(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 3 feb. - Pubblichiamo la recensione de "L'eta' indecente", di Marida Lombardo Pijola (editore Bompiani, 2009), curata da Paola Spinelli, vicepresidente dell'Anp Roma (Associazione nazionale presidi).
L'autrice, giornalista del Messaggero, nel 2007 ha gia' ottenuto un notevole successo con il suo precedente libro 'Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa', un'angosciante indagine sulle discoteche pomeridiane ove ragazzine tra gli 11 e i 14 anni si muovono seminude sulle luccicanti pedane a forma di cubo.
Il recente volume, sempre edito da Bompiani, e' anch'esso il frutto di un'approfondita inchiesta svolta dalla scrittrice nel difficile e diffidente mondo degli adolescenti di oggi, al fine non solo di vagliare e documentare l'inarrestabile distanza che si sta creando tra i ragazzi e le loro famiglie via via che il tempo passa, ma anche per interpretare e rendere accessibile a noi "grandi" quel segreto linguaggio gergale che contribuisce a rendere difficoltosi i rapporti interpersonali.
Se non ci si lascia impressionare da qualche termine poco "decente" sara' molto interessante ed anche utile (specialmente se chi legge e' un genitore o un insegnante) scoprire, con l'ausilio della Lombardo, il significato di quei vocaboli ed espressioni decisamente incomprensibili per chi non faccia parte del clan dei giovanissimi. Ma la scrittrice ha fatto qualcosa di piu' che studiare quel linguaggio, e' anche riuscita ad entrare miracolosamente in un pianeta con cui si stanno perdendo i contatti.
"L'eta' indecente", pur essendo la risultante di un'esauriente indagine scientifica, e' soprattutto un ottimo romanzo, e non un saggio. Con due personaggi principali (Caterina la mamma e Niccolo' detto Occhidoro il figlio) le cui vicende seguiamo passo passo, attraverso le notazioni scritte in forma di diario dalla mamma e da Niccolo'. La spiccata capacita' narrativa della brillante scrittrice e la sua scelta di utilizzare la forma stilistica del diario (che potremmo definire a due facce, dato che i personaggi parlano, senza saperlo, degli stessi episodi, da un punto di vista diametralmente opposto) favorisce il lettore perche' fa emergere subitaneamente il netto, inconciliabile contrasto nella visione della vita tra la vecchia e la nuova generazione.
A fianco dei due protagonisti s'intravedono tanti altri personaggi del tutto secondari, tra cui: il padre Filippo, che nella parte seconda del romanzo se ne va a vivere in un residence, l'amica Giovanna, il cane Beta golden retriver, Camilla che dice a Niccolo' "sei proprio un culoso ad avere i genitori separati che almeno non li senti screziarsi", e cosi' via. La storia si avvia verso la conclusione attraverso svariati episodi che vedono Caterina, sempre convinta di essere una "quasi-madre di un non-figlio", preoccuparsi per le cattive compagnie scolastiche di Niccolo', chiedere l'intervento delle autorita' scolastiche, trovare un professore che la corteggia avendola un tempo conosciuta, vivere in sostanza una incomunicabilita' che sembra proprio destinata a regnare su di lei. Ma l'autrice fortunatamente ha voluto donarci una chiusura che possa lasciarci ben sperare in un domani migliore: Niccolo' e Camilla si amano e l'armonia aleggia in famiglia, Caterina rasserenata puo' finalmente riconoscere di essere una madre completa.
(Wel/ Dire)