(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 feb. - Nell'ambito della
rubrica curata dall'Associazione nazionale presidi (Anp) per il
notiziario 'Dire Minori', pubblichiamo l'articolo su
'L'integrazione linguistica degli alunni stranieri', a cura del
dirigente scolastico Maria Luisa Viozzi e del docente Filomena
Tripodi, dell'Istituto comprensivo 'V. Pacifici' di Villa Adriana
a Tivoli (Roma).
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1) Analisi della situazione iniziale e individuazione della
necessita' dell'intervento didattico
Come la maggior parte delle scuole italiane anche l'Istituto
Comprensivo 'V. Pacifici' di Villa Adriana e' interessato da
almeno un quinquennio dal massiccio arrivo di stranieri. Nella
scuola media inferiore si registra la presenza di alunni che,
giunti nel nostro territorio in periodi diversi, presentano
eterogenei livelli di conoscenza della lingua italiana. Al fine
di favorire l'integrazione all'interno del sistema scolastico, il
collegio docenti gia' nel 2006/2007 aveva preparato ed approvato
un progetto sull'intercultura che prevedeva un protocollo di
accoglienza; con lo stesso i docenti intendevano soprattutto
creare le condizioni per un buon inserimento sociale all'interno
delle classi. Tuttavia non erano previste attivita' di
alfabetizzazione di base che permettessero l'acquisizione
strutturata e scandita, in base a obiettivi didattici ben
precisi, della lingua italiana. A tal proposito bisogna pero'
considerare che non si puo' raggiungere l'integrazione degli
alunni stranieri senza una completa padronanza dell'italiano;
bisogna inoltre considerare che nel corrente anno scolastico la
situazione e' diventata ancora piu' complessa, soprattutto per
l'arrivo di alunni di recentissima immigrazione. Si ritiene
dunque assolutamente necessario continuare il percorso iniziato
negli anni passati con un progetto che individui la lingua e i
processi di apprendimento/insegnamento della stessa come
prioritari e propedeutici rispetto a qualsiasi altra esigenza
degli alunni stranieri.
Analizzando i dati relativi all'insuccesso scolastico nella
nostra scuola emerge che 16 respinti su 45, quindi piu' di un
terzo, sono alunni stranieri. Di fronte a tali risultati
statistici ci si deve chiedere se tali bocciature siano dovute
alle difficolta' linguistiche degli alunni o ad altre
motivazioni. Se infatti gli insuccessi fossero dovuti ad
un'insufficiente conoscenza della lingua italiana, la scuola
dovrebbe attivarsi per incentivarla. Allo stesso tempo - come
previsto dalla normativa vigente - i singoli consigli di classe
dovrebbero applicare per gli alunni stranieri una valutazione
differenziata di tipo prevalentemente formativo, da cui emergano
eventuali progressi rispetto ai livelli di partenza. Attualmente
gli insegnanti possono procedere con estrema difficolta' alla
valutazione formativa, vista la mancanza di una prova di ingresso
che verifichi in entrata le competenze linguistiche degli alunni
stranieri e sulla base della quale possano valutarsi i progressi
in itinere. È chiaro che per gli alunni di recentissima
immigrazione un test di ingresso dovrebbe valutare le competenze
linguistiche di base nella lingua madre, perche' quelle in lingua
italiana risulterebbero infatti nulle. Per gli alunni di
recentissima immigrazione la valutazione dovrebbe riguardare
anche le competenze disciplinari, visto che essi hanno gia'
frequentato almeno cinque anni di scuola nel paese di origine e,
quindi, possiedono delle competenze e delle conoscenze anche
nelle diverse materie purtroppo non valutabili dal corpo docente,
perche' non possono essere espresse in lingua italiana. I
docenti, inoltre, non conoscono il sistema scolastico ne' i
curricola dei paesi di origine: tale conoscenza invece sarebbe
molto importante almeno per attivare i processi di
apprendimento/insegnamento nelle materie fondamentali quali la
matematica, l'inglese, la storia, le scienze e la geografia.
Manca all'interno della scuola sia uno strumento di valutazione
delle competenze linguistiche sia una scheda in cui sia riportata
la storia scolastica pregressa degli alunni.
