AUMENTO NEGLI ULTIMI 30 ANNI DI QUELLI CHE VIVONO DA SOLI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 feb. - Negli ultimi
trent'anni la distribuzione delle famiglie per tipologia si e'
fortemente modificata: in particolare si e' rilevato un forte
aumento di famiglie mono-componente, passate dall'8,5 per cento
del 1978 al 26,4 per cento del 2008. E' il dato che emerge
dall'indagine campionaria 'I bilanci delle famiglie italiane
nell'anno 2008' realizzata dalla Banca d'Italia.
Le famiglie mono-componente continuano a essere principalmente
composte da donne al di sopra dei 64 anni, a causa della maggiore
durata media della vita per il sesso femminile. Negli ultimi
quindici anni comunque, l'incidenza delle donne di eta' superiore
ai 64 anni che vivono da sole sul totale delle famiglie
mono-componenti risulta in declino, a fronte di un aumento della
quota di single maschi in generale e di donne di eta' compresa
tra i 35 e i 64 anni. La quota di ultrasessantenni e' pari al
44,3%, segue quindi la fascia d'eta' che riguarda i giovani,
ovvero quella fino ai 34 anni.
Negativo il dato sul possesso del titolo di studi: il 58,5%
dichiara di non averne, il 40,1% ha la licenza elementare, il 20%
ha la licenza media, il 21,3% si e' fermato alla maturita' mentre
il 21% e' arrivato a conquistare la laurea. Per quel che riguarda
l'occupazione, secondo le tabelle sviluppate da Banca d'Italia,
una fetta del 39,7% all'interno della torta e' occupata da chi
non e' impiegato, seguono poi i lavoratori dipendenti (18%) e gli
indipendenti (15,2).
Analizzando la distribuzione geografica, emerge che il 30,9%
delle famiglie mono-parentali vive in comuni con piu' di 500mila
abitanti, mentre all'altro estremo troviamo il 23,9% di chi
risiede in comuni sotto i 20.000 abitanti. Ancora. Netta
predominanza per i single che vivono al Centro (30,7), seguiti da
quelli del Nord (28,2%) e del Sud-Isole (20,7).
Proseguendo nell'analisi che riguarda il fattore
economico-finanziario, troviamo che il reddito delle famiglie con
un unico componente e' pari a 19.528 euro, mentre la quota di
consumi si attesta su 16.410 euro, con una propensione al consumo
dell'84%. Nel dettaglio, e' maggiore la cifra che riguarda il
reddito da trasferimenti (pensioni, assegni, borse di studio)
pari al 36,1%, a cui segue quello da lavoro dipendente (28,3%),
da capitale (27,2%), da libera professione e impresa (8,4%).
Capitolo sulla struttura dei consumi. Secondo i dati pubblicati,
e' evidente che le famiglie mono-parentali spendono di piu' per i
beni non durevoli, ovvero 15.488 euro, mentre la cifra destinata
ai beni durevoli e' di 921 euro. Per quanto riguarda i valori
mediani della ricchezza familiare, abbiamo la cifra netta di
100mila euro.
Nella sua indagine campionaria, Banca d'Italia analizza dunque la
percentuale di single con un debito, il cui valore medio si
attesta sulla cifra di 30.338 euro. Piu' alta la percentuale
delle famiglie con un unico componente indebitato per ragioni
personali (12,1%); troviamo chi ha contratto debiti per
acquistare beni di consumo (7%) e immobili (5,4%).
Il 60,4% dei single possiede la casa dove risiede, mentre il
26,9% vi abita in affitto. Per questi ultimi, si puo' segnalare
un particolare: considerando un'abitazione di dimensioni medie,
tra il 1993 e il 2008 l'incidenza della spesa in affitto sul
reddito delle famiglie con unico componente, e' cresciuta
(seppure in modo minore rispetto alle famiglie piu' numerose
passando dal 15,5 al 23,4 per cento.
In conclusione, piccolo cenno sugli strumenti di pagamento piu'
diffusi: solo il 19% delle famiglie mono-parentali possiede una
carta di credito, il 49,8% ha un bancomat, il 51,9% li ha
entrambi e il 5,5% si e' dotato di una carta prepagata.
(Wel/ Dire)