(DIRE - Notiziario Minori) Milano, 15 feb. - Le maestre della
scuola elementare di via Pini a Milano scrivono ai loro alunni
rom, che domani potrebbero di nuovo essere sgomberati. "Vi
insegneremo mille parole, centomila parole perche' nessuno possa
piu' cercare di annientare chi come voi non ha voce". Oggi questi
bambini vivono in una baraccopoli sorta a Segrate, ma Il 19
novembre 2009 erano stati mandati via dall'ex edificio Enel di
via Rubattino, nel quartiere della scuola di via Pini. Segrate e'
l'ultima tappa dei continui sgomberi che hanno subito da allora.
Anche domani, probabilmente, vedranno la loro baracca rasa al
suolo dalle ruspe. Nonostante tutto, i bambini hanno continuato
ad andare a scuola. Spesso sono le maestre ad andarli a prendere
nelle loro baracche, costruite di volta in volta in zone diverse
di Milano.
Questa la lettera: "Ciao Marius, ciao Cristina, Ana, ciao a
voi tutti bambini del campo di Segrate -scrivono le maestre-. Voi
non leggerete il nostro saluto sul giornale, perche' i vostri
genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. È
proprio per questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno
continuato a mandarvi nonostante la loro vita sia difficilissima,
perche' sognano di vedervi integrati in questa societa', perche'
sognano un futuro in cui voi siate rispettati e possiate veder
riconosciute le vostre capacita' e la vostra dignita'. Vi fanno
studiare perche' sognano che almeno voi possiate avere un lavoro,
una casa e la fiducia degli altri".
"Sappiamo quanto siano stati difficili per voi questi mesi: il
freddo, tantissimo, gli sgomberi continui che vi hanno costretti
ogni volta a perdere tutto e a dormire all'aperto in attesa che i
vostri papa' ricostruissero una baracchina, sapendo che le ruspe
di li' a poco l'avrebbero di nuovo distrutta insieme a tutto cio'
che avete. Le vostre cartelle le abbiamo volute tenere a scuola
perche' sappiate che vi aspettiamo sempre, e anche perche' non
volevamo che le ruspe che tra pochi giorni raderanno al suolo le
vostre casette facessero scempio del vostro lavoro, pieno di
entusiasmo e di fatica. Saremo a scuola ad aspettarvi, verremo a
prendervi se non potrete venire, non vi lasceremo soli, ne' voi
ne' i vostri genitori che abbiamo imparato a stimare e ad
apprezzare".
"Grazie per essere nostri scolari, per averci insegnato quanta
tenacia possa esserci nel voler studiare, grazie ai vostri
genitori che vi hanno sempre messi al primo posto e che si sono
fidati di noi. I vostri compagni ci chiederanno di voi, molti
sapranno gia' perche' ad accompagnarvi non sara' stata la vostra
mamma ma la maestra. Che spiegazioni potremo dare loro? E quali
potremo dare a voi, che condividete con le vostre classi le
regole, l'affetto, la giustizia, la solidarieta': come vi
spiegheremo gli sgomberi? Non sappiamo cosa vi spiegheremo, ma di
sicuro continueremo ad insegnarvi tante, tante cose, piu' cose
che possiamo, perche' domani voi siate in grado di difendervi
dall'ingiustizia, perche' i vostri figli siano trattati come
bambini, non come bambini rom, colpevoli prima ancora di essere
nati".
"Vi insegneremo mille parole, centomila parole perche' nessuno
possa piu' cercare di annientare chi come voi non ha voce. Ora la
vostra voce siamo noi, insieme a tantissimi altri maestri,
professori, genitori dei vostri compagni, insieme ai volontari
che sono con voi da anni e a tanti amici e abitanti della nostra
zona. A presto bambini, a scuola. Le vostre maestre: Irene
Gasparini, Flaviana Robbiati, Stefania Faggi, Ornella Salina,
Maria Sciorio, Monica Faccioli".
(Wel/ Dire)