UN QUARTO DEI GENITORI RICORRE ALLE "PENE CORPORALI" SUI BAMBINI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 feb. - I genitori italiani
vivono il proprio ruolo educativo come un continuo equilibrio tra
la dimensione normativa, affettiva e punitiva e si ritengono meno
severi rispetto ai propri genitori. Nell'educazione impartita ai
figli, i genitori italiani dosano vari ingredienti nel proprio
"mix educativo": prevale l'affetto (37%), segue il dialogo (30%),
le regole (23%), e infine i sistemi di punizione (10%). E
tuttavia, ancora una media del 25% dei genitori italiani utilizza
le punizioni corporali come metodo correttivo.
Questi alcuni dei risultati che emergono dalla ricerca di Save
the Children sui sistemi educativi familiari in Italia e
l'utilizzo delle punizioni corporali, realizzata da Ipsos.
I genitori di oggi in media si descrivono come meno severi
rispetto ai propri, apprezzano i valori trasmessi dai loro
genitori, ma meno i sistemi educativi utilizzati che, seppur non
autoritari, valutano troppo poco orientati al dialogo. In media,
il 59% di essi afferma di essere effettivamente meno severo
rispetto ai propri genitori, percentuale che arriva al 68% fra i
genitori con figli piu' grandi. (La percentuale raggiunge
addirittura il 74% nel campione della popolazione nazionale).
E se una punizione e' necessaria, quelle piu' efficaci sono
considerate l'imposizione di una restrizione (in media il 71% dei
genitori), "sgridare i figli con decisione" (32%) e "costringerli
a svolgere delle attivita' non gradite" (21%). Tuttavia, tra i
genitori con figli da 3 a 5 anni, un 14% ritiene utile ricorrere
alla sculacciata, percentuale che diventa del 10% per chi ha
figli dai 6 ai 10 anni.
Sicuramente la pratica e' molto ridimensionata rispetto ad un
tempo, eppure permane una percentuale di genitori che utilizzano
lo schiaffo come metodo correttivo (il 25%, di cui una parte piu'
esigua pari al 2% lo fa quasi tutti i giorni, mentre il 23% lo fa
qualche volta in un mese).Una media del 19% dichiara che non
capita mai di ricorrere allo schiaffo e di essere decisamente
contrario a questi metodi (percentuale che sale al 21% per i
genitori di ragazzi adolescenti tra gli 11 ed i 16 anni), o di
non utilizzarli quasi mai (57% in media, che sale al 70% in caso
di figli piu' grandi).In situazioni limite, tuttavia, ben il 53 %
dei genitori italiani dichiarano di ricorrere alla punizione
fisica, percentuale che tra i genitori con bambini piu' piccoli
sale al 63% e tra quelli di adolescenti scende al 40%. Il
restante campione dichiara di non aver mai dato uno schiaffo ai
propri figli, anche se di questi il 25% dichiara di averne avuto
la tentazione.
Una campagna di sensibilizzazione all'utilizzo di metodi
educativi improntati sul dialogo e non sulla violenza sarebbe
accolta positivamente dal 66 % dei genitori italiani, per il 39%
di essi, infatti,potrebbe far riflettere i genitori piu' maneschi
e violenti,per il 27% conforterebbe quelli gia' propensi a questa
linea improntata sulla genitorialita' positiva. Lo rileva la
ricerca di Save the Children sui sistemi educativi familiari in
Italia e l'utilizzo delle punizioni corporali, realizzata da
Ipsos e diffusa oggi durante il convegno del Cismai "Crescere
senza violenza. Politiche, strategie e metodi".
"Alla luce di questi dati, Save the Children, in linea con le
sollecitazioni provenienti dal livello europeo ed internazionale,
ed avendo come riferimento l'esperienza degli altri Paesi europei
che hanno gia' adeguato la propria normative interna (in Europa,
l'utilizzo delle punizioni corporali nei confronti dei bambini,
anche in ambito familiare, e' vietato in Svezia, Norvegia,
Finlandia, Austria, Cipro, Danimarca, Lettonia, Bulgaria,
Ungheria, Germania, Romania, Grecia e, dal 2007, anche nei Paesi
Bassi, in Portogallo e Spagna), spinge ad un cambiamento
culturale, che possa poi approdare ad una riforma normativa, ma
che parta dallasensibilizzazione dei cittadini, sviluppando
idonei strumenti atti ad incentivare l'utilizzo di forme di
educazione non violenta" ha dichiarato Valerio Neri, direttore
generale di Save the Children Italia.
"È per questo che ci rivolgiamo al ministro Carfagna e al
Dipartimento delle Pari Opportunita', che da sempre si e'
dimostrato sensibile aquestetematiche, al fine di intraprendere
un percorso che, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e
della societa' civile,preveda innanzitutto un'idonea campagna di
sensibilizzazione e formazione, il primo passo propedeutico per
una legge in materia." Save the Children ritiene che richiamare
espressamente il divieto di utilizzare punizioni fisiche
nell'educazione dei figli, adeguando il dettato normativo,
consentirebbe all'Italia di fare un ulteriore passo in avanti
nella tutela dei minori, lanciando un messaggio chiaro ed
innovativo, cosi' come avvenuto in altri Paesi europei.
(Pic/ Dire)