ADOZIONI, CALANO DALLA RUSSIA, AUMENTANO DALL'ASIA
LA REGIONE PIU' "ACCOGLIENTE" E' LA LOMBARDIA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 dic. - Nel suo Rapporto il
Cea fa il quadro sulle adozioni, con preciso riferimento anche
alla provenienza dei bambini.
Nel corso del 2009, 20 sui 21 Enti Cea hanno concluso procedure
adottive, per un totale di 1.560 minori e 1.219 coppie.
Mediamente ciascun ente ha seguito 61 coppie; guardando a tutti
gli enti autorizzati, questa media scende a 47 coppie, un dato
che mette in luce le dimensioni delle attivita' degli enti
aderenti al Coordinamento: la meta' degli enti Cea ha seguito
piu' di 50 coppie.
Afferma il rapporto: "Dalle variazioni per area, emerge che la
leggera contrazione complessiva e' soprattutto da attribuire al
dato relativo alla Federazione Russa, dove si e' registrata una
riduzione dei minori adottati pari al 17,7%, mentre un aumento
sensibile si registra nei Paesi Asiatici".
Osservare il numero di adozioni e la relativa variazione tra 2009
e 2010 per singolo Paese di provenienza dei minori permette di
verificare piu' analiticamente le variazioni intervenute. Emerge
che in Africa la contrazione del numero di minori e' dovuta
all'assenza di adozioni (nonche' di canali attivi) in alcuni
Paesi come Gambia, Kenya e Benin. L'aumento delle adozioni in
Asia, invece, e' sostanzialmente attribuibile all'apporto delle
adozioni in Cina ed in Nepal, Paesi nei quali non era stata
conclusa nessuna procedura adottiva nel 2009. Infine, nel
continente europeo la riduzione del numero di minori e'
riscontrabile in tutti i Paesi, con la sola eccezione della
Moldavia e della Lituania.
Le coppie adottive si distribuiscono in modo disomogeneo in
Italia, tra Nord, Centro e Sud. Infatti, se analizziamo le
adozioni sulla base della regione di residenza dei genitori
adottivi, e quindi di destinazione dei minori, emerge che la
regione piu' "accogliente" e' la Lombardia, seguita dalla
Campania e da Toscana e Veneto.
Il mondo che ruota intorno all'universo Cea e' ampio se
consideriamo le oltre 6 mila relazioni post-adottive che gli enti
compilano, le quasi 4 mila coppie che ad oggi risultano in carico
agli enti, le circa 9 mila adozioni concluse dal 2000 ad oggi. Si
tratta di numeri che risultano in crescita nel tempo.
Un punto specifico riguarda le situazioni di difficolta' nelle
coppie adottive. In termini di casi di restituzione del minore
successivo all'ingresso in Italia, ovvero la sua collocazione al
di fuori dell'ambiente familiare e la situazione di estrema
criticita' nella gestione dei figli adottati. Ebbene, le
situazioni critiche segnalate dagli enti sono state nel corso del
2009 piuttosto circoscritte: registrandosi complessivamente 2
restituzioni e 5 situazioni identificate come "critiche".
Risorse economiche e costi. Nel 2009 l'investimento economico
complessivo sostenuto dal Cea e' stato pari a 14 milioni di euro,
mediamente circa 730 mila euro per ente e circa 9 mila euro per
adozione. La tipologia di costi che assorbe la maggior parte
delle risorse investite e' quella relativa alle procedure
adottive all'estero, pari al 34% del totale. Seguono i costi per
le procedure adottive in Italia (30,2%), gli altri costi di
gestione (21,8%).
I costi per le attivita' di sussidiarieta' sono pari al 14% del
totale dell'investimento economico, circa 100mila euro per ente,
e cio' mette in luce anche il forte investimento degli Enti in
questa direzione.
Osservando le fonti di entrata, emerge che le famiglie
rappresentano mediamente l'84%. I contributi pubblici, di varia
natura, rappresentano appena il 4%, mentre le donazioni private
sono pari al 9% del totale delle fonti di entrata. Questa
ripartizione e' variabile da un ente all'altro, ma comunque la
contribuzione delle famiglie non scende mai al di sotto del 50%
del totale delle entrate. Il ruolo dell'ente pubblico dal punto
di vista dei finanziamenti diretti risulta sempre molto contenuto.
Diffusione degli enti in Italia. Il Cea evidenzia la diffusione
territoriale degli enti aderenti. Alla fine 2009 gli enti Cea
risultavano presenti con 76 sedi distribuite in tutte le regioni
italiane, ad esclusione di Valle d'Aosta, Trentino, Abruzzo,
Molise e Basilicata.
Guardando alla distribuzione territoriale delle sedi, la regione
con il maggior numero di sedi (11) e' il Lazio, dove un terzo di
tutte le sedi e' relativa ad enti Cea. Per numero di sedi,
seguono al Lazio la Lombardia e la Toscana, che contano 8 sedi
ciascuna (10,5%). Tra le regioni del Sud e' la Puglia quella che
conta il maggior numero di sedi (6).
Presenza all'estero. Gli enti appartenenti al Cea risultano
autorizzati dalla CAI ad operare in 61 Paesi. In 16 di questi
risultano al momento autorizzati ma non operativi o accreditati
dall'Autorita' estera ad operare.
In particolare e' la Bulgaria il Paese dove e' operativo il
maggior numero di Enti (7) autorizzati Cea, seguono l'Ucraina, la
Federazione Russa e la Colombia in cui sono operativi/accreditati
6 Enti. In Brasile risultano accreditati 5 Enti; in India,
Kazakistan e Nepal operano complessivamente 4 Enti aderenti al
Cea.
Sono invece 3 gli enti che operano rispettivamente in Cambogia,
Filippine, Moldova, Peru' e Tanzania. In Bielorussia, Etiopia,
Messico, Mongolia, Polonia, Repubblica del Congo, Senegal, Sri
Lanka, Ungheria e Vietnam rispettivamente 2 enti.
Le dinamiche di sviluppo future sembrano riguardare il larga
misura Haiti, dove vi e' una previsione di estensione per 5 enti.
Complessivamente il numero di risorse umane (personale) impegnate
all'estero e' pari a 385 unita', equivalenti a 20 risorse umane
per ente e 6 operatori per ogni canale attivo.
La maggior parte degli operatori all'estero svolge la propria
attivita' in Europa (22,3%), seguono Federazione Russa (21,3%),
America Centro-Meridionale e Asia, infine vi e' il continente
africano.
(Pic/ Dire)
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