PEDOFILIA, "SPESSO I BAMBINI NON VENGONO CREDUTI"
CASTELBIANCO (IDO): ABUSATO A RISCHIO, ELABORARE PRESTO IL TRAUMA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 mag. - Sempre piu' minori, in
Italia e nel mondo, sono vittime dei reati di pedofilia. Un
fenomeno dilagante e difficile da arginare per l'omerta' che
spesso circonda questi eventi. Capire e aiutare un bambino
abusato e' il tema affrontato da Federico Bianchi di
Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore
dell'Istituto di Ortofonologia (Ido) di Roma, intervenuto a Roma
al convegno "Abusi e traumi infantili: fattori eziologici della
personalita' pedofila e della sua vittima", organizzato
dall'associazione Giovanna D'Arco Onlus per la seconda giornata
nazionale contro la pedofilia. "L'obiettivo principale da
raggiungere quando si tratta di minori vittime di reati di
pedofilia, e' consentire al bambino tempestivamente di elaborare
il trauma. Non e' detto- specifica l'esperto- che mancanza di
sintomi significhi assenza del problema. Il trauma puo'
determinare un arresto o una regressione nell'evoluzione
psichica, che nel tempo puo' determinare quadri patologici". Piu'
in generale, Castelbianco segnala: "Se l'abuso non viene
elaborato, l'abusato puo' diventare colui il quale un giorno
abusera' a sua volta".
All'interno dell'Ido sono molti i casi di bambini aiutati ad
uscire dal trauma della pedofilia, attraverso terapie che aiutano
a tirare fuori le emozioni, le prime ad uscire spesso sono la
rabbia e le paure che una tale violenza causa. "Abbiamo di
recente trattato un gruppo di bambini di 4 anni- racconta
Castelbianco- attraverso una terapia di gruppo basata sul gioco.
Cio' che e' emerso e' stato confortante: nei momenti cosi'
costruiti sono emerse la rabbia e la paura che era in loro. Altre
volte- prosegue- attraverso la simbolizzazione nel gioco, avviene
la riappropriazione del vissuto con le tonalita' emotive che lo
hanno connotato".
Un'ultima riflessione riguarda il modo di accogliere le
istanze dei bambini, "che spesso- avverte Castelbianco- vengono
inascoltate o tardivamente accolte. Vi e' sempre una negazione e
una incredulita' cosi' radicata da arrivare al punto che se un
bambino racconta certi episodi, viene subito sottolineata la sua
scarsa credibilita', in quanto bambino piccolo. E se sono in
molti significa che e' una psicosi collettiva. Tutto e'
possibile, dunque, meno che la verita'".
(Wel/ Dire)
|