INTANTO RIESPLODE PROBLEMA CARENZA FONDI: STAVOLTA PER SICUREZZA.
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 17 feb. - Considerando le
"incertezze" che ancora caratterizzano il riordino degli
indirizzi delle scuole superiori, sommate al costante aumento
degli studenti, "forse saremo costretti a ritornare ai doppi
turni". Lo afferma Sandro Mandini, assessore all'Edilizia della
Provincia di Bologna, in una commissione oggi a Palazzo Malvezzi
dedicata all'edilizia scolastica.
Quello dei doppi turni e' uno dei possibili effetti che
Mandini ipotizza alla luce della riforma: almeno in "casi
specifici" e "nella fase di tempo necessaria ad investire sugli
edifici che richiedono nuovi spazi". Con il riordino degli
indirizzi, infatti, e' presumibile un cambiamento sensibile nella
distribuzione della popolazione scolastica. Giovanni Paltrinieri,
dirigente del settore Edilizia e Patrimonio della Provincia,
ricorda l'esempio della riforma Moratti: la cosiddetta
'liceizzazione' ebbe un "riflesso pesantissimo" e fu necessario
"spostare pezzi di scuole in altri istituti". E ogni spostamento,
aggiunge Paltrinieri, "rimette in gioco tutto" per quanto
riguarda le certificazioni in materia di sicurezza e prevenzione
incendi. Al momento, pero', fare previsioni certe e' impossibile.
"Non sappiamo praticamente gli effetti che avra' la riforma
Gelmini", ricorda Mandini, "stiamo monitorando il sito del
Ministero e ad oggi non c'e' ancora una dotazione organica
effettiva": insomma "stiamo ragionando solo su ipotesi e ci
auguriamo che nel piu' breve tempo possibile ci siano elementi
piu' chiari". Solo a quel punto, ribadisce l'assessore, "saremo
in grado di riattivare un percorso di programmazione". E questo
"sperando che poi non arrivi un'altra riforma- chiosa Mandini-
che ribalta tutto di nuovo".
Per quanto riguarda il capitolo sicurezza, a pesare non e'
solo l'incertezza dettata dal riordino degli indirizzi. Il
problema, manco a dirlo, e' quello dei fondi. "Ancora una volta
lo Stato sta tagliando le risorse per l'edilizia scolastica-
sottolinea Mandini- oltre che per la scuola in senso lato". In
particolare, dei 770 milioni di euro previsti per l'adeguamento
sismico e gli interventi di ristrutturazione ne resterebbero 300:
non sono in Finanziaria ma "all'esame della commissione Cultura
della Camera", ricorda Mandini. E mancano anche le risorse per
finanziare il piano di verifica che Palazzo Malvezzi ha
predisposto per gli edifici in zona sismica 3 (cioe' bassa), come
segnala Simone Stella, direttore del servizio Qualita' degli
edifici. Proseguono invece gli interventi di miglioramento nelle
scuole dell'imolese, territorio piu' delicato perche'
classificato come zona 2.
Per quanto riguarda la manutenzione, "qualche volta e' vero
che non e' ottimale- ammette Paltrinieri- ma i soldi che al
momento si possono investire sono limitati". Un esempio e' quello
degli ascensori per i disabili, che richiedono spesso interventi
di adeguamento: "A volte capita che dove ce ne sono due- spiega
Paltrinieri- ne teniamo chiuso uno per un po' di tempo,
aspettando magari il bilancio successivo". In ogni caso,
sull'edilizia scolastica "lo sforzo da parte della Provincia-
sottolinea il capogruppo Pd, Raffaele Donini- c'e' stato e c'e'".
Meno convinta l'opposizione. Mauro Sorbi (Udc) chiede "perche'
andare ad investire denaro pubblico quando sappiamo che sulla
sicurezza delle scuole siamo indietro". Giuseppe Sabbioni (Pdl),
invece, propone di inviare un questionario a studenti, docenti e
personale Ata "per sapere se sono soddisfatti dell'edificio che
li ospita".
(Wel/ Dire)