IL RACCONTO DELL'ESPERIENZA DI UNA SCUOLA DI UMBERTIDE (PG).
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 gen. - Dalla scuola media
"PascoliMavarelli", di Umbertide (Pg) -insegnante referente Carlo
Orazi-, la redazione del notiziario 'Dire Minori' riceve il
seguente articolo, che pubblichiamo.
"Vorremmo sottoporvi il breve resoconto di un'attivita'
scolastica peculiare che le scuole del nostro territorio stanno
svolgendo da anni sulla scia di un'idea di scuola pensata 'sui'
bambini e sulle loro speciali esigenze. L'idea che ci muove parte
dalla necessita di integrare i ragazzi disabili evitando che le
belle parole della legge 104 restino sulla carta a promulgare
idee che nella realizzazione qualche volta si sviliscono e
banalizzano. Integrare, anche ma non solo nella scuola, non
significa negare le peculiarita' massificando necessita' e
risorse, svilire i bisogni radicalizzando su temi di presunta
uguaglianza le difficolta' che i ragazzi diversabili presentano
nel compito curricolare e colludere con i bisogni negazionistici
che riportano alla normalita' (dove e' e che cos'e' la "norma" al
di la' di un evento statistico). Sappiamo che affrontare
l'handicap significa restituire a tutti i ragazzi la loro
specificita', affrontare i percorsi del loro lavoro scolastico
attraverso attivita' che, portando il coraggio di uscire dal
compito letto scrittura calcolo memorizzazione, pensino ad una
globalita' pedagogica che faccia dell'apprendimento e della
avventura-scuola un percorso di crescita.
Ci piacerebbe pensare questo nostro lavoro sul vostro
notiziario, cosi' attento al mondo dei 'minori, 'maggiori' in
quanto risorsa e futuro su cui investire.
LA SCUOLA - vita trascorsa insieme, integrazione trasversale e
scuola sul territorio
Dice una poesia di Danilo Dolci:
C'e' chi insegna
Guidando gli altri come cavalli
Passo per passo:
forse c'e' chi si sente soddisfatto cosi' guidato
C'e' chi insegna
Lodando quanto trova di buono e divertendo:
c'e' pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato
C'e' pure chi educa senza nascondere
L'assurdo ch'e' nel mondo, aperto ad ogni sviluppo
Ma cercando
Di esser franco all'altro come a se'
Sognando gli altri come ora non sono:
Ciascuno cresce solo se sognato
Lavorare per anni come insegnante di sostegno impone un pensiero
allargato, che sfugga al bisogno immediato di insegnare una
lettoscrittura come esercizio talora faticosissimo e spesso
inutile, necessario si, ma assolutamente non esaustivo del
compito di educare. Educare che significa sognare l'altro, il
ragazzo, "come ora non e'", ma che, solo se sognato,come dice la
poesia, puo' crescere. Cosi' e' nato un progetto, reso possibile
da alcune peculiarita' che attengono alla geografia dei luoghi e
alle persone che lo hanno pensato e attuato.
Il territorio di Umbertide (piccola citta' in provincia di
Perugia) e' una zona con caratteristiche particolari. È un
piccolo territorio con ordini di scuola dal nido al liceo, ed e'
un luogo di importante socialita',un luogo dove i piccoli numeri
favoriscono conoscenze, offrono opportunita' di scambi e
collaborazioni, aiutano le idee a circolare nella possibilita' di
ascolto da parte delle istituzioni che a loro volta non
giganteggiano sulle persone, ma conoscono, si attivano, dialogano
e rispondono.
Le scuole collaborano fra loro e con le agenzie territoriali,
ad onta delle separazioni in "circoli", burocratizzazioni imposte
dai ministeri e delle sfere di influenza politiche e
istituzionali.
I bambini disabili del territorio sono quindi "in carico alla
comunita'", li conosciamo a partire dal loro primo ingresso nel
mondo della scuola (spesso dal nido) e c'e' una solidale
collaborazione fattiva, di rete vera. Oltre questo ci sono
comunque i problemi (mai negarli, per vocazione!) esiguita' di
risorse, difficolta' ad impegnare denari sociali sempre piu'
risicati, progetti che si rendono possibili grazie a donazioni
private e fantasiose ricerche di fondi.
