UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE: 'DEROGHE PER AIUTARE LE FAMIGLIE'.
(DIRE - Notiziario Minori) Perugia, 18 gen. - "Nessuno degli
studenti stranieri sara' spostato dalle classi". Ad affermarlo e'
l'Ufficio scolastico regionale dell'Umbria che, in una nota,
precisa i termini e le modalita' di applicazione della circolare
ministeriale dell'8 gennaio scorso in base alla quale, dal primo
settembre 2010, le prime classi delle scuole elementari, medie e
superiori, dovranno essere formate mantenendo un tetto del 30% di
alunni stranieri.
Secondo i dati forniti dall'Ufficio scolastico regionale, in
nessuna scuola umbra si verifichera' il caso di dover applicare
il tetto. "Il limite del 30% - si legge ancora nella nota -
verra' applicato, laddove ve ne sia la necessita', agli studenti
neo arrivati o a quelli giunti in Umbria da meno di due anni, non
ai nati in Italia. Questa quota non sara' applicata alla scuola
dell'infanzia; si pensi per esempio ai piccoli comuni di montagna
dove, anche in caso di sfondamento, non e' pensabile procurare
disagi ulteriori alle famiglie immigrate".
Il tetto potrebbe essere applicato solo al 10% degli alunni
stranieri in Umbria, pari a circa 331 studenti, dislocati in otto
istituti scolastici: una scuola per l'infanzia a Perugia, gli
istituti comprensivi di Giano dell'Umbria e di Umbertide, due
scuole di Foligno, la scuola elementare dell'Istituto comprensivo
per ciechi di Assisi; a Terni, il tetto potrebbe essere superato
dall'Ipsia e dalla scuola che si trova all'interno del carcere,
dove si registra la percentuale piu' alta di stranieri tra i
banchi, circa il 60 per cento. "Ma anche in questi casi - precisa
ancora la nota dell'Ufficio scolastico- saranno applicate delle
deroghe, gia' previste dalla circolare, che tengano conto delle
abilita' linguistiche degli studenti e del loro grado di
integrazione".
In Umbria i ragazzi stranieri a scuola sono 14.794, il 12,41%
dell'intera popolazione scolastica. Le scuole con incidenza piu'
elevata sono le primarie (14,11%), seguite dalle scuole
dell'infanzia (14,10%), dalle medie (14,9%) e dalle superiori
(8,7%). La maggior parte degli studenti arrivano dall'Albania,
seguita dalla Romania e dal Marocco. "A scuola non ci sono
allievi destinati ad essere per sempre stranieri - afferma Maria
Prodi, assessore regionale all'Istruzione - ma allievi che stanno
imparando una lingua e un contesto culturale diverso da quello in
cui erano prima e che vanno sostenuti con risorse e progetti
adeguati".
"E soprattutto- continua- vogliamo una volta per tutte
chiederci chi e' uno straniero, e per quanto tempo rimane tale.
Essere straniero a scuola e' una condizione perenne, o uno stato
transitorio superabile. I ragazzini che frequentano con profitto
le nostre scuole, parlano italiano, studiano come gli altri ma
hanno una cittadinanza diversa, non sono per questo solo motivo
da classificarsi come specie a parte. La scuola deve individuare
e servire bisogni di apprendimento e specifiche esigenze
formative, non serve classificare etnicamente gli allievi. Piu'
che con i divieti si ottengono risultati dando opportunita',
risorse, progetti adeguati".
(Wel/ Dire)