DOSSIER CARITAS/MIGRANTES: NEL 2008 NATI 25 MILA BAMBINI AFRICANI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 lug. - La ricomposizione o la
costituzione delle famiglie di immigrati in Italia e il numero di
minori sono in aumento nel nostro paese, soprattutto tra le
collettivita' a maggiore anzianita' migratoria (come la
marocchina), seppure non mancano gli adulti soli, per via del
susseguirsi di nuovi arrivi.
MINORI: NUMERI E PROVENIENZE. Degli 862.463 minori stranieri in
Italia (il 22,2% dei residenti), oltre il 60% e' nato sul
territorio della Penisola. Sono quasi 630.000 gli studenti di
cittadinanza straniera ad aver frequentato l'anno scolastico
2008/2009 (1 ogni 14 iscritti). Gli alunni cittadini di un Paese
africano sono 150.951, il 24% del totale, con una maggiore
concentrazione nella scuola primaria (62.126, 41%) e in quella
dell'infanzia (37.306, 25%), dato che suggerisce l'importanza
delle seconde generazioni. Il primo Paese per numero di alunni e'
il Marocco (82.281), seguito dalla Tunisia (16.693) e, con meno
di 10.000 presenze, da Egitto, Ghana, Nigeria e Senegal.
Se si considerano anche quelli che non sono ancora in eta'
scolastica o hanno superato i 15 anni, sono oltre 200.000 i
minori africani in Italia. Solo nel corso del 2008, i cittadini
di uno Stato dell'Africa nati direttamente nel nostro Paese sono
stati quasi 25.000, un terzo dei bambini stranieri nati in Italia
nello stesso anno (33,5%). In un quarto dei casi si e' trattato
di nascite riconducibili all'immigrazione dal Nord Africa
(24,9%), in prevalenza marocchini (16,9%).
Questi ragazzi, che non sono venuti dall'estero e considerano
l'Italia come il loro Paese, sollevano una seria questione
normativa e la necessita' di considerarli "nuovi cittadini" su un
piano di uguaglianza di diritti e di opportunita', nell'interesse
stesso del Paese che li ha accolti.
COPPIE MISTE. Cresce il numero di coppie miste. Nel 2008 sono
stati 6.130 i matrimoni con almeno uno sposo di cittadinanza
africana celebrati in Italia, di cui 4.524 unioni miste (73,8%)
contrassegnate da un maggiore coinvolgimento dei nordafricani.
STEREOTIPI. Perdurano tuttavia gli atteggiamenti discriminatori
che fanno leva sul colore diverso della pelle. "Negro" e
"marocchino" sono ancora troppo spesso utilizzati come termini
offensivi. In una ricerca condotta sulla presenza marocchina in
Europa nel 2005, si lamentava che in Italia un sesto di questi
migranti aveva subi'to discriminazioni.
SFRUTTAMENTO LAVORATIVO. I casi piu' noti e drammatici, nel
settore agricolo, si susseguono nelle tante Rosarno del nostro
Paese (Villa Literno, San Nicola Varco, la piana di
Sibari-Metaponto, le campagne di Foggia e altre localita'
pugliesi, Ragusa, S. Croce Camerina, le campagne del basso Lazio,
per citarne alcune). C'e' poi il capillare sfruttamento in
edilizia, nei servizi e nelle famiglie, dove e' molto comune
l'abitudine di assumere in nero (o di dichiarare solo parte delle
ore lavorate.
CRIMINALITA'. Non aiuta l'integrazione la convinzione che piu'
immigrazione equivalga a un aumento della criminalita' (i
telegiornali, quando parlano di stranieri, in oltre il 75% dei
casi riportano fatti di cronaca giudiziaria).
Di recente il VII Rapporto Cnel sugli indici di integrazione (13
luglio 2010), basandosi sui dati del Ministero dell'Interno del
2008, ha mostrato l'inconsistenza di questo pregiudizio: a fronte
di 1 denuncia ogni 22 residenti, per gli stranieri entrati nel
Paese nel quadriennio 2005-2008 il carico penale e' stato meno
pesante (1 denuncia ogni 25 nuovi immigrati). Resta vero, pero',
che per le grandi collettivita' africane in Italia (Senegal,
Nigeria, Marocco, Tunisia e Egitto) le denunce nel periodo
2005-2008 sono aumentate in misura superiore a quella mediamente
riscontrata tra gli immigrati. In particolare i nordafricani sono
coinvolti nel commercio di stupefacenti e i nigeriani nella
tratta ai fini dello sfruttamento sessuale.
Associazionismo. Il discorso della devianza e' serio e va
affrontato con impegno preventivo, con la lotta alle
organizzazioni criminali straniere e italiane, ma anche con la
valorizzazione dell'associazionismo degli immigrati, una risorsa
scarsamente utilizzata per promuovere positivamente il controllo
sociale all'interno delle collettivita'.
(Wel/ Dire)