I GENITORI DEL PARINI DI CATANIA POTREBBERO PAGARE GLI INSEGNANTI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 giu. - Un istituto statale "a
pagamento". Questo potrebbe diventa il Parini di Catania, per far
fronte alle richieste di tempo pieno da parte di diversi genitori
contro l'autorizzazione concessa al preside Giuseppe Aderno' di
realizzarne una soltanto.
E cosi' i settantotto genitori che hanno iscritto i figli
all'Istituto Parini nelle classi a tempo pieno della scuola
primaria, si sono presentati in istituto per discutere del
destino dei loro figli. La lettera di invito del preside che
comunicava la difficolta' di accogliere la loro istanza di
iscrizione, avendo ottenuto l'autorizzazione di una sola classe a
fronte delle tre classi a tempo pieno richieste, "e' stata un
forte allarme ed ecco tutti pronti a lottare per difendere un
diritto all'istruzione e all'uguaglianza tra le scuole del Nord
che fruiscono in maniera abbondante di tale servizio e le scuole
del Sud, la Sicilia in particolare, dato che in Puglia ed in
Sardegna sono state accolte le richieste di classi aggiuntive
rispetto a quelle dello scorso anno- dice il preside in un
comunicato- Non si possono operare discriminazioni tra genitori
lavoratori, accogliendo le richieste di alcuni e trascurando gli
altri".
Tutte dello stesso tenore le reazioni delle mamme: "Pur
abitando in un Paese etneo ho scritto mio figlio all'Istituto
Parini, perche' e' l'unica scuola a me vicina che offre tale
servizio a tempo pieno- dice una mamma- Ho pianificato il mio
lavoro in funzione dei nuovi orari ed ora non posso rinunciare ad
un lavoro che ho ottenuto con tanti sacrifici e che potro'
svolgere soltanto se mio figlio resta a scuola fino alle ore 16.
Il ministro non potra' costringermi a scegliere le scuole
private. Sono anche disposta a pagare qualcosa di piu', ma chiedo
il servizio della scuola statale e come cittadina ne ho diritto".
"Ci si lamenta che la Sud diminuiscono le nascite- dice un'altra
genitrice- Io ho cinque figli e credo di aver diritto che i miei
figli possano frequentare la scuola statale a tempo pieno". Altri
genitori si trovano in particolari situazione familiari: ragazze
madri, genitori separati, trasferiti a Catania per lavoro senza
avere i suoceri e nonni in casa o vicini ai quali affidare i
figli. Per molti e' una scelta di progettualita' didattica,
avendo avuto positive informazioni sull'ottima impostazione
organizzativa e metodologica della scuola nelle classi a tempo
pieno, dove i bambini vengono guidati e accompagnati per mano nel
processo di apprendimento. A casa, specie quando i genitori
lavorano entrambi, spesso i bambini sono affidati alla baby
sitter o fanno i compiti davanti al televisore. La varieta' dei
casi rivela uno spaccato di societa' complessa e articolata che
sollecita risposte sicure a bisogni reali ed emergenti.
Diverse le proposte per tentare di risolvere il problema e
"per far sentire la propria voce e non accettare in maniera
supina una 'sentenza di condanna all'emarginazione'- dice ancora
il comunicato- oltre a quella di inviare una petizione firmata al
ministro, andare direttamente a Roma e portare al ministro la
granita siciliana", come annunciato nei giorni scorsi dallo
stesso Aderno' nella lettera al ministro "con l'invito a
presenziare all'eventuale sorteggio dell'unica classe
'fortunata', "alla proposta di pagare il servizio aggiuntivo
delle ore in piu' per l'insegnante ed il contributo per la
refezione scolastica autonoma, non potendo contare nei servizi
del Comune, il quale non ha ancora rinnovato la gara per la
refezione scolastica, molte sono state le mani alzate per
l'approvazione. L'Istituto Parini verrebbe cosi' ad essere una
scuola statale a pagamento ed e' forse questo, ha affermato con
rabbia una mamma 'e' quello che il Governo desidera e ci vuole
costringere a fare'".
L'idea di dover pagare oltre i servizi aggiuntivi anche le ore di
insegnamento ha lasciato perplessi tanti genitori, alcuni dei
quali dirigenti, docenti ed operatori scolastici, ma la
provocazione ed il forte bisogno di avere garantito un servizio,
del quale si riconosce un diritto, costringe , a volte, a fare
delle scelte inconsuete. "Pagare 150 euro al mese in una scuola
statale, mentre nella privata ne pagavo quattrocento, per me e'
una soluzione possibile e condivisa, ha dichiarato un papa' , ma
vorrei che tale 'vergogna' fosse resa nota al Parlamento dove si
garantiscono servizi privilegiati per pochi eletti". "Sembra
proprio strano- dice ancora Aderno', che con tanti docenti di
ruolo che risultano 'soprannumerari' nelle diverse scuole, e
quindi dovranno essere pagati lo stesso per supplenze o altro,
non si possa o non si voglia garantire un servizio scolastico
organico e strutturato nella progettazione didattica delle
quaranta ore del tempo pieno. Il problema delle classi a tempo
pieno dell'istituto Parini non e' una caso isolato in provincia
ed e' stato attivato anche un comitato di genitori che coinvolge
nella richiesta del tempo pieno anche le scuole di Acireale IV
circolo, di Acicatena, Mascalucia, Mirabella Imbaccari e San
Cono, scuole nelle quali la richieste delle classi a tempo pieno
e' stata disattesa e negata. Lottando insieme si potra' sperare
che il 'miracolo del sud' avvenga".
(Wel/ Dire)