SECONDO UNO STUDIO SAREBBERO 143 MILIONI I NON SCOLARIZZATI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 feb. - La crisi internazionale
non puo' giustificare tagli della spesa pubblica per la scuola,
un settore chiave per lo sviluppo dei paesi poveri: e' il dato
che emerge da due documenti diffusi in questi giorni dall'Unesco,
l'organizzazione delle Nazioni Unite per la cultura, la scienza e
l'istruzione.
"Mentre i paesi ricchi si preoccupano della ripresa economica
- ha detto la direttrice generale Irina Bokova, presentando un
rapporto annuale - molti paesi poveri rischiano di fare passi
indietro nel settore scolastico: non possiamo permetterci di
creare una generazione perduta di bambini senza la possibilita'
di un'istruzione che gli consenta di uscire da una condizione di
poverta'".
Nello studio dell'organizzazione Onu, intitolato "Raggiungere
chi e' ai margini", si sostiene che a oggi i bambini e gli
adolescenti non scolarizzati siano 143 milioni. Sulla base delle
tendenze attuali questo numero potrebbe ridursi a 56 milioni tra
cinque anni, non abbastanza per raggiungere l'"Obiettivo del
millennio" fissato dall'Onu che prevede entro il 2015 una
frequenza scolastica gratuita per tutti i bambini del mondo.
Oltre alle incertezze del futuro, nel rapporto dell'Unesco trova
spazio il riconoscimento di progressi realizzati soprattutto
negli ultimi 10 anni. Luci e ombre caratterizzano anche un altro
studio dell'ente delle Nazioni Unite, pubblicato a Dakar con il
titolo "L'istruzione elementare in Africa: la questione degli
insegnanti". Secondo gli esperti, dalla fine del 2006 in ben 35
paesi del continente il tasso di iscrizione al primo anno di
scuola elementare e' superiore o uguale al 90%.
Al di sotto della soglia dell'80% resterebbero solo sette
paesi, Burkina Faso, Isole Comore, Costa d'Avorio, Niger, Sudan,
Repubblica centrafricana ed Eritrea.
(Pic/ Dire)