(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 feb. - 350 milioni di coppie
non hanno accesso a contraccettivi moderni e alle informazioni
che permetterebbero loro di decidere quanti figli avere e quando.
Oltre 14 milioni di adolescenti diventano madri tra i 15 e i 19
anni. Dal 1990 ad oggi il tasso di mortalita' materna nei paesi
in via di sviluppo e' diminuito di meno dell'1% contro il 5,5%
stimato per raggiungere, nel 2015, il quinto Obiettivo di
sviluppo del Millennio, che punta a migliorare la salute materna
rendendo possibile l'accesso universale ai servizi per la salute
riproduttiva.
Il Rapporto 2010 "La salute materna dai finanziamenti al
campo. Le politiche che fanno la differenza", a cura di
ActionAid, AIDOS e CESTAS, presenta un'analisi dettagliata degli
aiuti allo sviluppo per la salute sessuale e riproduttiva, i
risultati delle ricerche sul campo in Tanzania, Uganda e Nepal e
suggerisce almeno tre aree di intervento prioritarie: "Tra il
1995 e il 2003 il numero degli aborti indotti e' sceso da 46 a 42
milioni. Un calo che ha riguardato soprattutto i paesi
sviluppati, dove quasi tutti gli interventi di aborto sono sicuri
e legali. Nei paesi in via di sviluppo, invece, dove si registra
la maggior parte delle interruzioni di gravidanza, oltre 20
milioni di donne ogni anno abortiscono in condizioni insicure.
Per questo 8,5 milioni di loro devono far fronte a gravi
complicazioni e ben 3 milioni non vengono soccorse.
Quali sono le cause di questo fallimento? Perche' i
finanziamenti specifici per la pianificazione familiare e la
salute sessuale e riproduttiva diminuiscono, mentre gli aiuti per
la salute globale aumentano, anche se non in modo adeguato ai
bisogni e agli impegni assunti? Quali sono le politiche che
funzionano? ActionAid, AIDOS e CESTAS hanno rivolto queste
domande a chi lavora ogni giorno nelle strutture sanitarie piu'
remote in Africa e in Asia.
La presentazione del rapporto ci sara' Mercoledi', ore 11, a
Roma, Piazza dell'Enciclopedia Italiana 4.
(Wel/ Dire)