(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 lug. - "Meglio un piano
infanzia e adolescenza con tanti difetti che non averlo affatto,
ma e' necessario ragionare sugli investimenti, perche' senza
previsioni finanziarie si tratta di una presa in giro bella e
buona". Cosi' il direttore generale di Save the Children, Valerio
Neri, commenta la proposta riguardante il Piano infanzia e
adolescenza del ministro del Welfare Maurizio Sacconi e del
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle
politiche per la famiglia Carlo Giovanardi, ufficialmente
presentata all'Osservatorio nazionale per l'infanzia e
l'adolescenza il 14 luglio. Per Save the children, che non fa
parte dell'Osservatorio nazionale, "l'infanzia in Italia non ha
bisogno di chiacchiere ha bisogno di risultati". A questo
proposito Neri cita il capitolo relativo alle risorse, dove e'
possibile leggere che "le azioni richiamate e da attuarsi
nell'ambito della legislazione vigente risultano finanziabili nei
limiti degli stanziamenti previsti, mentre gli impegni assunti
alla presentazione alle Camere di nuovi provvedimenti legislativi
saranno condizionati al rispetto della disciplina ordinaria in
tema di programmazione finanziaria". A tali impegni - viene
precisato - "e' da riconoscere carattere meramente
programmatico". "E a noi quando leggiamo meramente programmatico
ci viene l'orticaria - commenta Neri - perche' di solito sappiamo
che vuol dire che non c'e' una lira". Insomma "si tratta di un
Piano che nasce con un carattere meramente programmatico, senza
alcun impegno di spesa".
Diverse anche le obiezioni sul versante dei contenuti. Tra
queste la mancanza di un'adeguata attenzione all'accoglienza dei
minori stranieri non accompagnati. "Il nostro paese lo si voglia
o no continua a essere un paese in cui arrivano i ragazzi
migranti, anche se noi facciamo di tutto per respingerli sul
versante libico - afferma il direttore di Save the children. Vi
e' poi l'assenza del tema della partecipazione "richiamata qua e
la' come una bella speranza", ma "senza la presenza di alcuna
azione precisa". Non vi e' infine alcun riferimento a una legge
contro le punizioni corporali. "In Italia - spiega Neri - i
genitori possono schiaffeggiare e sculacciare i propri figli
senza sentirsene in nessun modo colpevoli. Le misure penali
scattano solo in caso di maltrattamento. In tanti paesi d'Europa,
invece, esiste una legge che impedisce ai genitori di usare la
violenza nell'educazione dei figli. Nella bozza di Piano infanzia
presentata dal governo - conclude - non se ne fa parola, come se
fosse un problema di scarsissimo valore".
(Wel/ Dire)