GESTO 12ENNE PER BRUTTI VOTI. CASTELBIANCO: DIFFICILE PREVEDERLO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 gen. - Morire suicida a 12
anni, affidando le motivazioni del gesto ad un biglietto che
recita: "Scusatemi, ma non riesco ad avere a scuola il solito
rendimento". E' accaduto a Reggio Emilia poche sere fa, quando un
ragazzino di 12 anni, di origini cinesi, si e' tolto la vita
buttandosi dal quinto piano dello stabile nel quale viveva con i
suoi genitori. Un gesto estremo, che difficilmente riesce a
trovare una spiegazione. Un calo nelle prestazioni scolastiche lo
puo' davvero giustificare? Ma soprattutto, a 12 anni che cosa
spinge al suicidio? Federico Bianchi di Castelbianco,
psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di
Ortofonologia a Roma, spiega: "Il criterio non e' il rendimento
scolastico o l'autostima, ma un senso di inadeguatezza alla vita,
che internamente implica una situazione pregressa di estrema
vulnerabilita', che, nella maggior parte dei casi, non viene
notata".
L'esperto prosegue spiegando quale meccanismo puo' innescarsi:
"Bisogna chiedersi che importanza da' il ragazzo agli obiettivi
che si e' dato, in questo caso, ad esempio, il rendimento
scolastico. E' giusto avere degli obiettivi, ma il problema nasce
dall'importanza che si da' a questi. Un obiettivo nel quale il
soggetto ha investito il suo equilibrio psicologico puo' portare
alla domanda se vale la pena vivere oppure no". L'esasperazione
nel voler centrare l'obiettivo, sempre secondo Castelbianco, "e'
sintomo di un malessere gia' esistente. Nei soggetti
particolarmente vulnerabili- avverte- i momenti di valutazione,
come possono essere i giorni di scrutinio, possono diventare un
problema. Nel caso specifico, probabilmente il ragazzino si era
irrigidito su una situazione limite come quella del calo di
rendimento".
Lo psicoterapeuta sottolinea poi con forza che "nessuno puo'
attribuirsi responsabilita' per cio' che e' accaduto, perche'
predire questo genere di cose e' difficilissimo". Nessun segnale
di avvertimento, dunque, puo' far scattare il campanello
d'allarme in genitori, insegnanti o persone vicine al soggetto.
"E' un malessere profondo- spiega ancora l'esperto- e non
esistono sintomi per poterlo capire prima. A volte i segnali
potrebbero essere gli sbalzi di umore o la rigidita' di pensiero,
ma non sono sintomi allarmanti, rappresentano un malessere, ma
non l'anticamera di un gesto clamoroso".
(Wel/ Dire)