(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 lug. - Sono 350 mila gli
"orfani bianchi" che vivono in Romania senza uno o entrambi i
genitori, migrati per garantire ai figli un futuro migliore.
Rappresentano complessivamente il 7% della popolazione minorile
romena. Sono solo alcuni dei dati del dossier "Left Behind - La
famiglia transnazionale e gli orfani bianchi nella Moldavia
Romena", realizzato dalla Fondazione Albero della Vita Onlus e
presentato oggi ad una delegazione di membri italiani del
Parlamento Europeo di Strasburgo per sensibilizzare le
istituzioni europee e sollecitare un intervento per questa
delicata situazione.
L'iniziativa e' stata accolta dal sostegno bipartisan di
europarlamentari italiani di opposti schieramenti, sensibili al
tema dei diritti dell'infanzia: il vicepresidente del Parlamento
Europeo Roberta Angelilli (Pdl); il vicepresidente della
Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia Patrizia Toia
(Pd); l'europarlamentare David Sassoli (Pd).
"Quello degli 'orfani bianchi' della Romania - ha dichiarato il
presidente de L'Albero della Vita, Patrizio Paoletti - e' un
fenomeno che non riguarda soltanto le persone direttamente
colpite ma tutti i cittadini dell'Unione. In particolare
l'Italia, dove i rumeni rappresentano la prima collettivita'
straniera con 796.477 individui (fonte ISTAT 2009). Per questo e'
necessario che le istituzioni europee prendano coscienza delle
dimensioni del fenomeno e si impegnino ad aiutare e sostenere i
minori che, soli in patria, sono esposti a gravi rischi sociali".
Secondo il rapporto de L'Albero della Vita (realizzato
rielaborando dati Istat, Unicef e Alternative Sociale), sono
complessivamente 400 mila i minori romeni che avrebbero
sperimentato, per un periodo della loro vita, quella particolare
forma di deprivazione genitoriale; 750 mila quelli colpiti piu' o
meno violentemente dalla partenza dei loro genitori, in questi
anni. Nel dettaglio, sarebbero 157 mila i bambini che attualmente
hanno il padre all'estero, 67 mila solo la mamma, mentre piu' di
un terzo, ossia 126 mila, sarebbero privi di entrambi i genitori.
Meta' degli "orfani bianchi" ha meno di 10 anni. Tra questi, piu'
della meta' ha tra i 2 e i 6 anni, solo il 4% ha meno di un anno.
Il 16% di questi bambini ha speso piu' di un anno lontano dai
propri genitori. Il 3% addirittura piu' di quattro. In totale
sarebbero 4 milioni i rumeni emigrati. Il 15% delle famiglie
della Romania ha almeno un componente della famiglia all'estero.
Se ad emigrare e' il padre, il 21% dei figli non lo vede per 2-4
anni consecutivi, il 28% per un tempo ancora piu' lungo; nel 94%
dei casi i ragazzi vengono lasciati alle cure delle madri. Se
sono le donne ad essere lontane, la famiglia estesa diventa un
supporto fondamentale: solo il 58% dei bambini vive con il
proprio padre rimasto in patria. Chi decide di partire lo fa
soprattutto per migliorare i propri standard di vita, ma il 31%
dei migranti ammette che niente e' migliorato dopo la partenza.
Ma quali sono le conseguenze per i bambini lasciati in patria
dai genitori emigranti? Per il 66% che dice di aver beneficiato
di un miglioramento della vita, gli effetti positivi ricadono
anche sui bambini: si innalza ad esempio il tenore di vita e il
numero dei beni a disposizione (vestiti, scarpe, giocattoli). E
se anche lo stato di salute sembra migliorare, risulta
controversa la valutazione degli effetti sulla scuola: il 2% dei
minori con almeno un genitore all'estero ha abbandonato gli
studi. Il maggior impatto negativo sembra ricadere sulla qualita'
del tempo libero: i figli di migranti si sentono, piu' dei
coetanei, degli "spiriti liberi". Tra i comportamenti piu'
diffusi, pero', c'e' un aumento dell'aggressivita' e della
violenza. Nel 2008, su 338 minori denunciati, 250 avevano almeno
un genitore all'estero.
(Wel/ Dire)