(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 gen. - Nell'ambito della
rubrica curata dall'Associazione nazionale presidi (Anp) per
'Dire Minori', pubblichiamo l'articolo 'Se manca uno... Non c'e'
nessuno! valorizzare la diversita' combattere la
discriminazione', di Rita Celeghini (dirigente scolastico) e
Catello Di Capua (docente referente), della scuola secondaria di
primo grado 'Virgilio' di Anzio (Roma).
L'esperienza e' nata da due convinzioni pedagogiche:
1. lo stare a scuola, in quanto momento educativo, presuppone
una riflessione sui rapporti con gli altri che porti a concreti
miglioramenti negli atteggiamenti e nei comportamenti
esistenziali di ciascun alunno.
2. La scuola per educare alla cittadinanza deve aprire la
coscienza del singolo ragazzo al di la' del territorio dove abita
e vive, per fargli prendere coscienza di essere un cittadino
responsabile della Terra nella sua globalita'.
I SOGGETTI COINVOLTI E IL LORO CONTESTO
La classi coinvolte (una classe seconda e tre classi terze) non
presentavano particolari problematiche relazionali, ma offrivano
il campo a tutta una serie di rapporti con l'altro contrassegnati
a volte da sottili esclusioni, critiche e prese in giro
malcelate, sottovalutazione e conseguente scarsa collaborazione e
condivisione con l'altro. Dinamiche relazionali tutte tipiche di
questa eta' preadolescenziale.
Inoltre erano composte da alunni poco consapevoli delle
problematiche di altre realta' che non fossero quelle da loro
vissute.
In tali classi sono presenti alcuni alunni provenienti da
paesi dell'Est europeo, in particolare la Romania. I docenti
hanno potuto far leva su una elevata motivazione e su un
comportamento sostanzialmente rispettoso delle regole scolastiche.
QUAL ERA LA META?
Al termine dell'attivita' si intendeva migliorare i rapporti
all'interno della classe, improntandoli ad una accoglienza
dell'altro non formale, ad una valorizzazione reciproca, ad una
condivisione dei propri talenti reale. Inoltre si desiderava
allargare il campo della riflessione alle relazioni con la
realta' esterna, facendo prendere coscienza agli alunni
dell'importanza del riconoscimento della diversita' come fattore
positivo e di crescita nei diversi ambienti sociali; e
contemporaneamente guidarli alla conoscenza di alcuni fenomeni di
discriminazione tipici della realta' contemporanea, per
consolidare quell'educazione alla convivenza civile necessaria a
farne dei cittadini liberi e responsabili per il domani.
QUANTO È DURATA L' ATTIVITÀ?
L'attivita' si e' protratta per tutto il corso dell'anno (ottobre
2008 - maggio 2009).
I DOCENTI HANNO SCELTO VOLONTARIAMENTE TALE ATTIVITÀ? ED ERANO
FORMATI?
I docenti hanno liberamente scelto di partecipare con le loro
classi a tale attivita', guidati soprattutto da due motivazioni:
1. condivisione dei contenuti
2. possibilita' di lavorare secondo una metodologia
partecipativa e attiva.
Due docenti hanno svolto un corso intensivo di formazione della
durata di tre giorni sulle tematiche dell'educazione ai diritti
umani presso Amnesty International proprio in previsione di tale
attivita' ed hanno poi trasferito le conoscenze acquisite ai
colleghi.
COME SI È SVOLTA L'ATTIVITÀ? (PRIMA FASE)
Inizialmente si e' svolta in classe una riflessione su cio' che
ci rende diversi mediante un'attivita' di progressiva formazione
di gruppi piu' ampi con il compito di scegliere le parole
'simbolo' della diversita'.
I ragazzi hanno cosi' scoperto che l'aspetto fisico, il modo
di vestire, qualche difetto particolarmente evidente, tradizioni
e usanze personali, appartenenze a etnie diverse (con conseguente
colore della pelle differente) evidenziano diversita' con cui
interagiamo ogni giorno.
La seconda riflessione allora e' stata: queste diversita'
hanno un valore positivo o negativo? Essere diversi aiuta od
ostacola la crescita comune?
Per rispondere a tali interrogativi le classi hanno letto
alcuni brani che presentavano conflitti sorti proprio inseguito
alla manifestazione di una diversita' vera o presunta, conflitti
che avevano differenti esiti: l'esclusione definitiva o anche la
persecuzione del diverso oppure l'accettazione e la
valorizzazione della differenza.
Attraverso l'analisi di alcuni di questi brani gli alunni
hanno scoperto che il rifiuto della diversita' altrui e' spesso
collegata ad uno stereotipo: il ragazzo del sud e' un terrone,
gli immigrati sono tutti ladri, il nero appartiene ad una razza
inferiore...
Per approfondire la dinamica dello stereotipo gli alunni hanno
svolto una ricerca sull'etnia rom e sulla sua presenza in Italia,
scoprendo informazioni molto diverse rispetto a quelle legate
alla loro convinzione precedente.
Hanno inoltre svolto una ricerca sui fenomeni di
discriminazione nella storia e nell'attualita': la tratta dei
neri, la violenza sulle donne, ecc.
Forti di queste letture, ricerche e riflessioni gli alunni in
gruppo hanno sintetizzato la loro idea sulla discriminazione in
alcuni cartelloni, anche in lingua francese.
QUALI RICADUTE IN QUESTA PRIMA FASE?
