(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 giu. - Aborto spontaneo, un
meccanismo lo impedisce. E' stato scoperto da un gruppo di
ricercatori italiani i motivi alla base dell'aborto spontaneo. Il
team di scienziati dell'Istituto Gaslini di Genova e
dell'Universita' del capoluogo ligure hanno, infatti,
identificato un meccanismo all'interno dell'organismo che
protegge il feto dalle crisi di rigetto. In alcuni casi, il
meccanismo non entra in funzione e il feto viene aggredito dagli
anticorpi materni, che nella maggior parte dei casi portano
all'aborto. Ogni feto eredita' meta' dei geni paterni e meta' di
quelli materni, fra cui i geni che codificano gli antigeni di
istocompatibilita' Hla, sostanze determinanti per la risposta
immunitaria, ma che possono provocare il rigetto in caso di
trapianto da donatore non compatibile.
Durante la gravidanza, in condizioni ottimali, l'organismo
femminile riesce a tollerare i geni estranei del compagno. Cio'
e' possibile grazie a un particolare tipo di linfociti T con
proprieta' immunoregolatore (Treg), che bloccano la reazione
immunitaria e impediscono il rigetto del feto. I ricercatori
italiani sono riusciti a capire il meccanismo attraverso il quale
le Treg vengono attivate durante la gravidanza. Coordinati Maria
Cristina Mingari, docente di immunologia dell'Universita' di
Genova, e da Lorenzo Moretta, direttore scientifico del Gaslini,
i ricercatori sono giunti alle loro conclusioni dopo anni di
ricerche, e il lavoro sara' presto pubblicato sulla rivista
Proceedings of the National Academy of Science.
"Noi studiamo da molti anni le cellule natural killer (Nk) -
spiega Moretta - Si trovano nel sangue, ma sono particolarmente
abbondanti anche a livello della placenta. In genere, le Nk
uccidono tumori e cellule infettate da virus. Nella placenta
invece cambiano completamente il loro comportamento e producono
varie sostanze (citochine, chemochine, fattori di crescita), che
inducono la crescita dei tessuti e la formazione di nuovi vasi
(fondamentali per nutrire la placenta e il feto in
accrescimento). Ma abbiamo scoperto anche dell'altro - prosegue -
nella placenta, le cellule Nk si scambiano informazioni con un
particolare tipo di macrofagi specializzati. In seguito a questa
'conversazione', viene impartito il comando (attraverso
'messaggeri solubili' quali citochine) di formare moltissime
Treg. Le Treg a questo punto bloccano ogni tentativo del sistema
immunitario della madre di eliminare il feto". Questo meccanismo,
secondo quanto illustrato dai ricercatori, puo' risultare
alterato ad esempio per un deficit di cellule Nk o di un
inefficace scambio di informazioni tra cellule. "Ecco che non
vengono prodotte Treg - aggiunge Mingari - e il feto viene
aggredito dalle cellule killer e dagli anticorpi materni. Il
risultato piu' frequente e' l'aborto". A provocare l'aborto e'
spesso l'eta' della donna, che a seguito del mutamento indotto
dalle condizioni socio-economiche e' sempre piu' elevata: dopo i
40 anni l'aborto spontaneo ha un'incidenza sulla gravidanza del
20%, quando la madre ha un'eta' intorno ai 30 anni i casi di
aborto si riducono statisticamente a meno del 10%". Sicuramente
una delle cause di aborto e' un difetto dell'ovocita dovuto a
imperfezioni subentrate nella meiosi e collegate all'eta'
materna. Il meccanismo messo in luce dallo studio potrebbe avere
risvolti importanti anche per altri aspetti legati alla salute:
"un meccanismo simile -spiegano gli studiosi - sembra essere
attivo anche in alcuni tumori che riescono cosi' a sfuggire al
controllo e all'eliminazione dal sistema immunitario. Quindi, un
meccanismo di regolazione molto utile in gravidanza e' del tutto
negativo nel caso di tumori. Stiamo ora valutando anche questi
aspetti".
(Wel/ Dire)