STUDIO DELL'OSSERVATORIO REGIONALE INTEGRAZIONE E MULTIETNICITÀ.
(DIRE - Notiziario Minori) Milano, 27 gen. - Minori stranieri tra
ribellione e integrazione in Lombardia. A tracciare il quadro e'
il rapporto "Dieci anni di immigrazione in Lombardia"
dell'Orim-Osservatorio regionale per l'integrazione e la
multietnicita', presentato oggi a Milano. Incrociando i tipi di
identificazione (giovanile ed etnica) con il tipo di rapporto tra
genitori e figli (conflittuale o non conflittuale), l'Orim ha
individuato quattro profili di teen ager di origine immigrata. La
percentuale piu' numerosa e' formata dai "ribelli" (30,6% del
totale), che esibiscono un'identificazione etnica di tipo
conflittuale e sono per lo piu' maschi (34% contro 26,7% delle
ragazze), nati all'estero. Alta anche la percentuale di
"conservatori" (29,2% del campione): leggermente piu' diffusi tra
i ragazzi (30,9% contro 27,3% delle ragazze), tra quelli piu'
grandi rispetto a quelli piu' piccoli, tra i nati in Italia piu'
che tra quelli nati all'estero, sono giovani che si mostrano
attaccati alla cultura d'origine e ne vogliono conservare alcuni
elementi, come la lingua, pur senza entrare in conflitto con la
societa' in cui sono nati e cresciuti. Minore, ma comunque
piuttosto consistente, la quota di "integrati" (22,6% del
totale), ragazzi e ragazze ormai quasi adulti, nati in Italia e
all'estero, che si identificano nella societa' italiana e non
fanno riferimento ad attributi etnici per definirsi, ma ad altri
elementi (ad esempio, essere giovani o studenti). Chiudono la
classifica gli "adolescenziali" (17,5% del campione) che sono
soprattutto ragazze (23,6% contro 12,4% di maschi), tra i 14 e 16
anni, prevalentemente nati in Italia. Per loro il conflitto con i
genitori e' legato all'eta' e non al contrasto tra valori diversi.
Secondo il rapporto, poi, il mondo dell'associazionismo
migrante si dimostra, in Lombardia, particolarmente ricco. L'Orim
ha censito 240 associazioni sull'intero territorio regionale, di
cui 31 (il 13,2%) nate nell'arco dell'ultimo anno. Sono
concentrate soprattutto nelle province di Milano (pari al 35,8%)
e di Brescia (18,7%), nella maggioranza dei casi (214
associazioni su 240) sono realta' formalmente costituite (si
contano otto cooperative sociali, un coordinamento e due realta'
riconosciute da uno Stato estero, sei associazioni hanno natura
di Ong, mentre 80, pari a un terzo delle realta' monitorate, sono
riconosciute come onlus). Gli obiettivi piu' diffusi sono
integrazione e inserimento nella societa' italiana, solidarieta'
e aiuto ai migranti, promozione e scambio culturale. Tre quarti
delle associazioni presentano una marcata impronta di tipo etnico
nazionale: di queste l'11,4% e' riconducibile a Paesi dell'Europa
orientale, il 17,3% a Paesi dell'Asia, il 17,8% a Paesi
dell'America Latina, il 14,1% al Nord Africa e ben il 39,4% agli
altri Paesi africani. I senegalesi (con all'attivo 24
associazioni) sono i piu' presenti, pur non essendo fra le
popolazioni maggiormente diffuse tra gli immigrati della
Lombardia. Seguono marocchini (con 21 associazioni) e peruviani
(con 16 associazioni). Al contrario, i romeni, fra i gruppi piu'
numerosi, contano appena tre associazioni.
(Wel/ Dire)