LA TEORIA DI LOUV, AUTORE DI "L'ULTIMO BAMBINO DEI BOSCHI"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 mag. - I bambini passano
sempre piu' tempo in luoghi chiusi: in casa, in classe, in
palestra, davanti a computer e televisione e sempre meno all'aria
aperta. Questo succede soprattutto ai bambini a cui capita in
sorte di nascere in citta' e non hanno molte occasioni di stare a
contatto con la natura, o almeno non abbastanza a lungo da
poterne trarre benefici durevoli. Secondo un'indagine di Richard
Louv, scrittore e giornalista americano, questa mancanza di
contatto con la natura (che si aggrava di anno in anno)
porterebbe i bambini a sviluppare un problema comportamentale
particolare, da lui definito "Nature deficit disorder".
Letteralmente: disordine da mancanza di natura. Richard Louv ne
ha parlato diffusamente nel suo libro 'L'ultimo bambino dei
boschi', uscito nel 2006 per Rizzoli. Louv ha passato dieci anni
in giro per gli Stati Uniti a documentare questo aspetto
intervistando genitori e bambini sia di aree urbane che aree
rurali. "In media - dice Louve - i bambini passano 44 ore
settimanali davanti al monitor di televisione, computer (internet
e videogiochi) e conoscono piu' titoli di videogiochi che nomi di
piante, fiori, insetti. Questo stare cosi' tante ore in ambienti
chiusi, favorisce la depressione infantile, l'ansia e i disturbi
di tipo attenzionale. Non essendo abituati al contatto con natura
e animali, in genere ne sono spaventati e la paura si tramuta
sempre piu' spesso in mancanza di rispetto. Un comportamento di
cui non abbiamo proprio bisogno in questo momento storico." I
genitori, dal canto loro, non vivono certo in maniera diversa e
anche loro ne pagano le conseguenze in termini di ansia, stress e
depressione. La differenza, secondo Louv, e' che per i bambini e'
piu' grave, perche' hanno meno strumenti di difesa e,
soprattutto, perche' l'impatto di questa mancanza ha una gravita'
maggiore durante la crescita e lo sviluppo. L'unica cura, per
Louv, e' quella di impegnarsi a creare situazioni piacevoli da
passare insieme ai bambini all'aria aperta, lontano dalle citta'
e per un periodo sufficientemente lungo perche' il bambino possa
entrare davvero in contatto con l'ambiente circostante.
"Purtroppo - conclude l'autore - i parchi cittadini non fanno lo
stesso effetto, ma sono certo meglio di niente."
(Wel/ Dire)