"SE HANNO PROVE FACCIANO UNA DENUNCIA CON NOMI E COGNOMI".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 lug. - "Business delle
comunita' per minori? Sono accuse pretestuose": per Liviana
Marelli, referente nazionale del gruppo minori del Cnca
(Coordinamento nazionale comunita' d'accoglienza), "la realta' e'
ben diversa: ci sono comunita' che vengono pagate dagli enti
pubblici dopo anni e quando un minore compie 18 anni continuiamo
ad aiutarlo a crescere anche se piu' nessuno per lui mette le
risorse economiche necessarie". Cosi' risponde alle accuse
lanciate dal Comitato cittadini per i diritti umani (Ccdu) e
dell'associazione Genitori separati dai figli (Gesef), che hanno
organizzato per questa mattina una manifestazione di fronte al
Tribunale di Milano (vedi lancio precedente). Per queste due
associazioni "l'affido alle comunita' fomenta il business degli
istituti per bambini". "Se hanno prove facciano una denuncia con
nomi e cognomi alle autorita' competente", sottolinea Liviana
Marelli.
Le comunita' accolgono i minori su provvedimento del Tribunale.
"Il nostro compito e' anche quello di favorire, quando possibile,
il rientro del bambino nella famiglia d'origine", sottolinea
Liviana Marelli. "Non si puo' muovere accuse generiche agli
assistenti sociali, ai giudici e alle comunita' dicendo che sono
incompetenti o che hanno secondi fini - aggiunge-. Anche i
genitori hanno possibilita' di far valere le loro ragioni in
Tribunale: appena viene aperto il provvedimento, hanno diritto a
un legale. Quindi le garanzie ci sono. Infine, le comunita'
d'accoglienza sono aperte a ogni tipo di verifica e controllo da
parte degli organismi competenti, non si tratta di realta'
chiuse".
(Wel/ Dire)