Nonostante i problemi questa progettualita' importante,
caratterizzante la nostra realta' scolastica, riesce comunque ad
attuarsi e rinnovarsi ad ogni anno scolastico.
Il lavoro a scuola e' cosi' volto ad obiettivi ampi, accanto
alle ore di didattica frontale ci sono le attivita' laboratori
ali, programmate al'interno di un progetto individuale, condiviso
in rete con i servizi.
Questi gli obiettivi di carattere generale: integrare
l'insegnamento tradizionale con attivita' non curricolari
necessarie a stimolare autonomia e crescita trasversalita' del
progetto lungo tutta la vita scolastica del ragazzo. I nostri
bambini in difficolta' quindi seguono un percorso che li
accompagna per tutta la loro esperienza nella scuola, legato da
un filo comune tessuto dagli insegnanti di sostegno di tutti gli
ordini di scuole che, in tutto l'iter dalla materna in poi,
utilizzano un progetto trasversale che funge da collante. I
ragazzi hanno cosi' l'opportunita' di frequentare attivita'
diverse, tutte o alcune di esse, progetti che sono significativi
in se' e completi ma che contemporaneamente si intersecano con
gli altri di cui, di volta in volta, sono il completamento e
l'integrazione all'interno del percorso piu' globale.
Il progetto tende a obiettivi di lavoro che macroscopicamente
hanno il senso ampio dell'incremento di autonomie, del rinforzo
della autostima, del rapportarsi con le proprie capacita' mentre
per ciascuno c'e' un obiettivo specifico: un lavoro sulla
acquaticita', sul rapporto con il proprio corpo, sulle autonomie,
sulla relazionalita', sul senso di se', nel progetto-piscina; sul
rapporto empatico, l'autostima e il senso di se' e su competenze
motorie e relazionali attraverso il progetto di attivita'
ludico-equestre; un lavoro sulla percezione del se',
rilassamento, l'ascolto attraverso il laboratorio di
musicoterapia; un lavoro sul rapporto con il corpo e con la
sensorialita' nel laboratorio di danza-terapia; sull'affinamento
di abilita' manuali, avviamento ad attivita' lavorative
attraverso il laboratorio di ceramica.
Tutti questi progetti fisicamente si svolgono in contesti
diversi,anche se sempre molto vicini, una scuola o l'altra o in
luoghi deputati (maneggio o piscina), e ad essi partecipano i
ragazzi di tutte le scuole, cosi' che gli insegnanti lavorano con
tutti loro praticamente da sempre, non ci sono piu' difficolta'
nei "passaggi di scuola", i ragazzi solidarizzano e si conoscono
fra loro nell'esplorazione di attivita' stimolanti creative e
divertenti.
Inoltre, e questo e' un punto importante, a molte, anche se
non a tutte, partecipano tutti gli altri ragazzi normodotati
delle scuole, a rotazione naturalmente, usufruendo di tutte le
valenze educative e di stimolo alla crescita offerte dalla
relazionalita' e dai progetti e soprattutto divertendosi. Il
percorso, attraverso i vari progetti e' diversificato per ogni
ragazzo diversabile, qualcuno partecipa a tutti, altri solo ad
alcuni, integrando il tutto con il tempo delle lezioni frontali,
ma tutti, divertendosi, apprendono strumenti di crescita, anche
gli insegnanti. Nel corso dell'anno pensiamo anche "uscite
didattiche", finora ne abbiamo realizzate due, portando a fare
esperienze di pernottamenti fuori casa ragazzi che i genitori non
riuscivano a "pensare lontani da loro e autonomamente sereni",
l'organizzazione e' stata complessa, fondi, operatori uno a uno
per tre giorni, supporti sanitari, ma i risultati sono stati
importanti, i ragazzi e le loro famiglie hanno sperimentato
un'autonomia in sicurezza che ci ha confermato che e' possibile
armonizzare percorso di vita e didattica, perche' la scuola sia
sempre piu' un luogo di crescita.
(Wel/ Dire)