(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 giu. - Sempre piu' cresciuti
dai nonni o dalla scuola, sempre piu' bulli, sempre piu'
"bamboccioni", sempre piu' costosi e sempre piu' figli di
immigrati, famiglie di fatto, genitori separati o divorziati,
coppie miste. Ecco i ragazzini 10 anni dopo. E se i piu' piccini
restano davanti alla tv non piu' del solito, tra i ragazzini piu'
grandi cresce l'uso di cellulare, internet, Facebook e lettore
mp3. Ma ad aumentare sono anche i fumatori under 18. Sono i
risultati di "Bambini e adolescenti: un quadro degli ultimi 10
anni", il dossier realizzato da Telefono Azzurro ed Eurispes,
presentato oggi a Roma in conferenza stampa, che completa quel
ciclo di studi dell'universo minorile in Italia che ha
accompagnato le ultime dieci edizioni del loro "Rapporto
nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza". Una
ricerca che fotografa i cambiamenti dei circa 50.000 minori -
diversi per eta', sesso e dimensioni del comune di residenza -
intervistati nelle scuole italiane dal 2000 a oggi sia per quanto
riguarda i modelli di comportamento sia di consumo che di
pensiero.
"Come emerge dalle indagini - dice Ernesto Caffo, presidente di
Sos Telefono Azzurro -, gli ultimi dieci anni sono stati
caratterizzati da tre grandi rivoluzioni: non si parla piu' di
famiglia ma di famiglie, il tema della crisi economica e'
centrale e le nuove tecnologie sono entrate con forza nella vita
di tutti. Tutti fattori ambivalenti tanto per i bambini quanto
per gli adolescenti: di rischio, di protezione ma anche di
acquisizione di nuove capacita'. E le vecchie e le nuove forme di
disagio, dal maggiore stress emotivo al problema delle
tossicodipendenze e dall'adescamento on line fino al
cyberbullismo, possono essere affrontate e risolte solo
ripensando la funzione educativa con percorsi di responsabilita'
condivisa che prevedano l'impegno coordinato di istituzioni,
terzo settore e mondo aziendale".
"Quando decidemmo di dar vita a un Rapporto nazionale sulla
condizione dell'infanzia e dell'adolescenza - spiega Gian Maria
Fara, presidente dell'Eurispes - a ispirarci c'era la
consapevolezza che le caratteristiche che andava assumendo la
nostra societa' stessero producendo un progressivo allontanamento
dai bisogni dei nostri bambini e dei nostri adolescenti. Nello
stesso tempo, era forte la sensazione che l'attenzione e
l'impegno delle istituzioni fossero tanto declamati quanto
superficiali e spesso disattesi. In Italia la assoluta priorita'
non solo economica, ma anche culturale e sociale della famiglia,
e' stata continuamente e retoricamente declamata, ma nei fatti le
politiche familiari italiane si collocano agli ultimi posti in
Europa per quantita' e qualita' degli interventi. L'azione dei
governi che si sono succeduti nel corso degli anni si e'
dimostrata particolarmente debole e comunque inadeguata a
sostenere il peso reale della presenza dei figli in una famiglia.
Basti pensare al tema del quoziente familiare sul quale si
discute senza approdare a concreti risultati ormai da tempo".
(Wel/ Dire)