(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 giu. - L'Unicef chiede un
rinnovato impegno per eliminare le peggiori forme di lavoro
minorile.L'organizzazione stima che 150 milioni diminori in tutto
il mondo tra i 5 e i 14 anni siano coinvolti nel lavoro minorile,
"che e' al tempo stesso causa e conseguenza della poverta' e
compromette l'istruzione e la sicurezza dei bambini".
"Sappiamo che i progressi negli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio sull'istruzione, la poverta', l'uguaglianza di genere e
l'Hiv/Aids, vengono sistematicamente minati dal lavoro minorile e
che nessuna politica da sola puo' unilateralmente porre fine al
lavoro minorile", ha detto Susan Bissell, capo della protezione
dei bambini per l'Unicef. "E' dimostrato che una risposta
efficace coerente sul lavoro minorile richiede una combinazione
di misure concernenti condizioni di lavoro dignitose, sistemi di
protezione sociale attenti all'infanzia e l'estensione dei
servizi di base ai piu' vulnerabili".
Le ultime stime a livello globale parlano di una diminuzione in
tutto il mondo del lavoro minorile, ma i progressi sono piu'
limitati nell'Africa sub-sahariana, dove anzi i dati piu' recenti
indicano un peggioramento, con un bambino su 4 coinvolto nel
lavoro minorile (la percentuale piu' alta al mondo), rispetto ad
uno su 8 in Asia e nella regione del Pacifico, uno su 10 in
America Latina e nei Caraibi. Il numero di bambini che unisce il
lavoro alla scuola in alcune regioni e' aumentato anche del 300%.
L'Unicef, tuttavia, parla di "dati fuorvianti", in quanto "figli
di migranti, orfani, bambini vittime di tratta e, soprattutto
ragazze sono troppo esclusi dalle indagini, che si basano su dati
riguardanti le famiglie". "E' necessario - aggiunge - sviluppare
nuovi sistemi di raccolta dati per garantire che questi bambini
invisibili diventino visibili e vengano aiutati".
(Wel/ Dire)