(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 giu. - Aumentano i minori
stranieri residenti sul territorio nazionale: al termine del 2008
la media nazionale e' pari al 22,2% della popolazione straniera
(5,5 punti in piu' rispetto agli italiani). Una cifra che
raggiunge livelli anche superiori in molte regioni del nord come
il Piemonte (22,5%), l'Emilia-Romagna (23,1%), la Lombardia
(24,2%), la provincia autonoma di Trento (24,2%) e il Veneto
(24,3%). Lo rivela il rapporto "Immigrazione, regioni e consigli
territoriali per l'immigrazione. I dati fondamentali", presentato
questa mattina a Viterbo.
Tra le citta' la presenza dei minori stranieri raggiunge punte
particolarmente alte a Rovigo (25,1%), Reggio Emilia (25,7%),
Bergamo (26,1%), Vicenza (26,2%), Treviso (26,5%), Mantova
(26,6%), Brescia (26,7%), Lodi (27,0%) e Cremona (27,7%). Tra le
regioni del Centro, spicca il valore delle Marche (23,1%), mentre
in senso radicalmente opposto si colloca la Campania, dove i
minori stranieri sono soltanto il15,4%. Per quanto riguarda
l'istruzione, invece, i bambini di diversa nazionalita' iscritti
a scuola sono il 7%. Ma in tutte le regioni del Nord e del Centro
si registrano valori superiori, dal 7,3% della Valle d'Aosta al
12,7% dell'Emilia-Romagna, con valori particolarmente alti a
Perugia (13,0%), Treviso (13,1%), Parma (13,2%), Alessandria e
Pordenone (13,6%), Asti e Modena (14,0%), Cremona (14,2%),
Brescia (14,5%), Reggio Emilia (14,9%), Piacenza (16,2%), Prato
(16,4%) e Mantova (16,9%). Anche in questo caso, la regione con
il valore inferiore e' la Campania (1,3%). I nuovi nati da
entrambi i genitori stranieri (72.472) hanno costituito il 12,6%
sulle nascite totali registrate in Italia. Tra nati e
ricongiunti, il 2008 e' stato l'anno in cui i minori, per la
prima volta, sono aumentati di piu' di 100 mila unita'. A loro
volta gli studenti figli di genitori stranieri (628.937 nell'anno
scolastico 2008-2009) sono aumentati di 54.800 unita' (+10%) e
incidono per il 7% sull'intera popolazione studentesca
(8.943.796). Per quanto riguarda, invece, la popolazione anziana,
i cittadini stranieri ultrasessantacinquenni sono solo il 2% e
l'eta' media e' notevolmente piu' bassa rispetto agli italiani
(31 anni contro i 43). In totale i dati aggiornati al 31 dicembre
2008 parlano di 3.891.295 residenti stranieri in Italia, il 6,5%
dell'intera popolazione (60.045.068). Dalla fine del 2005 alla
fine del 2008 gli stranieri residenti sono passati da 2.670.514 a
3.891.293, con un incremento del 45,7% e un aumento annuo intorno
alle 400 mila unita'. Inoltre, secondo il Dossier
Caritas/Migrantes, se si tiene conto degli stranieri regolarmente
presenti e in attesa di regolarizzazione, la presenza straniera
sale a 4.329.000 persone e l'incidenza al 7,2%. Una ripartizione
che interessa tutto il territorio nazionale, perche' coinvolge
tutte le regioni d'Italia, anche se con una diversa intensita'.
Le maggiori presenze si riscontrano, infatti, al nord ( piu' del
60% dei residenti), segue il centro (con una quota del 25%) e
quindi il mezzogiorno. "È interessante constatare che i
capoluoghi provinciali restano ancora i poli di maggiore
attrazione, ma con una dispersione negli altri comuni prima
sconosciuta e dettata anche dal grave problema degli alloggi nei
centri urbani", si legge nel rapporto, dove si evidenzia come sia
in aumento anche la tendenza alla stabilizzazione "diventata
sempre piu' forte con il passare degli anni". Il fenomeno si
evince tra l'altro dall' equilibrio statistico tra uomini e
donne, dalla prevalenza dei coniugati sui celibi e sulle nubili,
dall'investimento nell'acquisto della casa e dal crescente numero
di acquisizione di cittadinanza.
(wEL/ Dire)