(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 giu. - Sul tema della
cittadinanza, le Acli sono state ascoltate alla Camera dalla
Commissione Affari costituzionali nell'ambito della riforma della
legge 91 del 1992.
"I minori stranieri nel nostro Paese sono circa 900 mila. 520mila
quelli nati in Italia, il 7% dell'intera popolazione scolastica.
"Questi ragazzi - si legge nella memoria presentata alla
Commissione dal responsabile dell'area immigrazione della
presidenza delle Acli, Antonio Russo - rappresentano una grande
possibilita' di sviluppo per il nostro Paese che invecchia piu'
degli altri Paesi europei. Rispetto alla speranza di futuro che
questi ragazzi costituiscono per le nostre comunita' e al
desiderio di appartenenza che dichiarano, l'auspicio e' che la
politica sappia favorire un nuovo e migliore approdo legislativo
e sostenere il passaggio ad una cittadinanza formale e piena".
La memoria scritta presentata dalle Acli fa esplicito
riferimento ad un quadro di sintesi condiviso anche da altre
organizzazioni di area cattolica (Caritas, Comunita' di
Sant'Egidio, Fondazione Migrantes, Centro Astalli, Associazione
Papa Giovanni XXIII). Nel merito, si propone il passaggio dal
principio dello jus sanguinis allo jus soli, o meglio "jus
domicilii". In pratica, si chiede che sia attribuita la
cittadinanza, "al momento della nascita, al bambino nato in
Italia da genitori stranieri gia' regolarmente soggiornanti, i
quali mostrino in concreto di volersi inserire nella societa'
italiana"; per il minore straniero non nato in Italia, ma
positivamente inserito nel nostro Paese, le Acli chiedono
modalita' "adeguate" di attribuzione della cittadinanza "gia'
prima del compimento della maggiore eta'", insieme a "procedure
opportunamente agevolate di naturalizzazione nei primi anni
dell'eta' adulta per coloro che siano comunque giunti durante la
minore eta' in Italia". In ogni caso, a coloro che diventano
cittadini italiani non va imposta "anacronisticamente" la
rinuncia alla cittadinanza di origine, "salva la ricorrenza di
imperiose, specifiche ed eccezionali esigenze di politica estera
e di interesse nazionale". Per tutti gli altri cittadini
stranieri che chiedono di diventare italiani, infine, l'invito
delle Acli e' che "si agisca sui tempi di acquisizione della
cittadinanza, che restano tra i piu' lunghi in Europa".
(Wel/ Dire)