STOP A GARAGNANI (PDL) CHE AVEVA SVELATO CASI DEL TELEFONO-SPIA.
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 20 gen. - La scuola bolognese
non e' 'eversiva' rispetto alle riforme del ministro Mariastella
Gelmini. Infatti, "nonostante l'esposizione mediatica cui e'
sottoposta, dovendo muoversi sotto i riflettori degli organi di
informazione locali e nazionali, opera con ordinato e regolare
andamento per il raggiungimento delle proprie finalita'
istituzionali, con risultati in linea con quelli delle altre
province dell'Emilia-Romagna". E' cosi' che ieri il
sottosegretario all'Istruzione Giuseppe Pizza, ha risposto a
Fabio Garagnani, deputato e coordinatore cittadino del Pdl, che
ha portato nell'aula della Camera i riscontri ottenuti dal
'telefono spia', il numero a cui docenti e genitori potevano
segnalare casi di boicottaggio delle riforme del Governo. Pizza
pero' ha detto che la scuola bolognese "opera con ordinato e
regolare andamento", che non ha competenze sulle manifestazioni
anti-Gelmini in cui sono coinvolti i bambini, e che "non
risultano segnalazioni dei dirigenti scolastici o dei dirigenti
degli Uffici scolastici provinciali per interventi ispettivi
sulle problematiche didattiche" sollevate da Garagnani.
Parole che hanno mandato su tutte le furie il deputato Pdl. Ha
contrattaccato dicendo che la direzione scolastica regionale (da
cui Pizza ha attinto informazioni) "non e' sufficientemente
informata, nel senso che ha teso ad attenuare elementi di
tensione che esistono veramente", come "la mancata celebrazione
in quasi tutte le scuole di Bologna di anniversari come quello
della caduta del muro di Berlino o quello delle Foibe". Ma
soprattutto ha detto: "Mi dichiaro totalmente insoddisfatto della
sua risposta condizionata da una visione burocratica, stantia e
pessimista che portera' solo danno alla scuola" perche'
"improntata ad un continuismo che non ha piu' ragione di essere".
Garagnani ci e' andato giu' duro. Ha accusato di nuovo
l'assessore comunale alla Scuola, Simona Lembi, di "interferenza
costante e continua", gli uffici di Usr e Usp di risentire di
"condizionamenti passati che li obbligano in qualche modo ad
attenuare o ad ignorare continui elementi di tensione". E quindi,
"o questo Governo, questa maggioranza nella quale mi riconosco ha
il coraggio, in casi eclatanti, di assumersi le sue
responsabilita', adottando provvedimenti ben precisi, anche
sanzionatori, nei confronti di situazioni di vera e propria
eversione, o la scuola italiana continuera' a risentire di questa
visione pressappochista ed ideologizzata che non produrra' nulla
di positivo". Pizza lo ha deluso, ma Garagnani ha promesso che
proseguira' nella sua 'crociata' perche' "possiedo altra
documentazione che evidenzia lo stato di agitazione continua, le
pressioni ed i condizionamenti che gli enti locali di sinistra
pongono in essere nei confronti della liberta' di insegnamento e
di educazione nella realta' scolastica bolognese".
In aula il deputato Pdl ha citato "anomalie gravi" su cui
"spesso si tace o sorvola", segnalate a Usp e Usr "mantenendo
l'incognito, perche' si tratta di persone che temono ritorsioni
sui propri figli o di docenti che temono condizionamenti,
ghettizzazioni o azioni di mobbing da docenti di sinistra".
Garagnani ha parlato di presidi che "hanno vietato, deridendole,
le iniziative di Gelmini" sul grembiulino o "definito l'orario di
tempo pieno abusivamente considerando fruitori solo coloro che
appartengono a certe classi sociali, discriminandone altre". Poi
ha parlato di licei (citando Minghetti, Fermi e Galvani) dove
vengono "isolati i docenti che non condividono l'opinione di una
minoranza particolarmente agguerrita e settaria e che si sono
permessi di difendere o sostenere l'operato del Governo".
Garagnani ha ricordato anche l'insegnamento "fazioso e
settario" della storia e ore di religione "boicottate" perche'
messe nella prima o nell'ultima ora di lezione; ma anche di
"esortazioni di un certo tipo a fare storia delle religioni e non
insegnamento della religione cattolica".
Pizza ha specificato di aver gia' risposto, in passato, ad
analoghe domande di Garagnani dato che "questi argomenti non sono
nuovi" per poi arrivare a scagionare la scuola bolognese. Prima
pero' ha ricordato che "tutti" devono "osservare le leggi dello
Stato, potendosi manifestare l'eventuale dissenso nei modi
previsti dall'ordinamento" e chi lavora a scuola, "dunque, e'
tenuto ad osservare leggi e regolamenti e le indicazioni
ministeriali, ferme restando la liberta' di insegnamento, di
espressione del pensiero e del diritto di critica, esercitate,
pero', nelle circostanze e forme consentite". Poiche' "la scuola
non e' la sede per lo svolgimento di attivita' politica" da parte
di chi ci lavora. In questo senso e' all'esame della commissione
Cultura un codice di comportamento per docenti e presidi per
definirne diritti e doveri. Ma, rispetto alle accuse di
Garagnani, il Governo (tramite l'Usr) risponde che la scuola a
Bologna "e' frequentemente oggetto di campagne mediatiche, che
amplificano e rilanciano, con clamore spesso sproporzionato alla
realta', polemiche di tipo politico e sindacale. In questo
contesto, l'azione della direzione scolastica regionale si svolge
con equilibrio ed imparzialita', vigilando attentamente sul
corretto ed ordinato funzionamento delle scuole". Dove serviva,
l'Usr "con fermezza e nei modi piu' opportuni ha richiamato al
rispetto della legalita' e della lealta' istituzionale, non solo
formale ma sostanziale".
(Wel/ Dire)