(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 3 feb. - Giovani e bullismo: un binomio ormai consolidato che miete vittime a scuola, su internet e in famiglia. Campagne di prevenzione e informazione si susseguono e si accavallano da parte di tutti gli organi preposti, ma il fenomeno sembra essere ancora in salita. Ma quali le cause che spingono a commettere atti di violenza verso i propri coetanei? Dove nasce il bullismo e come si combatte? Ne abbiamo parlato con Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma: "Il bullismo- spiega l'esperto- e' una forma di manifestazione dell'aggressivita', piuttosto diffusa, che nasce da una rabbia che il bambino vive per motivi diversi, non ultimo il rapporto tra fratelli". Un recente studio dell'Universita' di Firenze, sostiene che il bullismo nasce appunto in casa tra fratelli, con quelle forme di sottomissione messe in atto tra le mura domestiche e che si ripropongono poi a scuola. Castelbianco, pero', proprio su questo punto specifica che "esiste un errore nello studio. Non e' detto che i ragazzi bulli a casa lo siano sempre e comunque anche a scuola. Capita, invece, che chi attua questi comportamenti a casa, in ambito scolastico sia irreprensibile".
Anche DSM4, il manuale diagnostico di tipo sintomatologico che tende a delineare i disturbi che esordiscono per la prima volta nell'infanzia, nell'adolescenza e nella fanciullezza, ha inserito la "Sindrome da rivalita' tra fratelli" nell'elenco dei disturbi dell'infanzia. "Il fatto che la gelosia tra fratelli sia assunta a sindrome- prosegue Castelbianco- dimostra l'entita' e la diffusione del problema, e anche che la rabbia dei bambini nasce a casa". Dunque, da cosa o da chi nasce la rabbia casalinga dei bambini? "Deriva dai genitori, che spesso non sanno gestire le relazioni intrafamiliari. Basti pensare che 20 anni fa, quando un bambino dismetteva giocattoli o vestiario, questi venivano automaticamente messi da parte per il fratellino piu' piccolo. Oggi questo non accade. Inoltre- sottolinea lo psicoterapeuta- il primogenito viene trattato da genitori e parenti, come fosse il primo e l'unico figlio".
Ma la rabbia dei bimbi, oltre che nelle possibili rivalita' tra fratelli, trova terreno fertile per crescere anche in altri ambiti e dinamiche familiari. "Le modifiche sociali hanno portato anche cambiamenti nelle organizzazioni familiari-continua Castelbianco- impedendo una presenza maggiore dei genitori a casa. I figli pertanto vengono affidati, sin dai primi mesi di vita, a strutture, anche molto accoglienti come i nidi, ma che non possono in alcun modo sostituirsi alla famiglia".
(Wel/ Dire)