755 SOGGETTI OTTENGONO SOSPENSIONE CIRCOLARI FINO AL 19 LUGLIO.
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 28 giu. - Tutto fermo, per
ora non si taglia nulla, perche' le circolari Gelmini sono
illegittime. Il Tar del Lazio ferma la mano del ministro
dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e congela le circolari che
tagliano i docenti di ogni ordine e grado, la mobilita' e che
danno le indicazioni sulle iscrizioni alle superiori. Insomma, su
organici e iscrizioni, si deve tornare all'anno scorso e quindi
non si puo' procedere con i tagli, di 41.000 posti, tra cui
15.000 di personale non insegnante, a livello nazionale.
Il tribunale amministrativo della Capitale ha accolto la
richiesta dei legali dei ricorrenti, una lunga serie di comitati
e 755 (di cui 400 bolognesi) tra insegnanti, genitori e studenti
di diverse citta' italiane. Gli avvocati che hanno steso l'atto
sono Maria Virgilio, che e' anche ex assessore comunale alla
Scuola a Bologna e Corrado Maceri del "comitato Nazionale per la
scuola della Repubblica" di Firenze. Il Tar, dunque, ha disposto
la sospensione dei provvedimenti impugnati e ha ordinato al
ministro di depositare nel termine di quindici giorni una
"documentata relazione che riferendo sui fatti di causa,
controdeduca puntualmente sui motivi dedotti con il ricorso".
Il d-day e' il 19 luglio, quando si terra' la prossima udienza
per decidere se confermare o meno la sospensione dei
provvedimenti impugnati. Fino a quella data, dunque, tutte le
operazioni sull'organico e i relativi trasferimenti del personale
e quelle sulle iscrizioni sono ferme.
A darne notizia e' una nota delle associazioni che hanno fatto
ricorso: 755 tra docenti, genitori, personale Ata, studenti, che
si sono rivolti ai legali assieme al Comitato nazionale per la
scuola della Repubblica, al Comitato bolognese scuola e
Costituzione e al Crides di Roma, ed e' stato organizzato dai
Coordinamenti scuole superiori di Roma, Bologna, Firenze, Pisa,
Padova, Vicenza, Parma, Modena, Ferrara, Milano, nonche' dal
Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola
statale. La vicenda, spiega l'ex assessore di Cofferati,
Virgilio, nasce con l'articolo 64 della Finanziaria 2008 del
ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che disponeva la
revisione dell'assetto normativo scolastico, per tagliare le
spese. Questo si doveva concretizzare con un piano e coi relativi
regolamenti, ma il ministro ha redatto "solo schemi usati poi per
delle circolari, che noi e poi anche il Tar, abbiamo ritenuto
illegittime". Da qui lo stop, almeno fino a meta' luglio.
"I provvedimenti del Governo sulla scuola non solo distruggono
la scuola pubblica con il taglio, in tre anni, di otto miliardi
di euro, di 87.000 posti di insegnamento e di 45.000 posti di
personale non insegnante, ma sono illegittimi", si legge nella
nota diffusa oggi dalle associazioni che hanno fatto ricorso. Il
problema nasce del fatto che il ministro ha compiuto "una serie
di illegittimita'", perche' ha "usato circolari come fossero
leggi, ha forzato tempi e procedure della riforma al solo scopo
di incassare i tagli di spesa, ha messo nel caos le scuole e
mette a rischio l'inizio regolare del prossimo anno scolastico".
Non solo, ma "l'arroganza del ministro e' giunta fino al punto da
non partecipare all'udienza davanti al Tar del 24 giugno, neppure
presentando memoria scritta" si arrabbiano le associazioni, che
poi fanno il punto sul "gravissimo danno derivante dalla
operazione governativa".
Tanto per cominciare, con le iscrizioni alle superiori fissate
tra febbraio e marzo, i genitori hanno dovuto procedere
all'iscrizione dei figli alle prime dei nuovi indirizzi per il
2010-11, "senza conoscere i programmi di studio" e sulla base del
piano dell'offerta formativa dello scorso anno "che gli Istituti
non sono stati in grado di aggiornare, in mancanza dei programmi
e dei regolamenti definitivi".
Senza contare che i 'primini' dei professionali "non hanno
alcuna garanzia che gli istituti statali siano in grado di
offrire la qualifica professionale triennale finora prevista,
visto che la competenza al riguardo e' soggetta alle decisioni
delle singole Regioni". E poi i genitori e gli studenti gia'
iscritti agli istituti tecnici e professionali che frequenteranno
le seconde, le terze e le quarte a settembre "si troveranno a
loro insaputa dal prossimo settembre l'orario ridotto da due a
quattro ore", perche' sono stati iscritti d'ufficio alla classe
successiva senza essere informati del cambiamento e senza
conoscere le materie che saranno ridotte d'orario.
Per quanto riguarda poi il piano dell'offerta formativa,
attaccano ancora le associazioni, i Collegi dei docenti non hanno
avuto la possibilita' di predisporli, visto che i nuovi indirizzi
di studio "sono stati imposti tramite pubblicazione sul sito del
ministero nello scorso marzo".
In questo modo, gli istituti non hanno potuto fare le proposte
di modifica delle confluenze fra gli indirizzi del vecchio e del
nuovo ordinamento. Stessa faccenda per i libri di testo, che
dovevano essere scelti entro il 31 maggio per le nuove prime
"senza che pero' fossero definiti i nuovi programmi". Non sono
comunque mancate le 'ribellioni' dato che molti collegi hanno
rifiutato di decidere e altri hanno adottato testi improvvisati e
definiti in base alle prime bozze dei programmi, "che sono state
poi profondamente modificate". In tutto questo non si sa neppure
a quali insegnanti verra' affidato l'insegnamento delle
discipline introdotte dai nuovi ordinamenti, attaccano ancora i
comitati.
Infine la definizione degli organici, che "sono in enorme
ritardo" assieme a quelle di mobilita': "In questo momento,
infatti, sono in fase di definizione solo quelle delle
elementari". I docenti, dunque, si troveranno trasferiti
d'ufficio sulla base di un organico basato per il prossimo anno
su classi di concorso 'atipiche' cioe' classi prodotte da una
commistione fra le vecchie e quelle nuove. "In tal modo alcune
graduatorie verranno penalizzate dall'unificazione con altre".
(Wel/ Dire)