2) Proposte operative
Per valutare le competenze linguistiche degli alunni di
recentissima immigrazione sarebbe di fondamentale importanza la
collaborazione, anche in qualita' di esperti esterni, di
mediatori culturali che conoscano bene la lingua e il sistema
scolastico dei paesi di origine. Considerato che la figura del
mediatore culturale non e' ancora giuridicamente ben definita, si
potrebbe fare riferimento a persone presenti nel territorio che
gia' collaborano in forme diverse con la scuola. Per quanto
riguarda invece gli alunni di immigrazione meno recente si
dovrebbe strutturare un test di ingresso che metta in evidenza le
competenze linguistiche in entrata, sia al fine di rimarcare
eventuali progressi rispetto alla situazione di partenza sia per
evidenziare eventuali carenze nel lessico delle discipline; tali
mancanze infatti limitano la comprensione dei testi di studio e,
quindi, influiscono negativamente sul successo scolastico. Da
quanto detto risulta quindi evidente che l'azione didattica
rivolta agli alunni di recentissima immigrazione dovrebbe
riferirsi contemporaneamente a due aspetti: acquisizione di
competenze linguistiche di italiano L2 e acquisizione di
competenze e conoscenze linguistiche in relazione al lessico
specifico delle discipline; quest'ultima attivita' dovrebbe
essere rivolta anche agli stranieri che hanno seguito parte del
percorso educativo in Italia. La prima azione dovrebbe essere
intensa e organizzata in orario extrascolastico, in modo tale che
i ragazzi riescano a recuperare velocemente il gap linguistico
che li separa dagli italofoni; la seconda potrebbe essere piu'
diluita nel tempo e dovrebbe avvenire anche in presenza dei
docenti delle discipline. Da quanto detto risulta evidente che
gli insegnanti di lettere non possono farsi da soli carico
dell'alfabetizzazione degli alunni di recentissima immigrazione e
che dovrebbe formarsi una 'Commissione alunni stranieri', in cui
sia presente almeno un docente per ogni disciplina; sarebbe
inoltre di fondamentale importanza che della stessa commissione
facciano parte un insegnante esperto di italiano come L2 e un
mediatore culturale: i singoli docenti dovrebbero infatti
individuare il lessico fondamentale per lo studio della loro
disciplina e il mediatore culturale dovrebbe preparare il
materiale bilingue, da utilizzare come supporto allo studio. Allo
stesso tempo, sarebbe opportuno inserire i docenti in percorsi di
formazione che li preparino all'insegnamento dell'italiano come
L2.
3) Personale da coinvolgere nel progetto
a) Docenti responsabili: i componenti della Commissione alunni
stranieri (uno per ogni disciplina o per ogni ambito
disciplinare).
b) Docenti coinvolti: docenti che insegnano agli alunni stranieri
o in classi con un cospicuo numero di alunni stranieri.
c) Mediatori culturali.
4) Realizzazione della documentazione sulla storia scolastica
degli alunni
a) Predisporre schede analitiche per la conoscenza della storia
pregressa degli alunni di recentissima immigrazione;
b) predisporre test linguistici per l'accertamento di competenze
in lingua italiana per gli alunni di immigrazione meno recente,
con particolare attenzione per il lessico tecnico della singole
discipline;
c) predisporre test linguistici per l'accertamento delle
competenze nelle diverse lingue d'origine;
d) predisporre test intermedi e finali per l'accertamento delle
competenze linguistiche in lingua italiana in uscita anche in
relazione alle conoscenze del lessico disciplinare (tali test
dovranno fare riferimento alle competenze su cui avranno
insistito i corsi di italiano L2 e le attivita' volte
all'acquisizione del lessico tecnico e dovranno avere carattere
prevalentemente formativo);
e) predisporre test, anche nelle diverse lingue madri, per
l'accertamento delle conoscenze degli alunni nelle singole
discipline.
5) Formazione dei docenti
a) Individuare un docente per disciplina disposto a partecipare
ai corsi di formazione proposti dal MIUR (sarebbe opportuno che
partecipassero i docenti della Commissione alunni stranieri);
b) creare un archivio di documenti e testi sull'insegnamento ad
alunni stranieri, che serva per l'eventuale formazione interna
del personale docente interessato, da attuarsi anche negli anni
scolastici successivi.
