RAPPORTO DELL'ALTO COMMISSARIATO DELLE UN PER I RIFUGIATI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 giu. - Un numero sempre
crescente di bambini afghani affronta un viaggio difficile e
pericoloso via terra per raggiungere l'Europa, viaggiando senza i
propri genitori e trovandosi esposti a pericoli e violazioni dei
diritti umani. E' quanto emerge dal rapporto dell'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), che
presenta alcune raccomandazioni su come i governi, compreso
quello afghano, dovrebbero rispondere ad una questione cosi'
complessa. Piu' di 5.900 bambini afgani, per lo piu' ragazzi,
hanno cercato asilo in Europa lo scorso anno, rispetto ai 3.380
del 2008. Nel 2009, il 45 per cento dei minori non accompagnati
richiedenti asilo erano afgani, percentuale quasi tre volte
maggiore a quella dei Somali, che costituivano il secondo gruppo.
L'Unhcr ritiene che vi siano molti minori afgani in viaggio che
non richiedono asilo.
Lo studio dell'Unchr esamina le ragioni delle partenze, i
percorsi che i bambini intraprendono, e l'accoglienza che
ricevono al loro arrivo. Alcuni viaggiano direttamente
dall'Afghanistan, mentre altri hanno vissuto per anni in Iran o
Pakistan. I giovani afgani cercano di raggiungere l'Europa per
diversi motivi, tra cui il conflitto ancora in corso in
Afghanistan e la riduzione dei livelli di protezione nei paesi
vicini. Esperienze individuali di guerra e violazioni di diritti
umani quali il lavoro forzato e il sequestro di persona, insieme
alle scarse condizioni di sicurezza, la poverta' diffusa,
l'instabilita' politica, le limitate prospettive di un'istruzione
adeguata e la speranza sempre minore di un futuro migliore,
alimentano i flussi, come anche le reti di contrabbando.
Lo studio rileva come i giovani afgani che arrivano in Europa
non sempre ricevono il supporto di cui hanno bisogno. Di
conseguenza, rimangono spesso nelle mani dei trafficanti che li
spingono a continuare il loro viaggio. "Lungo la strada questi
bambini affrontano disagi traumatizzanti ", ha detto Judith
Kumin, Direttore dell'Unhcr per l'Europa. "Si sentono in obbligo
nei confronti delle loro famiglie a continuare il viaggio e, di
conseguenza, sono doppiamente vittime". Non tutti i giovani
afgani che arrivano in Europa sono riconosciuti come rifugiati,
sebbene molti ricevono una forma di protezione internazionale. Il
rapporto esorta gli stati a prendere atto del progressivo
deteriorarsi del livello di sicurezza in alcune parti
dell'Afghanistan, e laddove e' previsto il rimpatrio, occorre
valutare se si tratti della scelta migliore nell'interesse del
bambino. Lo studio evidenzia come, la ricerca dei familiari,
l'accoglienza adeguata, la tutela e l'opportunita' di
un'integrazione a lungo termine, siano tutti elementi importanti
nel processo di rimpatrio. L'Unhcr ha pubblicato la ricerca "Solo
gli alberi si muovono nel vento: Uno studio sui minori afgani non
accompagnati in Europa", poco dopo la presentazione del "Piano
d'azione per i minori non accompagnati" della Commissione
Europea, che promuove un approccio coerente nei confronti dei
minori non accompagnati che arrivano in Europa da paesi terzi. Lo
studio comprende 150 interviste di ragazzi afgani in Francia,
Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Regno Unito, e sono state
inoltre introdotte le esperienze di diverse decine di giovani in
Turchia. Ulteriori studi intrapresi dall'ufficio dell'Unhcr in
Svezia, verranno presentati prossimamente.
(Wel/ Dire)