Questa prima tappa del percorsi ha gia' portato gli alunni a
riconsiderare i rapporti interni alla classe e a crescere
nell'accoglienza reciproca e nella collaborazione.
La valutazione di questa prima fase ha rilevato un approccio piu'
motivato al lavoro didattico da parte degli alunni ed un evidente
piacere nello sperimentare metodologie didattiche non frontali,
ma partecipative e attive, e non direttamente collegate ad una
valutazione formale. Gli argomenti ed i contenuti proposti si
sono rilevati pertinenti al vissuto dei ragazzi e significativi
rispetto agli obiettivi da raggiungere.
Anche alcune conoscenze disciplinari si sono consolidate grazie a
tale percorso.
Gli strumenti utilizzati in questa prima fase sono risultati
molto comuni (cartelloni, ricerche su Internet, ecc..), mentre la
vera innovazione e' stata di natura metodologica.
UNA INNOVAZIONE METODOLOGICA?
La scelta di metodologie di lavoro collegate a metodi di
decisione collettiva e condivisione in gruppo dei talenti per
realizzare un prodotto e' stata volta a far sperimentare
concretamente i ragazzi quello che loro approfondivano
teoricamente, non separando il sapere ed il saper fare dal saper
essere.
La metodologia cioe' traduceva in realta' il contenuto
dell'accoglienza e della valorizzazione dell'altro. Questa scelta
metodologica permetteva di innovare rispetto ad una mentalita'
didattica propria di alcuni docenti ancora legata alla lezione
frontale e permetteva di valutare gli alunni in un contesto non
formale, valutazione che in tal modo mirava alla verifica di
acquisizioni di competenze didattiche ed educativo-relazionali.
Anche fra i docenti l'attivita' ha facilitato un maggior
interscambio di idee, di risorse, di relazioni sia programmatico
che didattico. Aumentando in tal modo anche l'aiuto reciproco e
la soddisfazione professionale.
COME SI È SVOLTA L'ATTIVITÀ? (SECONDA FASE)
La seconda fase del percorso ha visto la collaborazione
dell'associazione Amnesty International che ha fornito materiali
testuali e video per successivi approfondimenti tutti
direttamente collegati alla Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani, testo acquisito come fondamento del superamento della
discriminazione e della valorizzazione della diversita' tra i
popoli e le nazioni del mondo.
Lo studio dei diritti umani si e' concretizzato in piu'
modalita':
-la presentazione in forma video e testuale della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani
-lo studio di una forma di discriminazione particolare, quella
degli aborigeni australiani: tale vicenda e' servita a rendere
consapevoli gli alunni che l'affermazione dei diritti umani sono
il risultato di una lotta ancora da portare a compimento, della
quale ciascuno deve sentirsi responsabile; la riflessione si e'
concretizzata nella produzione di fotomontaggi in cui gli alunni
compivano un 'lunga marcia' per un diritto per il quale erano
disposti a battersi
-l'approfondimento del diritto all'istruzione, come elemento di
rimozione delle discriminazioni tra persone e popoli: oltre ad un
cartellone, gli alunni hanno realizzato un video con tre
interviste fatte ad alunne rumene delle classi medesime, facendo
emergere come la frequenza scolastica sia stata fondamentale per
la loro integrazione con i coetanei italiani e con il territorio.
Gli alunni della classe seconda hanno anche realizzato,
attraverso un lavoro di gruppo, alcune sceneggiature sul tema
della discriminazione: una di esse e' stata scelta per la
realizzazione di un breve filmato, alla realizzazione del quale
ha collaborato anche il docente di scienze motorie.
Inoltre, sempre la classe seconda, con l'insegnante di arte, ha
realizzato su polistirolo una serie di ritratti di uomini e donne
appartenenti a tutte le etnie del mondo e ha scritto sul retro di
questi ritratti la frase: liberi e uguali, sintetizzando in
questo modo tutta l'attivita'.
Il percorso si e' poi concluso con un incontro a scuola con un
'testimone dei diritti umani' di Amnesty International, incontro
al quale sono stati invitati anche i genitori degli alunni, che
ha presentato la sua esperienza ai ragazzi e ha condiviso con
loro riflessioni, domande, proposte per il futuro.
QUALE VALUTAZIONE? QUALI RICADUTE AL TERMINE DELL'ATTIVITÀ?
La valutazione dell'attivita' e' stata legata, sia in fase
intermedia che finale, all'osservazione delle motivazione,
partecipazione e gratificazione degli alunni, alla ricaduta sulle
dinamiche relazionali in classe e piu' in genere nei rapporti con
gli altri, nella produzione orale, scritta e iconografica anche
in collegamento a discipline quali italiano, storia, francese e
arte.
Nella seconda fase del percorso sono stati utilizzati
strumenti didattici innovativi legati alle tecnologie
multimediali: il fotoritocco di immagini, la ripresa ed il
montaggio di un video.
Al termine dell'attivita' si e' osservata una partecipazione
costante e molto motivata ed una elevata gratificazione degli
alunni; anche i docenti hanno mostrato di gradire molto una
didattica cosi' aperta e pluridisciplinare ed hanno richiesto una
prosecuzione dell'esperienza.
Il risultato piu' soddisfacente di tutto il percorso e' stato
il miglioramento complessivo degli atteggiamenti e dei
comportamenti degli alunni nelle relazioni con gli altri e
l'acquisizione della consapevolezza di una responsabilita'
individuale non solo rispetto al loro vissuto quotidiano, ma
anche rispetto agli esseri umani e ai popoli cha abitano la Terra.
(Wel/ Dire)