(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 feb. - I dirigenti scolastici
promuovono l'alternanza scuola-lavoro.
Secondo i primi risultati di un'indagine del Censis, finalizzata
a rilevare le opinioni e gli atteggiamenti dei dirigenti
scolastici delle scuole secondarie di 2° grado in merito
all'istituto, il 71,2% dei dirigenti sottolinea che il ricorso
all'alternanza scuola-lavoro permette agli studenti di avere una
migliore conoscenza del mondo del lavoro. Il 55,9% pensa che
l'alternanza permetta alla scuola di offrire un curriculum di
studio piu' adeguato alle esigenze del mondo del lavoro, mentre
il 53,2% ritiene che essa aumenti le opportunita' occupazionali
dei diplomati, che cosi' hanno l'occasione di farsi conoscere
dalle imprese. Positiva sembra essere anche la ricaduta che
l'attivazione dell'alternanza scuola-lavoro ha sull'ambiente e
sul vissuto scolastico. Secondo la ricerca, infatti, il 52,9% dei
dirigenti ritiene che l'introduzione dell'alternanza influenzi i
livelli motivazionali, contrastando i fenomeni di dispersione,
mentre il 51% pensa che serva da stimolo a una continua
innovazione della didattica. I dirigenti che invece pensano
all'alternanza come momento per instaurare rapporti proficui e
stabili con le aziende, al di la' della singola esperienza, sono
il 45,2%. Circa un terzo dei dirigenti, poi, ritiene che
l'attivazione dell'alternanza aumenti l'attrattiva di un istituto
(33,9%), mentre per un altro 30,6% ha un'influenza positiva sul
livello di aggiornamento e specializzazione dell'intero corpo
docente. Non mancano, pero' gli scettici che sottolineano le
criticita' nell'applicazione dell'alternanza. La piu' segnalata
(55,1%) e' quella delle risorse finanziarie, cui si lega la
difficolta' a offrire percorsi di alternanza a tutti gli studenti
interessati (53,6%). Il 48,8% degli intervistati ritiene,
inoltre, che si incontreranno difficolta' a realizzare una
effettiva integrazione dell'esperienza nel curricolo scolastico,
mentre il 46,1% sottolinea la difficolta' a coinvolgere le
aziende e gli altri soggetti economici.
Poche le preoccupazioni sulla comprensione e applicazione
della normativa (7,4% di dirigenti), anche forse per via delle
esperienze pregresse, che portano a escludere uno scarso
interesse delle famiglie (11,1%). I dati di monitoraggio (sezione
scuola-lavoro dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo
dell'autonomia scolastica-Ansas, ex Indire) presentano una
crescita complessiva, negli ultimi tre anni, dei soggetti
coinvolti in queste attivita', sia pure con andamenti diversi per
la terza area e per l'alternanza. Nel 2008-2009 i corsi di
professionalizzazione sono stati 8.023 per 140.409 studenti (+10%
rispetto al 2006-2007). La crescita piu' significativa e' quella
delle imprese coinvolte, che passano da 27.720 a 48.081 (+41,5%).
Su dimensioni minori ma significative si posizionano i percorsi
di alternanza scuola-lavoro, che si caratterizzano per incrementi
annui rilevanti per tutte le variabili considerate. Nel 2008-2009
li hanno attivati piu' di 1.000 istituti di riferimento,
coinvolgendo 69.375 studenti (+51,2% rispetto al 2006-2007). I
risultati delle esperienze di alternanza e di terza area, secondo
il Censis, costituiscono una buona base di partenza, ma comunque
si tratta di esperienze ancora limitate rispetto alla potenziale
utenza: riguardando circa il 10% di studenti coinvolgibili
(quarto e quinto anno degli istituti professionali, per la terza
area, e studenti con almeno 16 anni, per l'alternanza). I dati
Censis, infine, individuano le aree geografiche nelle quali e'
maggiormente possibile poter usufruire di un'esperienza di
alternanza scuola lavoro. L'esperienza e' stata superiore nelle
aree del Centro-Nord, che raccolgono il 53,5% degli studenti
coinvolti nel 2008-2009, e soprattutto nelle regioni del
Nord-Ovest, dove il raccordo con il mondo del lavoro e'
probabilmente agevolato dall'incidenza maggiore di realta'
aziendali di media e grande dimensione. E anche la durata e
l'articolazione delle esperienze e' ampiamente differenziata
nelle diverse aree del Paese.
(Wel/ Dire)