6) Alfabetizzazione linguistica
a) Attivare di corsi di italiano L2 da tenersi in orario
pomeridiano su competenze concordate con i docenti delle singole
classi; il corso dovrebbe fare riferimento agli aspetti
morfologici, fonetici e lessicali della lingua italiana e
dovrebbe insistere sulle abilita' linguistiche di base: ascolto e
comprensione orale, interazione orale, lettura e comprensione
scritta, interazione scritta, produzione orale e produzione
scritta;
b) prevedere una forma di compresenza che assicuri agli alunni la
possibilita' di lavorare sul lessico delle diverse discipline;
d) acquistare dei vocabolari bilingui per le nazionalita' piu'
diffuse (italiano-rumeno, italiano-arabo) nella nostra scuola e
metterle a disposizione delle classi, in cui sono presenti gli
alunni stranieri;
e) predisporre testi semplificati dei libri di testo, per
facilitare lo studio delle diverse discipline.
7) Chi fa cosa?
Per la realizzazione di una completa integrazione degli alunni
stranieri bisognerebbe quindi approntare dei test di accertamento
delle competenze linguistiche di base, che potrebbe essere
realizzato dal coordinatore delle 'Commissione stranieri' e da un
mediatore culturale; quest'ultimo insieme ai membri della
Commissione dovrebbe poi preparare un test di accertamento delle
competenze e conoscenze disciplinari. L'esperto di lingua o il
coordinatore della Commissione stranieri potrebbe invece
preparare il test di accertamento delle competenze in lingua
italiana per gli alunni di immigrazione non recentissima, che
dovrebbe servire sia per la programmazione di un corso di
alfabetizzazione che come punto di riferimento per la valutazione
finale. Il corso dovrebbe tenersi da novembre a maggio e dovrebbe
prevedere un esame finale di accertamento delle competenze
linguistiche raggiunte e dei progressi rispetto ai livelli di
partenza. La struttura del corso dovrebbe prevedere 180 ore di
insegnamento, suddivise in 100 ore di insegnamento da dedicare
alle competenze linguistiche di base in lingua italiana e 80 ore
di insegnamento da dedicare all'approfondimento per
l'acquisizione del lessico specifico delle singole discipline.
Quest'ultimo pacchetto di ore dovrebbe essere gestito dal docente
esperto di italiano come L2 e dai docenti delle singole
discipline che fanno parte della commissione stranieri. Si
dovrebbero inoltre prevedere 20 ore di programmazione didattica,
nel corso delle quali la commissione stranieri dovrebbe
incontrarsi e dovrebbe strutturare le prove per la valutazione,
individuare il lessico di base delle singole discipline e
strutturare l'azione didattica.
8) Dove reperire i fondi per la realizzazione del progetto
A partire dall'anno scolastico 2001-2002 il MIUR e la Comunita'
Europea prevedono lo stanziamento di fondi per favorire
l'accoglienza e l'integrazione degli alunni immigrati e per
attivare corsi di lingua italiana per stranieri. Allo stesso
tempo esistono corsi per la formazione di insegnanti che operano
in classi con alunni stranieri; alcuni sono finalizzati a
sensibilizzare i docenti sulle problematiche della didattica
interculturale e altri si propongono l'obiettivo di formare
docenti di lingua italiana come L2 .
9) Valutazione complessiva del progetto
Avendo il progetto un taglio prevalentemente linguistico, la
verifica dei risultati raggiunti dovra' accertare in primo luogo
i progressi nelle competenze linguistiche di base e nelle
conoscenze del lessico tecnico. A tal fine si dovrebbero
preparare dei test in uscita, che tengano conto dell'attivita'
didattica svolta nei corsi di alfabetizzazione linguistica e che
valutino i progressi compiuti dai singoli alunni.
Allo stesso tempo alla fine del percorso di integrazione
linguistica si dovrebbero confrontare i dati relativi
all'insuccesso scolastico degli alunni stranieri nell'anno
2008/2009 con quelli del 2009/2010. Risulta evidente che, se
l'insuccesso scolastico degli alunni stranieri diminuira' in
seguito all'alfabetizzazione, l'azione didattica sara' stata
efficace.
(Wel/ Dire)