(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 giu. - Se potessero, giocherebbero a nascondino per non farsi trovare dalla guerra. Farebbero tutti compiti, se solo avessero una cameretta dove tornare a studiare. Accetterebbero le caramelle dagli sconosciuti, se nessuno abusasse di loro o passerebbero il tempo a fare gare di tuffi nel Gange, se non avessero un orario di lavoro che non da' scampo. In Somalia, Zimbabwe, Peru' e India essere bambino spesso significa avere una vita in cui i giochi svaniscono nell'odore della polvere da sparo, nella poverta', nelle violenze sessuali e nello sfruttamento lavorativo. Sono le storie che il Cesvi incontra nei paesi in cui opera e che raccontera' questo pomeriggio in una conferenza stampa presso il ministero degli Affari esteri per rilanciare l'azione contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
Durante l'incontro, che anticipa di qualche giorno il 12 giugno, giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, verranno presentati gli ultimi dati del rapporto Ilo. Al mondo sono circa 215 milioni i minori sfruttati di eta' compresa tra i 5 e i 17 anni. Un dato in leggera flessione, nel 2004 erano 218 milioni, ma che vede ancora numeri preoccupanti per quanto riguarda le peggiori forme di sfruttamento, dalla schiavitu' alla prostituzione, che interessano 115 milioni di bambini, mentre sarebbero 250 mila i bambini soldato in tutto il mondo. Nel mezzo di una guerra civile, in Somalia ci sono 3,6 milioni di bambini. Secondo l'Unicef, negli ultimi 3 anni sono stati diversi gli attacchi in aree residenziali e tante sono state le vittime tra i bambini o i feriti per mano di gruppi armati. Molti, pero', vengono arruolati diventando bambini soldato. Tra le strade di Harare, capitale dello Zimbabwe, girano senza meta almeno 5mila bambini di strada, anche se si tratta di stime, perche' ad oggi nessuno sa dire quanti siano in realta'.
In una citta' attanagliata dalla crisi economica e sociale, le condizioni di vita sono drammaticamente peggiorate negli ultimi tempi e sono i bambini a pagarne spesso il prezzo piu' alto. In Peru', invece, nell'immensa periferie di Lima, secondo il Cesvi, la prostituzione minorile e' estremamente diffusa: sarebbero almeno 10 mila gli adolescenti a rischio. Mentre in India, secondo gli ultimi dati del rapporto Ilo 2010, sarebbero almeno 8.6 i milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni impiegati a diversi livelli in attivita' lavorative. Sono questi i contesti in cui opera il Cesvi, con diversi progetti che aiutano a dare ai bambini un futuro. In Somalia, o meglio nel Somaliland e nel Puntland, sono diverse le attivita' per sensibilizzare i governanti ai problemi dei bambini, cosi' come le attivita' di supporto per i minori. In Zimbabwe, il Cesvi combatte la poverta' con la Casa del Sorriso. Nata nel gennaio 2004, offre ai bambini di strada di Harare un posto dove fermarsi, mangiare e parlare con qualcuno, ma fornisce aiuto anche agli orfani dell'Aids. C'e' una Casa del Sorriso anche in Peru'. A Lima, il progetto aiuta circa 300 adolescenti a rischio di sfruttamento sessuale non solo con un centro di accoglienza, ma anche offrendo loro una possibilita' di imparare un mestiere in una delle imprese sociali avviate. In India, invece, il Cesvi e' impegnato per dimostrare che la poverta' si vince con l'educazione. Grazie ad un progetto pluriennale a favore dell'infanzia in Tamil Nadu attraverso la costruzione di 6 centri diurni per la prima infanzia, 3 Case del sorriso e il supporto psico-sociale. Attivi anche corsi parascolastici direttamente all'interno delle fabbriche, dove i bambini vivono insieme ai genitori, per favorire l'accesso alla educazione formale nelle scuole pubbliche. Attivita' che, come spiega lo stesso Cesvi, hanno "mostrato che una ragazza che completa la scuola primaria puo' poi frequentare un corso professionale e quindi contribuire al reddito famigliare con un lavoro degno, di diverse volte meglio retribuito di qualsiasi lavoro sfruttato".
(Wel/ Dire)