(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 lug. - In merito alla triste
vicenda di Anna Giulia, la bimba di cinque anni di R. Emilia
rapita dai genitori da una casa vacanza, l'Associazione avvocati
matrimonialisti italiani (Ami), attraverso un comunicato, replica
ad una serie di considerazioni "forvianti che sono state espresse
in relazione al rapporto genitori-figli ed al suo significato
giuridico e morale." Nella nota Gian Ettore Gassani, presidente
nazionale Ami, dichiara: "Non c'e' nessuna norma o legge che
sanciscano la 'proprieta' esclusiva' dei figli da parte dei loro
genitori biologici.
I minori sono, innanzitutto e soprattutto, sotto la tutela
dello Stato e dell'intera comunita'. La potesta' genitoriale (che
qualcuno ancora si ostina in modo maschilista a definire 'patria
potesta'') e' un solenne dovere/potere dei genitori in favore dei
loro figli: essa puo' essere revocata in qualsiasi momento dal
giudice ogni qualvolta si realizzano fatti negativi per la
crescita psico fisica dei bambini. Dunque -prosegue - la potesta'
genitoriale altro non e' che una sorta di assunzione di
responsabilita' che lo Stato concede in prestito ai genitori."
Gassani poi continua spiegando che "Nel nostro Paese , purtroppo,
si ritiene che i figli siano di proprieta' dei genitori e che
nessuno possa interferire in tale rapporto. E' evidente che c'e'
una grande confusione tra gli italiani ed anche tra alcuni famosi
giuristi.
In Italia i figli vengono affidati a terzi (case famiglia o
parenti fino al quarto grado) molto frequentemente. Anche
un'aspra conflittualita' tra i genitori puo' giustificare
l'adozione di provvedimenti ablativi o sospensivi della potesta'
genitoriale ed il conseguente allontanamento del minore dalla
casa familiare. Tale sorte - si legge ancora nella nota - e'
toccata anche a molti figli di genitori appartenenti a ceti
sociali medio alti, segno questo che la giustizia minorile non
adotta provvedimenti cosi' gravi soltanto nei confronti di
famiglie con tossicodipendenti o che versano in situazioni di
degrado socio-economico". Secondo quanto afferma Ami, ogni anno,
circa cinquemila bambini vengano affidati alle case famiglia e
tolti temporaneamente ai genitori. "L'elemento di criticita',
tuttavia, puo' essere individuato in una carenza di strutture
adeguate e di preparazione e sensibilita' di alcuni operatori,
che dovrebbero lavorare nella direzione di un concreto recupero
dei rapporti tra i genitori ed i loro figli affidati a terzi"
specifica l'Associazione attraverso il suo presidente. Ma i tempi
lunghi delle procedure minorili finiscono con l'aggravare
situazioni e rapporti molto difficili.
Il caso di Anna Giulia non e' isolato. Spesso vi sono state
azioni di forza da parte dei genitori spodestati. "Pur nel
rispetto del dolore dei genitori di Anna Giulia - conclude
Gassani - l'Ami ritiene che la soluzione all'intera vicenda debba
essere caratterizzata dalla volonta' di questi ultimi di offrire
garanzie concrete per poter esercitare il diritto-dovere di
genitore".
(Wel/ Dire)