"L'ITALIA NON RISPETTA LA CONVENZIONE SUI DIRITTI DEL FANCIULLO".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 lug. - "L'Italia sta violando
la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989, perche'
non si e' dotata ancora di uno strumento per riconoscere la
kafala - principale strumento di tutela per i diritti
dell'infanzia abbandonata nei Paesi del Nord Africa - nonostante
questa sia richiamata nella Convenzione ONU 1989 (articolo 20) e
nella Convenzione Aja 1996 (articolo 33)." E' quanto denuncia
AiBi, l' Associazione Amici dei Bambini, l'organizzazione non
governativa costituita da un movimento di famiglie adottive e
affidatarie, che ha inviato una lettera di denuncia al Comitato
ONU per i diritti del fanciullo di Ginevra - organismo istituito
per verificare il rispetto dei principi della Convenzione del
1989 gia' ratificata dall'Italia - per sottoporre all'attenzione
del Comitato il ritardo con cui le nostre istituzioni stanno
affrontando il processo di ratifica della Convenzione de L'Aja
del 1996 in pieno contrasto con gli articoli 3,4,5 e 20 della
Convenzione ONU. "Ad oggi - prosegue AiBi - l'Italia non rispetta
il contenuto di questi articoli, pur avendo aderito alla
Convenzione sui diritti del fanciullo con una legge nazionale in
vigore dal 27 maggio 1991. La Convenzione costituisce uno
strumento giuridico vincolante per gli Stati che la ratificano,
oltre ad offrire un quadro di riferimento organico nel quale
collocare tutti gli sforzi compiuti in cinquant'anni a difesa dei
diritti dei bambini." Secondo l'organizzazione "una
contraddizione evidente, che non ammette giustificazioni."
Nell'articolo 20 della Convenzione ONU, infatti, la kafala trova
pieno riconoscimento, in quanto viene richiamata ufficialmente
come strumento per garantire a un minore abbandonato una
famiglia. "Eppure - denuncia AiBi - l'Italia non ha ancora
previsto alcun strumento per riconoscere e disciplinare questo
strumento di diritto islamico nell'ordinamento italiano,
riconosciuto anche nella Convenzione de L'Aja del 1996." AiBi,
dunque, ha chiesto al Comitato ONU di Ginevra di emanare un
"general comment", ovvero un documento per approfondire
l'istituto della kafala fra quelli di protezione dei minori fuori
dalla propria famiglia d'origine. Finora il Comitato ha
pubblicato 12 Documenti di questo tipo, di cui l'ultimo
sull'ascolto del minore (n. 12). Ai.Bi. ha inoltre chiesto al
Comitato di "indirizzare una raccomandazione al governo italiano,
affinche' prenda i necessari provvedimenti per riconoscere la
kafala."
(Wel/ Dire)