il diritto di erigere nuovi
insediamenti o l'espansione di quelli gia' esistenti, ha connesso
migliaia di persone all'elettricita' e soprattutto ha permesso a
tutti di partecipare nelle scelte comunitarie.
Le accuse rivolte all'African National Congress che guida il
paese e' di avere tradito le speranze di "vita migliore per
tutti" che erano state alla base della lotta anti-apartheid. E
allo stesso tempo di voler costruire una "world class city", una
citta' senza slum. Con interventi da shock economy rafforzati con
i preparativi dei mondiali di calcio 2010: eliminare le
baraccopoli nelle principali citta' cosi' i turisti
internazionali non le vedranno. "Stanno creando delle citta'
nelle quali essere poveri e' un crimine", affermano i leader del
movimento .
(Wel/ Dire)