WORKSHOP A MILANO CON OLTRE 500 STUDENTI DAI 13 AI 16 ANNI.
(DIRE - Notiziario Minori) Milano, 20 gen. - Due giorni fa a
Milano oltre 500 studenti dai 13 ai 16 anni hanno partecipato al
workshop "Scelgo io", organizzato dall'associazione "Cuore e
parole" con il patrocinio della Provincia di Milano, Ufficio
scolastico provinciale di Milano e della Regione Lombardia, per
confrontarsi con esperti di bullismo e cyberbullismo. "Il
fenomeno del bullismo si registra nel 47% delle scuole a livello
nazionale, nel 60% a livello lombardo- dice Luca Bernardo,
direttore della divisione Pediatria dell'ospedale
Fatebenefratelli di Milano e del primo ambulatorio per le vittime
del bullismo, aperto nello stesso istituto di cura con la
collaborazione dell'associazione Amico Charly-. Tra il 2007 e la
fine del 2009 abbiamo avuto 59 ricoveri per tentati suicidi, dal
2008 abbiamo assistito un totale di 70 ragazzi e nel 2009 abbiamo
ricevuto oltre 100 telefonate da ragazzi o genitori al nostro
numero 02.63632903 (gli operatori rispondono da lunedi' al
venerdi' dalle 9 alle 14; negli altri orari si puo' lasciare un
messaggio in segreteria telefonica; ndr)".
Il bullismo, che non e' un atto isolato ma si configura con la
reiterazione della violenza, puo' essere maschile o femminile, si
esprime soprattutto attraverso l'aggressione fisica se perpetrato
da maschi, attraverso il pettegolezzo e la maldicenza se operato
dalle ragazze: "Le bulle femmine arrivano addirittura a cercare
di convincere insegnanti e presidi delle scuole sulla reputazione
della vittima- dice Bernardo-: e oggi anche loro sono diventate
piu' violente, arrivando a picchiare con pugni e calci. Oggi il
bullo spettacolarizza molto il gesto e fa si' che gli altri ne
diventino spettatori". Una buona percentuale di bulli entrano poi
nelle file della criminalita': "Il 47% degli ex bulli, arrivati
all'eta' di 24 anni, hanno gia' subito 3 condanne penali-
prosegue Bernardo-. Magari, poi, nel mondo del lavoro si rendono
protagonisti di casi di mobbing".
La diffusa disponibilita' e uso di tecnologie anche da parte
dei giovani ha portato a coniare il termine di cyberbullismo:
"Tra i ragazzi che abbiamo seguito nel nostro centro, circa uno
su quattro e' vittima dal cyberbullismo, che avviene quando il
bullo si serve delle tecnologie per globalizzare l'atto
predatorio". Una delle forme di cyberbullismo consiste nel
mandare messaggi via cellulare ma anche l'utilizzo di social
network come "facebook".
"I social network ci hanno reso la vita molto piu' complicata-
ammette Antonio Apruzzese, dirigente superiore della Polizia
postale e delle comunicazioni-. Per ora il numero di casi
denunciati non e' elevatissimo, ma questo non deve indurci ad
abbassare la guardia". La Polizia postale, infatti, ha
riscontrato anche casi di pedopornografia: "Anche se gli autori
sono minorenni, se pubblicano il video di una minorenne in
atteggiamenti intimi su internet, sono colpevoli del reato di
divulgazione di materiale pedopornografico".
Cosa fare per arginare questo fenomeno? "Bisognerebbe
prevenire piuttostoche punire: in Italia si fa troppo affidamento
al sistema punitivo piuttosto che a quello di recupero", dice
l'ex magistrato Gherardo Colombo. "L'antidoto al bullismo? Gioco,
spontaneita' e creativita'", dice lo psicologo Raffaele Morelli,
che aggiunge: "Io non enfatizzerei l'emergenza bullismo.
Piuttosto impariamo a valorizzare le capacita' innate dei nostri
giovani e impariamo a fargliele esprimere".
(Wel/ Dire)