BASESCU: FINCHÈ SARÒ PRESIDENTE NON SARÀ MODIFICATA ALCUNA LEGGE
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 lug. - Sono arrivate a quota
45mila le firme per la petizione che chiede una modifica della
legge rumena per la riapertura dell'adozione internazionale. La
campagna era stata lanciata il 2 giugno nella Piata Sfatului di
Brasov, citta' a circa 200 km da Bucarest, da un coordinamento di
associazioni rumene impegnate nella tutela dell'infanzia.
"La voce della societa' civile e' piu' forte di questa legge che
non rispetta l'interesse superiore del bambino ad avere una
famiglia e rovina il futuro di migliaia di minori" ha detto Azota
Popescu, presidente dell'Associazione Catharsis, capofila della
mobilitazione. Decine di migliaia di bambini abbandonati, tra cui
oltre 60mila orfani che non sono richiesti in adozione nazionale,
oggi sono condannati a vivere senza famiglia. Ha fatto il giro
della Romania la storia di Ionut, un giovane di quasi 30 anni che
non ha mai conosciuto l'affetto di una famiglia e in queste
settimane si e' impegnato a promuovere la petizione: "Ho vissuto
in molti istituti e poi sono dovuto andar via - racconta Ionut
Darie all'Associazione amici dei bambini (AiBi) - ed e' stato un
vero trauma per me perche' non ho una famiglia ad aiutarmi nelle
scelte. Mi sento come un pacco da spostare di casa in casa."
Secondo Azota Popescu "la legislazione rumena sulle adozioni
viola il diritto fondamentale del bambino ad avere una famiglia,
come previsto nella Convenzione dell'ONU del 1989 e della
Convenzione de L'Aja del 1993, entrambe ratificate dal Parlamento
della Romania".
Ma servono ancora 55mila firme per presentare al Parlamento
rumeno la richiesta di modifica della legge 273 sulla tutela
dell'infanzia abbandonata. Lo scorso aprile il presidente Traian
Basescu aveva ribadito, alla stampa locale, la decisione di non
sbloccare le adozioni internazionali: "finche' saro' presidente
non sara' modificata la legge sulle adozioni, nonostante si sia
creata una lobby a Bruxelles favorevole alla riapertura."
(Wel/ Dire)