(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 mag. - A Roma e provincia sono
circa ottomila i ragazzi che ogni anno fanno richiesta di
formazione obbligatoria alla Scuola della seconda opportunita',
dopo aver abbandonato la scuola tradizionale. La maggior parte ha
alle spalle un fallimento scolastico, la meta' sono stranieri e
quasi tutti provengono da aree periferiche dove piu' forte e' il
disagio sociale. Lo ha sottolineato questa mattina a Roma
l'assessore provinciale alla Formazione e alle politiche del
Lavoro Massimiliano Smeriglio, intervenendo al convegno
"Riprendere a imparare, riprendere a educare", promosso dalla
provincia di Roma per fare il punto sui dieci anni di attivita'
della Scuola della seconda opportunita'. Un progetto che mette
insieme le scuole, i centri territoriali di formazione
professionale e i centri dell'impiego, per riportare tra i banchi
di scuola giovani italiani e stranieri usciti dai percorsi di
formazione ordinaria.
"Dopo la crisi sono aumentate in maniera esponenziale le
persone che si rivolgono alla Provincia per questo tipo di
servizio- continua Smeriglio- il fenomeno della dispersione
scolastica e' in continuo aumento. Per questo abbiamo deciso di
investire in questo progetto. Dobbiamo capire se si tratta di un
segmento residuale di persone o se e' un fenomeno che ci dice
qualcosa di importante sul paese. È sicuramente un argomento non
piu' di nicchia, ma un tema centrale anche in termini di spesa
che gli enti locali sono chiamati a fare. In questo senso noi
abbiamo investito 350mila euro nel progetto, mentre sono dieci
milioni di euro complessivi i fondi messi a disposizioni per le
attivita' di inclusione sociale".
A rivolgersi alle istituzioni locali perche' investano in
maniera piu' consistente nel settore e' stato il direttore
generale dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio, Maria
Maddalena Novelli. "È positivo ripensare ai dieci anni della
Scuola della seconda opportunita' di Roma, che e' uno dei
progetti maggiormente consolidati. Bisogna andare avanti su
questa strada.
I mezzi e gli strumenti ci sono, la legge finanziaria
regionale prevede progetti di lotta alla dispersione, dobbiamo
quindi sollecitare un impegno concreto da parte della Regione,
attraverso accordi da portare avanti col ministero- ha detto
Novelli. "Quello di cui abbiamo bisogno e' di stabilizzare il
sistema- ha aggiunto Simonetta Carvita, dirigente scolastico del
quarto Ctp di Roma-. Anche meno soldi ma piu' costanti, perche'
per noi e' necessario poter parlare in termini di
progettualita'". Secondo Carovita bisogna, inoltre, ripensare in
parte anche il sistema di inserimento dei ragazzi nel progetto.
"Ci vuole maggiore flessibilita'- ha detto-. Il vero salto di
qualita' lo abbiamo fatto con la collaborazione con le scuole
pubbliche. Stiamo cercando di fare in modo, cioe', che non ci sia
un tempo morto troppo lungo tra l'uscita dalla scuola ordinaria e
l'ingresso nella scuola di seconda opportunita'".
(Wel/ Dire)