"HANNO MENO DI 15 ANNI E APPARTENGONO ALLE FASCE PIÙ VULNERABILI"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 giu. - Sono ancora troppi i
bambini che in tutto il mondo lavorano, molti dei quali svolgono
anche dei lavori nocivi e pericolosi. La maggior parte dei
bambini lavoratori del mondo viene impiegato nel settore
dell'agricoltura, e spesso quest'attivita' e' svolta in seno alla
famiglia, ma ce ne sono anche molti che sono costretti a lavorare
per estinguere un debito, o che sono vittime di tratta e
sfruttamento sessuale, inseriti nei circuiti della
pedopornografia, o ancora impiegati per ingrossare le fila di
eserciti di bambini soldato. Sono concentrati principalmente
nell'Africa subsahariana, nell'area dell'Asia Pacifico e
nell'America Latina e Caraibica. Ma anche in Italia esiste un
esercito silenzioso di baby lavoratori, circa mezzo milione, che
hanno meno di 15 anni e che sono appartengono alle fasce piu'
vulnerabili, come ad esempio i minori stranieri.
Lo sottolinea Save the Children, la piu' grande organizzazione
internazionale indipendente che lavora per migliorare
concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo, alla
vigilia della Giornata internazionale contro lo sfruttamento del
lavoro minorile, che si celebrera' il prossimo 12 giugno.
"Un fenomeno che si puo' combattere e sradicare agendo su piu'
livelli: con incisive politiche e interventi di riduzione della
poverta', assicurando adeguata protezione ai minori vittime di
sfruttamento lavorativo, garantendo ai minori costretti a
lavorare accesso ad un'educazione flessibile e gratuita che
permetta loro di affrancarsi dalla condizione di sfruttamento e
di costruirsi un futuro diverso", afferma Valerio Neri, Direttore
Generale di Save the Children per l'Italia.
"Nei paesi sviluppati, il lavoro entra nei percorsi di crescita
di bambini ed adolescenti in modi differenti e per diversi motivi
rispetto ai paesi del sud del mondo", continua Valerio Neri.
"Innanzitutto c'e' una sostanziale differenza legata all'eta'
d'accesso al lavoro, poiche' mentre nei paesi in via di sviluppo
anche i minori in eta' prescolare vengono coinvolti, nei paesi
occidentali, in particolare europei, il lavoro di minori di 15
anni riguarda esclusivamente la fascia preadolescenziale". In
Italia, pero', se si confrontano le esperienze dei minori
stranieri e di quelli italiani che lavorano, i primi il piu'
delle volte, continuano ad andare a scuola, mentre per quelli
italiani si nota una maggiore tendenza ad assentarsi da scuola a
lungo o addirittura ad interrompere la frequenza. Le esperienze
di lavoro dei minori migranti nel nostro paese si realizzano
prevalentemente all'interno del gruppo familiare, mentre al
contrario, tra i minori italiani si registra la quota piu' alta
di lavoro presso terzi. Esiste una forte diversita' anche tra i
luoghi di lavoro dei minori stranieri rispetto a quelli degli
italiani: tra i primi, 1 su 3 lavora in strada come venditore
ambulante o in alcuni casi svolgendo attivita' di accattonaggio,
mentre i secondi dichiarano di lavorare prevalentemente in
ambienti "piu' protetti" quali negozi, bar, ristoranti.
(Wel/ Dire)