(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 lug. - Secondo l'Istat, che
ha diffuso il rapporto su matrimoni e separazioni in Italia, nel
2005 sono state pronunciate nei tribunali italiani 7.536
separazioni riguardanti coppie miste di coniugi, contro 4.266
concesse nell'anno 2000, con un incremento pari al 76,7%.
Successivamente si e' registrata una battuta d'arresto. Infatti,
nel 2008, le 5.996 separazioni non hanno ancora raggiunto il
livello del 2005 sia in valore assoluto sia in percentuale. La
discontinuita' nel trend di questa tipologia di separazioni si
riscontra in parte anche nei matrimoni che coinvolgono un
cittadino straniero e uno italiano.
"Inoltre - rileva l'Istat -, si puo' notare come, in piu' di 7
casi su 10, la tipologia piu' frequente di coppia mista che
arriva a separarsi e' marito italiano e moglie straniera o che ha
acquisito la cittadinanza italiana e non viceversa. Questo
risultato appare strettamente connesso con la maggiore
propensione degli uomini italiani a sposare una cittadina
straniera".
IL PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO. La tipologia di procedimento
prevalentemente scelta dai coniugi e' quella consensuale: nel
2008 si sono chiuse con questa modalita' l'86,3% delle
separazioni e il 77,3% dei divorzi. Prendendo in considerazione
le sole separazioni giudiziali, l'80,8% di queste e' concesso per
intollerabilita' reciproca della convivenza, il 15,7% con
addebito al marito e il 3,5% con addebito alla moglie.
Le coppie che risiedono nel Mezzogiorno ricorrono al rito
giudiziale piu' frequentemente di quelle residenti nel
Centro-nord: nel 21,5% dei casi nelle separazioni e nel 20,9% nei
divorzi. Occorre, pero', tener presente che il tipo di
procedimento e' condizionato anche dalla diversa convenienza
determinata dalla durata della causa e dei costi. La procedura
che porta alla separazione consensuale o al divorzio congiunto e'
piu' semplice, meno costosa e si conclude in minor tempo. Un
procedimento consensuale di separazione si esaurisce mediamente
in poco piu' di 150 giorni e uno di divorzio in 250, mentre se si
chiude con il rito contenzioso occorrono in media rispettivamente
937 e 508 giorni. Va anche tenuto presente che, proprio per
questa ragione, non sempre una causa di separazione o divorzio
termina con lo stesso rito con cui e' iniziata. Nel 2008 il 12,2%
delle separazioni e il 6,3% dei divorzi si sono chiusi con un
rito diverso da quello di apertura. Tra i cambiamenti di rito e'
piu' frequente il passaggio dal giudiziale al consensuale e non
viceversa.
I FIGLI COINVOLTI NELLE CAUSE DI SEPARAZIONE E DIVORZIO. Nel
2008 il 70,8% delle separazioni e il 62,4% dei divorzi hanno
riguardato coppie con figli avuti durante la loro unione. I figli
coinvolti nella crisi coniugale dei propri genitori sono stati
102.165 nelle separazioni e 53.008 nei divorzi. Oltre la meta'
(il 52,3%) delle separazioni e oltre un terzo (il 37,4%) dei
divorzi provengono da matrimoni con almeno un figlio minore di 18
anni. Il numero di figli minori che sono stati affidati nel 2008
e' stato pari a 65.727 nelle separazioni e a 26.592 nei divorzi.
Riguardi ai figli affidati nelle separazioni, il 56,2% di
questi ha meno di 11 anni. In caso di divorzio i figli sono
generalmente piu' grandi: la quota di quelli al di sotto degli 11
anni scende al 35,4% del totale. "Per quanto riguarda il tipo di
affidamento sia nelle separazioni che nei divorzi, negli ultimi
anni, si e' verificata una netta inversione di tendenza - precisa
l'Istat -. Infatti, con l'entrata in vigore della legge 54/2006,
e' stato introdotto l'istituto dell'affido condiviso dei figli
minori tra i due coniugi come modalita' ordinaria".
Fino al 2005, l'affidamento esclusivo dei figli minori alla madre
e' stata la tipologia largamente prevalente. Nel 2005 nell'80,7%
delle separazioni e nell'82,7% dei divorzi i figli minori sono
stati affidati alla madre, con percentuali piu' elevate nel
Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. La custodia
esclusivamente paterna si e' mostrata residuale anche rispetto
all'affidamento congiunto o alternato, risultando pari al 3,4%
negli affidamenti a seguito di separazione e al 5,1% per quelli
scaturiti da sentenza di divorzio. A partire dal 2006, in
concomitanza con l'introduzione della legge 54, la quota di
affidamenti concessi alla madre si e' fortemente ridotta a
vantaggio della nuova tipologia di affido condiviso. Il sorpasso
vero e proprio e' avvenuto nel 2007 (72,1% di separazioni con
figli in affido condiviso contro il 25,6% di quelle con figli
affidati esclusivamente alla madre) per poi consolidarsi
ulteriormente nel 2008 (78,85 di separazioni con figli in affido
condiviso contro il 19,1% di quelle con figli affidati
esclusivamente alla madre). La quota di affidamenti concessi al
padre continua a rimanere su livelli molto bassi. Infine,
l'affidamento dei minori a terzi e' una categoria residuale che
interessa meno dell'1 per cento dei bambini. Nel Mezzogiorno,
dove i coniugi trovano piu' difficilmente un accordo per una
gestione consensuale della crisi matrimoniale, anche la modalita'
di affido condiviso scende al 67,3% (rispetto a un valore
nazionale pari a 78,8) nelle separazioni e a 52,3% (rispetto a un
totale nazionale pari a 62,1) nei divorzi.
(Wel/ Dire)