"TRA LE CAUSE DEL PIU' BASSO TASSO DI NATALITA' AL MONDO".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 lug. - Si chiama 'mobbing
perinatale' ed e' l'insieme delle pressioni sociali e lavorative,
anche solo di natura psicologica, che possono anche compromettere
seriamente uno stato avanzato di gravidanza. Ne da' conto il
volume fresco di stampa di Giuliano Bussotti e Serena Moriondo,
edito dal Ediesse con Cgil Umbria, "Valutazione del mobbing.
Manuale per la gestione del rischio dei lavoratori e delle
lavoratrici". La donna in gravidanza, o che ha una prospettiva di
maternita', e' spesso "terreno fertile per pratiche che preludono
spesso a cambi di mansioni e non di rado a veri e propri
arretramenti di carriera". Le conseguenze di ansie e pressioni
del genere negli ultimi mesi di gravidanza possono ripercuotersi
sul nascituro: secondo uno studio riportato nel 2005 al convegno
sul mobbing perinatale tenutosi a Milano presso l'Istituto
Clinico Humanitas, il 10-15 % dei bambini e' a rischio di nascere
prematuro, cardiopatico, soggetto ad asfissia neonatale o a
malformazione.
Inoltre nei primi mesi di vita il neonato fara' fatica ad
attaccarsi al seno, a dormire di notte, poi potra' avere sintomi
di iperattivita'.
"Da anni in Italia c'e' la piu' bassa natalita' del mondo, 1,2
bimbi per ogni mamma - commenta il sociologo Giuliano Bussotti,
uno degli autori del volume -. Da noi chiedere a una donna se ha
intenzione di sposarsi e avere figli durante un colloquio di
lavoro e' punibile con l'arresto, perche' si viola l'articolo 8
della Statuto dei lavoratori - prosegue Bussotti -. Recentemente
il governo ha cancellato una norma che prevedeva il divieto di
chiedere-imporre alle lavoratrici di firmare le cosiddette
'dimissioni senza data' o addirittura, pratica ancora diffusa
ampiamente soprattutto in alcune aree del Paese, di dichiararsi
in maternita' sin dai primi mesi mentre si e' costrette a
lavorare sino a pochissimi giorni prima del parto".
In Italia tutto questo accade mentre, d'altro canto si ricorda
sempre, e viene ribadito anche nel volume della Cgil, come il
nostro Paese abbia la normativa piu' avanzata in assoluto di
tutta l'Unione europea quanto a protezione della lavoratrice
madre. "Cio' nonostante - sono ancora le parole di Bussotti - tra
le cause del piu' basso tasso di natalita' al mondo ci sono anche
le pressioni psicologiche che inducono le donne all'interruzione
di gravidanza: non e' un caso che l'aborto e' pratica
significativamente piu' diffusa fra le lavoratrici che hanno una
situazione contrattuale piu' precaria".
(Wel/ Dire)