HAITI, "ADOZIONI A DISTANZA PER AIUTARE I BAMBINI"
LE ASSOCIAZIONI: "NO A QUELLE INTERNAZIONALI, AIUTI SUL POSTO".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 gen. - Appello delle associazioni: "Per aiutare i bambini di Haiti scegliete le adozioni a distanza, non le adozioni internazionali". Inizia Coopi-Cooperazione internazionale, associazione impegnata attivamente ad Haiti dopo il terribile sisma insieme a Rapid La, l'ong latinoamericana consorziata di Rapid Uk, specializzata nella prima emergenza. "I bambini sono le maggiori vittime di questa tragedia: molti di loro sono rimasti soli e sono estremamente esposti al rischio di malattie, malnutrizione e violenza", sottolinea Piero Brunod, responsabile dei progetti di Coopi in America Latina. L'adozione a distanza rappresenta, secondo la Ong, la strada per "occuparsi del futuro di Haiti, al di la' dell'emergenza". Coopi aderisce ad Agire, il coordinamento di alcune tra le piu' importanti Ong italiane, che ha lanciato un appello congiunto di raccolta fondi per garantire i necessari soccorsi alle popolazioni colpite. È possibile donare 2 euro con un sms al 48541 dal cellulare personale Tim o Vodafone chiamando da rete fissa Telecom.
ANFAA: "AIUTARLI SUL POSTO" - In merito alle drammatiche condizioni in cui versano le popolazioni, e soprattutto i bambini, colpite dal tragico terremoto verificatosi in Haiti, l'Anfaa intende segnalare, in base anche a quanto accaduto in passato in analoghe occasioni, la esigenza di sostenere iniziative volte ad attuare interventi di emergenza in loco e di non procedere nell'immediato non solo ad adozioni internazionali, ma neanche a trasferimenti seppur temporanei di questi bambini all'estero. Ne e' convinta la presidente Donata Nova, secondo cui "le istituzioni e la societa' civile dovrebbero garantire a questi bambini attenzioni e cure in loco il piu' possibile personalizzate, favorendo innanzitutto il ricongiungimento (ove possibile) con i loro parenti e amici, adoperandosi per sostenere anche economicamente quelle persone e famiglie che - da subito e pur nella drammaticita' della situazione - si sono spontaneamente fatte carico di questi bambini e per promuovere adozioni e affidamenti da parte di famiglie locali per quei bambini rimasti soli". "Ogni sforzo- prosegue- dovra' essere fatto per contrastare ogni possibilita' di traffico di minori. Solo in un secondo momento secondo l'organizzazione si potra' pensare all'adozione e solo per quei bambini per i quali si sia verificata l'impossibilita' di trovare nel loro paese - in tempi ragionevoli - una famiglia che li accolga e di cui sia stata accertata dalle autorita' competenti il loro effettivo stato di adottabilita', coerentemente ai principi della Convenzione de L'Aja". Secondo la presidente dell'associazione, "non deve poi piu' ripetersi quanto successo anni fa con i piccoli provenienti dal Ruanda e dall'ex Yugoslavia (allora in guerra) portati in Italia dalla Croce rossa italiana e da organizzazioni umanitarie e rimasti ricoverati per anni in istituto".
SAVE THE CHILDREN: "L'ADOZIONE INTERNAZIONALE NON E' LA SOLUZIONE" - "L'adozione internazionale dei bambini di Haiti non puo' essere, in questo momento, la risposta all'emergenza, anzi rischia di essere una procedura affrettata che non rispetterebbe l'iter previsto dalla legge a tutela dei bambini". Ne e' convinto Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia che cosi' commenta la proposta avanzata dal governo. "Gli italiani sono come sempre un popolo generoso, e stanno dando disponibilita' per accogliere i bambini haitiani colpiti dal terremoto, ma l'adozione internazionale o l'accoglienza temporanea non possono prescindere dal superiore interesse del minore e, nella specifica dell'adozione, dall'attenta valutazione della famiglia adottante, come previsto dalla nostra normativa in materia, e della reale adottabilita' del bambino", sottolinea.
Secondo l'Organizzazione, che lavora ad Haiti dal 1978, bisogna innanzitutto accertarsi che i bambini considerati orfani siano effettivamente tali e pertanto adottabili, cosa che non puo' essere fatta in tempi brevi nella fase immediatamente post emergenza.
"Lo stesso slancio di generosita' da parte dei nostri connazionali si e' verificato dopo lo tsunami del 2004, quando i media riportarono la notizia di decine di migliaia di bambini riamasti orfani ad Aceh, tanto che il governo locale ha quadruplicato i finanziamenti agli istituti. Tuttavia, Secondo Save the Children, ben il 97% dei cosiddetti orfani dello tsunami avevano in realta' almeno uno dei genitori in vita. I bambini erano stati affidati dalle stesse famiglie, a causa della poverta', a queste strutture", continua Valerio Neri, "pregiudicando il diritto dei bambini ad avere una famiglia".
Save the Children, che sin dalle ore immediatamente successive al sisma si e' attivata per fornire ai bambini di Haiti cure, beni di prima necessita' e protezione, e' ora impegnata ad allestire aree sicure a misura di bambino all'interno dei campi sfollati, e avviera' dei programmi per rintracciare i familiari dei bambini al fine di ricongiungere i minori con i genitori o familiari ancora in vita.
TERRE DES HOMMES: "SOSTEGNO SI', MA A DISTANZA" - Presente ad Haiti gia' prima del sisma, Terre des hommes lancia un appello per il sostegno a distanza dei bambini vittime del terremoto.
L'organizzazione sta operando con il suo personale locale e internazionale per portare soccorso alle vittime del terremoto, in primo luogo i bambini. Ma necessariamente sta pianificando gli interventi a lungo termine per assicurare ai bambini di Port au Prince istruzione, assistenza sanitaria e un posto sicuro in cui vivere anche dopo la prima emergenza. Per questo Terre des Hommes si sta attivando gia' da adesso per avviare il sostegno a distanza dei bambini piu' bisognosi.
"Questa forma di solidarieta', a nostro parere- dichiara Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes- e' la piu' rispettosa dei diritti di tutti quei bambini che appartengono a famiglie in difficolta', sia a causa di catastrofi naturali che per poverta' endemica. Piuttosto che cedere alla forte richiesta di adozioni internazionali, che in questo momento per Haiti appaiono per lo meno come procedure affrettate, riteniamo che la risposta giusta per il futuro sia l'adozione a distanza, che rispetta il principio di sussidiarieta' nell'interesse superiore del minore e che aiuta concretamente le loro famiglie.
Ricordiamoci che i bambini sono il futuro di quella nazione e noi abbiamo il dovere di sostenerli".
Terre des Hommes, attraverso la sua rete internazionale, e' presente da decenni ad Haiti con progetti di sostegno in favore dell'infanzia. Il suo orfanotrofio "Opera Nostra Signora delle Vittorie" di Port au Prince fortunatamente non ha subito danni gravi, ma e' privo di servizi essenziali come la maggior parte degli edifici. E' qui, nella scuola adiacente e in centri come questi che sara' avviato il Sostegno a Distanza nelle prossime settimane. E' possibile richiedere subito un sostegno a distanza di un bambino ad Haiti collegandosi alla pagina http://www.terredeshommes.it/ecom/sostegno_online10.php oppure mandando una mail a sad@tdhitaly.org o ancora effettuando il versamento di 300 Euro annui sul cc postale 321208 oppure sul cc bancario IT53Z0103001650000001030344 specificando sempre la causale: Sostegno a distanza Haiti.
(Wel/ Dire)
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